IRONICAMENTE ITALIA

Alle prese col Parkour Rovigo


Ieri, in una domenica di tranquillo trastullamento comatoso rodigino, non facendo caso all'insolito caos di Piazza Matteotti, all'eccesso di magliette color arancio che mi circondavano, agli strani aggeggi che erano comparsi nel parco delle Torri... insomma, vagando come un vegetale marcescente lungo la principale via cittadina, ho pensato bene di godermi l'ultimo sole riposandomi nel verde ed abbandomandomi spudoratamente, a mò di sacco di patate, su di una panchina del parco.Mentre i miei pensieri vagavano fra il nulla e l'infinito, alzando lo sguardo al cielo, ho notato degli strani movimenti fra il fogliame della magnolia centenaria che mi sovrastava. Non si trattava di piccioni killer, non si trattava di
rami mossi dal vento, non si trattava di rivelazioni mistiche, si trattava di 6 braccia e 6 gambe penzolanti.Abbasso lo sguardo e vedo uno "stagista funambolo" che tenta di passare un nastro steso per aria fra due alberi. Guardo dall'altra parte e vedo delle ragazze che provano a saltare 270° di cemento, un ragazzo che si lancia da una balaustra ad un'altra, un gruppo di persone che saltellano fra un cubo di cemento e l'altro, altri che, prendendo come base di lancio i tronchi degli alberi, roteano e pirolano per aria, altri che
si arrampicano a mani nude sulle mura del castello, altri ancora saltano sopra, a destra o sinistra, di un bagaglio triangolare a mò di cavallina. Insomma, gente che fa sport adoperando ciò che trova per strada. Sorvolando sui mezzi adoperati come base di lancio, in ogni caso concessi dal Comune perché l'iniziativa era poi era stata promossa  e pubblicizzata, sorvolando sulla "sicurezza" di questo sport, sono rimasta per un paio d'ore ad occhi e bocca spalancati nel vedere le acrobazie che mi si compievano attorno, invidiando l'atleticità dei ragazzi che, non so se grazie a questo sport, si ritrovavano fisici strepitosi ed elastici.Che dire: Freestyler dell'aria, ginnasti urbani, giovani atleti UISP. Quando, mollata una playstation o un cellulare, ci si ritrova, divertendosi, nella natura.