IRONICAMENTE ITALIA

Alle prese col tacco 12


Stamattina, dopo aver fatto colazione con un occhio aperto e uno che giocava a curling con il mocio wileda nel mondo dei sogni; dopo aver guardato se la tizia di ieri sera era ancora davanti al cancello di casa mia in attesa che passasse un'auto per evitare la sfiga del mio gatto nero che le aveva attraversato la strada; dopo aver steso il parasole nell'auto per evitare che il cruscotto mi diventi dello stesso colore della carrozzeria ed il volante si squagli trasformandosi in una cloche come capitò a mio papà; insomma, dopo aver convinto entrambi i piedi ad uscire dal mio dublindo motorizzato con la promessa di un pediluvio serale a base di caviale di pescegatto e champagne di Po, alle ore 8,45, mi ritrovo davanti i due tacchi 12 di una delle signore delle pulizie. Nonostante il grande libro della donna moderna alle prese con l'uomo antico imponga di indossare tacchi anche entrando in doccia per evitare l'effetto fungo atomico e simulare quello di una pala eolica del Garda (a maggior ragione se si è alte come un quadrifoglio), non capisco come sta donna riesca a pulire decine di metri quadri in neanche due ore svettando su quei trampoli.Allenamento? Fortuna? Equilibrio? Incoscienza? Tutte doti sconosciute a chi, come me, è da anni campionessa di capottamento acrobatico e si limita a custodire con estrema cura, nelle rispettive scatole, i propri tacchi. Belli fin che vuoi, eleganti fin che vuoi, ma se non si è in fase di caccia grossa (che prevede altresì lo sfoggio di minigonna giropassera e scollo ombelicale) chi me lo fa fare di distruggermi i piedi sul porfido tetris di Rovigo e spiccare voli nelle buche di Tantamalora a mò di airone cenerino?.Di belle donnine figheire taccute che arrancano per strada soffrendo come mangiatori di puntine da disegno già ce ne sono a sufficienza, fra un tacco assassino ed una ballerina antistupro c'è tuuuuuutto un mondo.