IRONICAMENTE ITALIA

E il lancio del bouquet


Non so cosa spinga una donna sana di mente a cimentarsi nella presa del bouquet lanciato dalla sposa con una foga che neanche i rugbysti durante il 6 Nazioni.Da sempre cerco ogni anfratto disponibile per evitare la chiamata alle armi ma, puntualmente, o non mi accorgo dell'adunata e finisco spinta in mezzo al campo di battaglia bersagliata da sguardi ed imperativi categorici assoluti riconducibili al "la prossima devi essere tu", o ci vengo trascinata direttamente dalla sposa, come se non avessi null'altro di meglio da fare che passare un anno di vita (perché mi dicono che la media sia quella) dietro a partecipazioni, bomboniere, vestiti, catering, ville, violini, viole, corsi prematrimoniali, e ogni altro sia previsto dal cerimoniale del perfetto wedding planner. Maledetto il giorno in cui è stato creato real time e tutti i programmi di abiti da sposa, damigella, matrimoni perfetti e disgraziati.Sarà che ho un giardino dotato di ogni fiore che, per aver lunga vita, preferisco rimanga attaccato al suo stelo; sarà che non mi va di pigliar spintoni, schiaffoni, pugni e sgambetti per una diceria che si trascina da centinaia di anni; sarà che l'istinto materno è ancora nel grembo di mia madre; sarà che di preventivi, fatture, pagamenti ne vedo già giornalmente fin troppi; sarà che avendo casa, auto, lavoro, capacità di bricolage degne del miglior omino non sento la necessità di lavorare 365 giorni per un anello o un vestito che posso benissimo comprarmi da sola... fatto stà che un bouquet l'ho schivato abbassandomi mentre mi si stava per stampare in faccia; un altro se l'è pigliato al volo un bimbo di 10 anni con un futuro certo di allenamenti con i fratelli Bergamasco; e l'ultimo si sarebbe prima incastrato sopra il gazebo sotto al quale mi ero rapidamente collocata mentre partiva il lancio.Dura placcarmi!.