Creato da rsuhmcmilano il 18/03/2010

RSU HMC CLUBHOTEL

Trasferite o licenziate HMC CLUBHOTEL HOSPITALITY MARKETING CONCEPTS

UNITE NELLA LOTTA

 

"IO A MILANO LA MAMMA A ROMA"

 

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HMC trasferisce 17 dipendenti a Roma e sfrutta il lavoro interinale.

In cinque anni, ben sette gestioni manageriali sbagliate.

 

 

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Intervista di Radio Popolare a rsu

Post n°6 pubblicato il 11 Aprile 2010 da rsuhmcmilano
 
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Cena e concerto

Post n°5 pubblicato il 05 Aprile 2010 da rsuhmcmilano
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Comunicato sindacale

Post n°1 pubblicato il 22 Marzo 2010 da rsuhmcmilano

 

Una vera truffa da parte di CLUBHOTEL - HOSPITALITY MARKETING CONCEPTS ITALIA srl, - Via Lazzaretto 19, Milano - che opera nel settore dei servizi alberghieri, ai danni di ben diciassette lavoratrici, che l'azienda vuole licenziare camuffando il licenziamento con un trasferimento nella loro filiale romana.


 17 OPERATRICI TELEFONICHE PART-TIME DAI 26 AI 50 ANNI VENGONO TRASFERITE A 600 KM DA CASA

O a Roma o a casa. Questo è il dubbio amletico di diciassette mamme, donne in gravidanza, mogli, fidanzate, figlie, studentesse. Porteranno i bambini e i bebè a 600 chilometri da casa? Lasceranno i mariti nelle loro case di Milano per lavorare quattro ore al giorno a Roma? Sradicheranno tutta la famiglia per telefonare mezza giornata dalla capitale?


 TRASFERIMENTO FA RIMA CON LICENZIAMENTO

O a Roma o a casa. Di amletico c'è ben poco in questa alternativa. Per HMC Italia srl CLUBHOTEL la scelta è una, mascherata da bifronte: licenziate. Ad aprile HMC Italia srl CLUBHOTEL chiude un'unità produttiva in Via Lazzaretto 19 a Milano e lascia disoccupate diciassette lavoratrici. TRASFERIMENTO FA RIMA CON LICENZIAMENTO.

BASTA UNA STANZA PER SALVARE DICIASSETTE POSTI DI LAVORO 

Il lavoro è un triste carnevale quando lo si perde. Arrivano le “maschere” e così entra in scena “l’affitto troppo alto”. Senza cercare alcuna alternativa utile su Milano, diciassette dipendenti se ne devono andare a Roma oppure licenziarsi. Sono impiegate da più di cinque anni all’HMC.

 Ma l’azienda preferisce disfarsi di loro piuttosto che cercare una nuova  locazione meno dispendiosa.

 

LE LAVORATRICI DELLA HMC CHIEDONO SOLO UNA NUOVA LOCAZIONE PER RIMANERE VICINO ALLE LORO FAMIGLIE E PER CONTINUARE A LAVORARE !!!!

 

HMC TRASFERISCE 17 DIPENDENTI A ROMA

E SFRUTTA IL LAVORO INTERINALE:

Mentre la HMC si prepara a trasferire a Roma diciassette lavoratrici, nel contempo assume, nella sede di Milano, nuovo personale tramite agenzia interinale. Allora, si tratta veramente di una azienda in crisi o è solo una questione di “restyling”? Stiamo parlando di persone, non ci cellule morte da grattare via con un semplice “peeling”!

 

IN CINQUE ANNI, BEN SETTE GESTIONI  MANAGERIALI SBAGLIATE

L’HMC si promuove al pubblico come “Una azienda leader con ambiente giovane e professionale, operatori telefonici coadiuvati da preparatissimi trainers, ambiente dinamico, giovanile e stimolante. Venti operatori presenti in ogni ufficio, che fanno capo a un coordinatore-trainer che li guida verso i migliori risultati con professionalità e competenza.” Ma di questi preparatissimi trainers, neanche l’ombra! In cinque anni, le lavoratrici hanno visto sfilare ben sette responsabili e lunghi periodi di assenza manageriale. Per mesi nessuno le ha guidate.


TAGLIARE LE TESTE  E’ PIU’ SEMPLICE

CHE TROVARE SOLUZIONI PROFESSIONALI

E l’ultimo Coordinatore è un semplice tagliatore di teste che non ha trovato altra soluzione che fingere un trasferimento di reparto a Roma per far rimanere disoccupate diciassette donne con famiglia!

 

 

THE STORY

HOSPITALITY MARKETING CONCEPTS ITALIA srl, filiale italiana della HMC (Hospitality Marketing Concepts) californiana, opera nel settore servizi alberghieri e promuove il circuito internazionale degli alberghi CLUBHOTEL.

HMC è il tramite tra strutture alberghiere a 4 e 5 stelle e la clientela, alla quale assicura un servizio a prezzi esclusivi.

Una telefonata dal parte degli operatori HMC consente al cliente di affiliarsi a Clubhotel tramite una tessera annuale e quindi di usufruire di tutti i servizi connessi.

HMC ITALIA srl ha sede legale a Milano, in Via Lazzaretto 19.

Gli uffici operativi sono siti a Milano, sempre in via Lazzaretto 19, e a Roma, in Via Alfonso Borelli 7.

La sede operativa di Milano conta 37 dipendenti (1 quadro e 36 impiegati) di cui 27 operatrici telefoniche addette alla vendita.

Le operatrici telefoniche addette al “reparto produzione” sono tutte assente a tempo indeterminato con contratto part-time,impiegate di IV livello CCNL Commercio.

Seppur il loro contratto prevede una mansione di contatto telefonico per la promozione del prodotto (tessera annuale Clubhotel, costo variabile da Euro 175 a Euro 210 IVA inclusa) di fatto si tratta di vendere il suddetto prodotto nell’arco di una unica telefonata, affiliando il cliente per un anno e richiedendo pagamento anticipato tramite carta di credito.

 

TRASFERIMENTO A ROMA

Il trasferimento a Roma di 17 lavoratrici HMC (tutte le operatrici telefoniche del Secondo Piano più la segretaria di reparto del Secondo Piano) è stato annunciato verbalmente dall’azienda in data 26 febbraio 2010. Ha fatto seguito lettera dell’azienda consegnata alle lavoratrici in data 1 marzo 2010 

 

Il provvedimento non era stato né preannunciato né discusso preventivamente con le RSU dell’azienda.

La lettera di trasferimento è stata inviata anche alle lavoratrici coperte da legge 104, alle lavoratrici in maternità e alle RSU.

Seconda la HMC ITALIA, per rimediare a una pretesa perdita nel bilancio 2009, è necessario trasferire presso la filiale di Roma 17 lavoratrici (16 operatrici telefoniche e una segretaria) di modo da evitare il canone di affitto, le utenze e i costi accessori.

Le lavoratrici di HMC ITALIA – CLUBHOTEL sanno bene che le utenze e i costi accessori sarebbero identici sia a Roma che a Milano e che i costi dell’affitto potrebbero essere recuperati in molti altri modi, senza bisogno di trasferire a 600 km. di distanza 17 donne con famiglia e figli.

C’è la possibilità di recuperare spazi nel secondo ufficio di Milano, localizzato nella stessa sede.

Oppure quella di unificare i due uffici affittando una sede in una zona di Milano meno costosa.

HMC ITALIA – CLUBHOTEL non riceve né soci né clienti presso i suoi uffici, tutto si svolge telefonicamente tramite le operatrici.

Non c’è necessità, quindi, di mantenere uffici in una zona centrale come Porta Venezia.

 

LAVORATRICI INTERINALI

Nonostante la HMC ITALIA – CLUBHOTEL millanti la necessità di trasferire a Roma 17 dipendenti, nel gennaio 2010 inizia la ricerca di operatrici telefoniche tramite l’agenzia interinale Gi Group SpA di Milano. L’inserzione richiede “addetto/a al telemarketing part-time pomeridiano per la sede di Milano”. Nell’ufficio produzione sfilano alcune operatrici interinali in prova. Nessuna viene confermata. L’ultima effettua il suo ultimo giorno di lavoro presso la HMC il giorno 26 febbraio 2010, stesso giorno in cui viene annunciato il trasferimento a Roma.

Ci vuole un bel coraggio a mettere davanti agli occhi di 17 donne trasferite a 600 km. da casa le loro future sostitute: lavoratrici interinali con contratto a tempo determinato, più facili da mandare a casa quando pare all’azienda!

 

LA GESTIONE DEL LAVORO PRESSO LA HMC DI MILANO

Come già esposto, seppur il contratto prevede una mansione di semplice contatto telefonico al cliente per la promozione del prodotto Clubhotel, di fatto si tratta di una vera e propria vendita.

 

Fin dall’inizio del loro impiego, viene instaurato da parte dell’azienda un clima di vessazione e di forte pressione:

-         le telefonate devono susseguirsi una dopo l’altra a ritmo frenetico, senza interruzione. Il contratto prevede 10 minuti di pausa al giorno per ogni lavoratrice ma tale pausa non viene certo incoraggiata dall’azienda; viene invece utilizzata una pressione psicologica per manipolare le lavoratrici e convincerle a non usufruirne

-         Le lavoratrici vengono sintonizzate sul dovere tassativo alla vendita con minacce, frasi di scherno, pressioni psicologiche di ogni tipo

-         Vengono limitate arbitrariamente le possibilità di usufruite dei R.O.L.(permessi retribuiti previsti dal contratto nazionale): vietato richiederli nelle giornate di lunedì e di venerdì, vietato richiederli nei giorni precedenti o susseguenti alle Festività. Devono essere concordati con l’azienda almeno 48 ore prima. Ogni permesso richiesto dopo le 48 ore verrà considerato permesso ingiustificato e genererà una trattenuta sullo stipendio per le ore relative a tale assenza. Viene richiesto un giustificativo scritto anche per permessi che non si riferiscono a visite mediche (per motivi di trasloco viene richiesto un attestato da parte del trasportatore, per impianto di linea telefonica viene richiesto un attestato da parte del gestore telefonico ecc.)

-         L’HMC utilizza, peraltro, arbitrariamente i R.O.L. delle lavoratrici per chiusure aziendali collettive. Di fatto i giorni di ferie spettanti vengono utilizzati durante l’intero mese di agosto (chiusura collettiva di 4 settimane) e nel periodo Natale/Capodanno/Epifania (2 settimane di chiusura collettiva). Ogni altra chiusura collettiva decisa dall’azienda (ponti, giorni in prossimità di festività) genera una trattenuta di ore R.O.L. dal monte ore di ogni dipendente.

-         L’utilizzo della radio durante le ore di lavoro viene imposto dall’azienda alle operatrici telefoniche del reparto produttivo (gli altri dipendenti ne sono esonerati). La radio viene tenuta a volume altissimo, tale da rendere il lavoro stancante e difficoltoso (quasi impossibile udire l’interlocutore). Le richieste di abbassare il volume della radio vengono regolarmente ignorate oppure generano una reazione contraria: il volume viene alzato ulteriormente (la stanza di lavoro ospita dalle otto alle quattordici persone che parlano in continuazione ad alta voce, quindi di per sé l’ambiente è molto rumoroso).

-         Le lavoratrici sono sprovviste di cuffia e di box delimitanti la loro area di lavoro e l’acustica

-         Le lavoratrici vengono ripetutamente apostrofate aggressivamente e si cerca di metterle in soggezione per qualsiasi loro comportamento (l’utilizzo della pausa, l’uso del bagno, il loro abbigliamento, la mancata produttività).

-         Per molti periodi, una segreteria viene impiegata per prendere nota di quanti minuti ogni dipendente impiega per la propria pausa intervallo e per le pause bagno. Ad alcune lavoratrici viene sottolineato il fatto di usufruire troppo frequentemente del bagno.

-         Le lavoratrici sono oggetto di scherno da parte delle coordinatrici; a volte in modo così pesante ed efferato da generare pianti.

-         Più volte viene annunciata verbalmente, da parte dei coordinatori, la chiusura dell’azienda per mancata produttività. Interpellata dal sindacato Uil a tale proposito, l’azienda nega tale intenzione.

-         Qualora le lavoratrici arrivassero in ritardo anche di un solo minuto, tale minuto viene trattenuto sulla busta paga successiva. Di contro, quando le lavoratrici si trattengono in ufficio oltre l’orario di lavoro (spesso per intere mezz’ore) per terminare la telefonata col cliente, lo straordinario non viene retribuito.

-         Le lavoratrici del turno del pomeriggio vengono obbligate ad avvisare entro le ore 10.00 del mattina la loro assenza per malattia. Non viene accettata l’ipotesi che una lavoratrice possa presentare sintomi di malessere anche dopo tale ora. In sede di una riunione sindacale aziendale, le lavoratrici del pomeriggio vengono accusate dalla Responsabile dell’Ufficio del Personale di “non aver voglia di venire a lavorare” quei giorni in cui avvertono della loro assenza per malattia dopo le ore 10.00

-         Una delle dipendenti viene verbalmente ripresa per aver scambiato normali effusioni col proprio compagno sul marciapiede antistante il portone dell’azienda. Il richiama non viene espresso in forma diretta ma adducendo come motivo il fatto che la lamentela in merito proveniva dall’amministratore dello stabile. L’amministratore, interpellato dalla lavoratrice in questione, si dichiara all’oscuro dei fatti. L’Ufficio del Personale. L’azienda sostiene, allora, che la lamentela proveniva dal proprietario degli uffici.

-         Il pagamento dello stipendio, pattuito in forma scritta entro il 5 del mese successivo, viene erogato regolarmente in ritardo.

 

FERIE:

L’azienda effettua, fino all’anno 2008, la chiusura aziendale durante il mese di agosto (4 settimane lavorative) e durante il periodo natalizio (2 settimane lavorative).

Nel dicembre 2008 HMC comunica che nell’anno 2009 la chiusura aziendale di agosto verrà limitata alle 2 settimane centrali. Rimangono così 2 settimane lavorative di ferie a disposizione delle dipendenti da effettuarsi nel corso dell’anno.

L’azienda richiede una tassativa presenza di 2 terzi del personale per “imprescindibili esigenze di organizzazione aziendale”.

Le lavoratrici del turno del pomeriggio del Secondo Piano richiedono la possibilità di variare tali schemi di presenza durante la prima e l’ultima settimana di agosto (periodo in cui, precedentemente, l’azienda ha sempre chiuso per comprovata mancanza di lavoro dovuta al periodo feriale della clientela) assicurando una presenza del 50 per cento del personale.

L’azienda nega questa possibilità adducendo “improrogabili necessità aziendali”.

Fra le lavoratrici e l’azienda intercorre uno scambio di lettere raccomandata che dura fino al giugno 2009. In tale data le lavoratrici predispongono le loro ferie secondo la volontà dell’azienda e il piano ferie viene confermato in data 11 giugno 2009.

In data 15 giugno 2009, l’azienda trasferisce 2 lavoratrici del turno pomeridiano ad un altro reparto, annullando, così, la percentuale di due terzi di presenza richiesta durante il periodo estivo.

Finito il periodo delle ferie, l’azienda trasferisce nuovamente le 2 lavoratrici al loro precedente ufficio e alle loro precedenti mansione, dimostrando inequivocabilmente che “le imprescindibili esigenze di organizzazione aziendali” non erano poi così imprescindibili.

 

COORDINATORI DI REPARTO

Le lavoratrici del Secondo Piano assistono, nell’arco degli ultimi 5 anni, a un elevato turn-over di coordinatori di reparto:

-         dalla fine del 2004 alla fine del 2007: 3 diverse coordinatrici prese direttamente dall’organico HMC (ex operatrici telefoniche). Vista l’incapacità nel ruolo, la prima viene trasferita all’ufficio Prenotazioni e le successive altre 2 si licenziano. A una responsabile dell’ufficio di Roma viene affidato l’incarico di Supervisore dell’Ufficio Vendite Fredde di Milano.

-         dal dicembre 2007 all’aprile 2008 un consulente esterno viene impiegato come coordinatore. Pur ottenendo un sensibile aumento della produzione, non viene confermato dall’azienda nel suo ruolo.

-         dall’aprile 2008 al settembre 2008 il reparto è privo di coordinatore

-         nel settembre 2008 viene assunto un coordinatore ma non supera il periodo di prova e termina il mandato nel febbraio 2009.

-         dal febbraio 2009 al giugno 2009 il reparto è privo di coordinatore

-         nel luglio 2009 vengono assunti dalla sede spagnola un Supervisore per l’Italia e una Coordinatrice per l’ufficio di Milano del Secondo Piano.

-         nel novembre 2009 la coordinatrice del reparto viene trasferita nella sede di Barcellona, Spagna pur mantenendo anche le mansioni di coordinatrice dell’ufficio produzione di Milano. Ha lasciato l’azienda in data 17 marzo.

 

Non è chiaro perché, dopo anni di gestioni manageriali fallimentari, adesso a pagare debbano essere le lavoratrici !!!!                                                                                                                                                

PROTESTE E RIVENDICAZIONI DA PARTE DELLE LAVORATRICI:

Mano a mano, durante gli anni, vengono attuate le prime proteste e rivendicazioni da parte delle lavoratrici che riescono ad ottenere:

 

-         cuffie individuali per la telefonia

-         divisori box singoli per postazione lavoro di ogni operatrice (che non diminuiscono l’acustica del rumore della stanza ma che consentono la presenza di massimo 8 operatrici per stanza)

-         la revisione dei locali da parte delle autorità competenti secondo le norme di legge

-         la possibilità di ottenere acqua minerale a spese dell’azienda, visto che si tratta di un lavoro che richiede di parlare ininterrottamente per quattro ore consecutive)

 

Dal Novembre 2008 l’HMC ITALIA - CLUBHOTEL inizia a riprendere formalmente le lavoratrici del Secondo Piano con lettere di richiamo per futili motivi: in particolare si sottolineano i richiami per aver fatto uso troppo frequente del bagno e per aver avvertito l’Ufficio del Personale dopo le ore 10.00 in caso di malattia da parte delle dipendenti del turno del pomeriggio.

 

Nel maggio 2009 le lavoratrici del turno del pomeriggio entrano in sciopero per 2 ore per lamentare l’ennesimo ritardo nell’erogazione dello stipendio.

Nel giugno 2009 le lavoratrici eleggono 3 RSU (2 Uil + 1 Cobas).

Poco dopo, l’HMC assume un Supervisore con il compito di “tagliatore di teste”.

Nel febbraio 2010 viene annunciato il trasferimento a Roma delle lavoratrici maggiormente sindacalizzate e più determinate nel rivendicare i propri diritti.


 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 
 
 

DONNE LAVORATRICI

 

"Una vera truffa da parte di CLUBHOTEL – HOSPITALITY MARKETING CONCEPTS ITALIA srl, - Via Lazzaretto 19, Milano - che opera nel settore dei servizi alberghieri"

 

RINGRAZIAMENTI:

 

I compagni della Mangiarotti Nuclear

I compagni della Panetteria Occupata

La mamma di Giovanna

Lucio e Ghepard della cooperativa Out&Sider

 

 

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