SPIRIT Of The TATTOO

Nuova Zelanda(segue) 


 I pigmenti colorati si ottenevano dalla combustione di resina, corteccia dell'albero Kapara e bruchi. Il nerofumo creato veniva conservato in vasetti di legno o pietra pomice decorati con figurei ntaglia intagliate. Questi vasetti erano il patrimonio sacro di ogni tatuatore e venivano tramandati di generazione in generazione da un tobungata-moko all'altro come l'arte del ta-moko.
Il nerofumo raccolto veniva mescolato con acqua sorgiva, olio di pesce o foca. A seconda della consistenza dell'insieme,si otteneva un indaco blu-nero o un pigmento verde-nero. Durante l'operazione, chi si faceva tatuare non poteva mangiare cibi solidi, doveva assumere solo liquidi:con un imbuto,gli si dava da bere un brodo molto leggero di carne. Questa alimentazione , che non contemplava la masticazione e neppure nessun movimento incauto, non pregiudicava il processo della cicatrizzazione delle ferite aperte. Per accelerare la cicatrizzazione si utilizzavano le fogli dell'albero di Karaka, che venivano applicate sopra le ferite, come fossero delle bende. In questi frangenti era vietata anche l'attivitą sessuale.Si suppone che il moko rappresenti il tentativo di ricongiungersi in modo spirituale con i propri antenati.
(strumenti per l'incisioni del moko)E possibile anche che sia l'evoluzione di forme e di figurazioni delle statue delle divinitą regionali e che i disegni si siano poi diffusi in tutte le religioni tribali. Questa supposizione viene confermata dal fatto che un moko riproduce da un lato, da un lato l'origine della famiglia, e dall'altro informazioni geografiche e storiche della medesima.(liberamente tratto da: Il corpo tribale)