Servitori del Popolo

I COMIZI E L’UOMO ONESTO E GIUSTO


I COMIZI E L’UOMO ONESTO E GIUSTO Durante la prima fase repubblicana, e fino all’avvento dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare della TV,  le elezioni politiche si caratterizzavano per  gli accesi “comizi” pubblici, che solitamente si svolgevano nelle piazze principali delle città e dei paesi. Le piazze quasi sempre si riempivano, e tutti i cittadini ascoltavano e commentavano con più o meno profondità di argomentazioni i programmi dei candidati. Questi, a loro volta, “salivano” sui palchi, o sui balconi, e si sottoponevano all’esame pubblico, mettendoci non solo “la faccia”, come oggi è diventato di moda dire, ma la propria moralità e reputazione sociale. Nell’aria si avvertiva un clima di convinta partecipazione generale, e anche quando c’era dissenso tutto avveniva “in diretta”, “dal vivo”, senza infingimenti, cosicchè tra i cittadini e i candidati s’instaurava un contatto simbiotico, per cui la menzogna o la mera propaganda senza costrutto venivano smascherate, anche se poi molti andavano a votare secondo inderogabili direttive ricevute dai partiti di appartenenza (come peraltro avviene ancora oggi) o dai notabili dei luoghi, che da un po’ di tempo sono anche in combutta con i settori criminali, di cui a volte sono perfino organici. Purtroppo è accaduto che nei tempi recenti tutto quel rituale “naturale e originale” è stato messo da parte, e i candidati e i leaders dei partiti hanno preferito i salotti televisivi, gli SMS, i twitters, e altri mezzi informatici per consegnare i programmi elettorali “nelle case degli italiani”. Lo scenario, quindi, è profondamente mutato: la piazza è stata sostituita dallo studio televisivo, con gli spettatori, a volte pagati e partigiani, al posto dei cittadini-elettori, e tutto è diventato artificiale, senz’anima, un vero e proprio spot commerciale. Ma nella vita, e quindi, nella politica, però, prima o poi tutto cambia, perché è nella natura delle cose, così in questi ultimi tempi sta accadendo qualcosa di innovativo, che in realtà recupera soltanto una parte di ciò che di buono c’era già stato nel passato: i comizi in piazza. Questi, infatti, stanno caratterizzando il nuovo modo di fare politica, grazie, in particolare, ad un movimento politico che sta riuscendo nell’impresa di aggregare tanti cittadini delusi dai partiti tradizionali che ancora resistono nei loro fortini dorati proteggendo i piccoli interessi di bottega mentre si sta sfaldando l’intero paese. Ad osservare la partecipazione massiccia di tantissimi cittadini, che riempiono le piazze, si rimane senz’altro sorpresi, perché si era affermata la convinzione che ormai la “partecipazione democratica” fosse stata annichilita, sconfitta, demotivata dall’arroganza e dalla protervia dei “padroni” dei partiti storici e dei  parlamentari che non hanno alcun rapporto con gli elettori; dopo la sorpresa, però, si viene avvinti dal piacere di constatare che c’è ancora un’Italia viva e vegeta, che non si vuole arrendere alla logica della corruzione di sistema, che cerca ancora di valorizzare “l’onesto”, una specie umana che si credeva e si voleva estinta; che ha come obiettivo il bene comune, che include, cioè, anche i più deboli, e che combatte le cricche dei palazzi del potere e del sottopotere che ancora si sollazzano nell’illegalità. Indubbiamente la sfida è soltanto agli inizi e l’esito è piuttosto incerto, anche perché la classe dominante al governo non ammainerà volontariamente la bandiera dei privilegi, ma di sicuro il cambiamento non potrà essere arrestato. Un nuovo modello sociale e politico sta attenendo all’orizzonte per sostituire quello ormai degenerato, che dal dopoguerra in poi, seppur lentamente, ha fatto degradare i costumi del vivere insieme, dove la rapacità è stata l’essenza dei comportamenti individuali e di gruppo, e l’accaparramento delle ricchezze a tutti i costi, anche e soprattutto con mezzi illeciti, è stato lo sport più seguito e praticato dalla classe politica, che si è pure autodefinita “dirigente”. E’ prevedibile, perciò, che grazie ai “comizi di piazza” l’uomo onesto vincerà sul disonesto, per aprire la strada, finalmente, all’uomo giusto (il vir iustus degli antichi), che è l’unico rimedio contro la peste della corruzione e dell’illegalità che ha infettato l’intera civiltà dei tempi moderni.