Servitori del Popolo

LE BUGIE E LA BOSCHI


LE BUGIE E LA BOSCHIL’avv. Boschi, ministro in carica per le riforme costituzionali, ha rimproverato i parlamentari, che hanno affermato che la riforma che si sta varando è “illiberale”, citando il democristiano Fanfani (scomparso qualche anno fa) il quale diceva che in politica non bisogna dire bugie. Poiché ella è dell’avviso che la riforma sia più che liberale ne ricava che chiunque la pensi diversamente “dica bugie”. Non so a quale albero della verità si sia finora abbeverata l’avv. Boschi, ma le vorrei dire che farebbe bene ad avere qualche dubbio, così come ormai lo stanno avendo tantissimi italiani, che come me avevano concesso qualche apertura ai giovani come lei, entrati nel governo (con a capo il trentasettenne Renzi). L’avv. Boschi, col suo atteggiamento, sta rafforzando la fondatezza delle tradizioni latine, che ritenevano indispensabile affidare alla saggezza dei patres le decisioni più importanti per la comunità. Il Senato, infatti, costituiva proprio la sede per “ragionare e riflettere” sulle varie iniziative legislative, e in tale consesso l’esperienza della vita vissuta era indispensabile per impedire eccessi e soluzioni illogiche. Personalmente sono dell’avviso che il Senato debba essere abolito perché in democrazia il popolo ha una sola Camera che lo rappresenti (più Camere, invece, riverberano l’articolazione dei ceti e classi dei tempi passati, per cui vanno evitate), ma non si può negare che qualora la “maggioranza” lo voglia mantenere e gli voglia riconoscere funzioni legislative (anche se limitate per alcune materie, senza il diritto di votare la fiducia, e altro ancora), allora l’elezione deve essere riservata ai cittadini, e non può essere di secondo livello. Questo, infatti, è possibile soltanto quando si tratti di costituire organi cui vengono decentrate funzioni amministrative, mai, invece, quelle legislative che sono direttamente collegate al potere sovrano del Popolo. E allora, può darsi che l’avv. Boschi abbia ragione sul fatto che non si versi nella situazione in cui la riforma sia “illiberale” ma di certo è “antidemocratica”.