Servitori del Popolo

L’ANTIDOPING AL POTERE


L’ANTIDOPING AL POTEREGli esperti sostengono che l’uso di droghe crea danni irreversibili al cervello. La funzionalità di questo, quindi, si altera, per cui tutte le azioni e le decisioni prese dalla persona che fa uso di sostanze stupefacenti (o ne ha fatto lungo e ampio uso nel passato) sono viziate, inconcludenti, incoerenti, strampalate, lontane dalla realtà (come quando, ad es., si preveda la crescita economica, mentre, invece, il Paese va in recessione; oppure, si preventiva l’aumento dei consumi, ma questi si arrestano, o calano); in altri termini, quando, cioè, gli effetti delle deliberazioni vanno nella direzione diversa da quella preventivata, e a volte perfino opposta a quella programmata. Rebus sic stantibus, la società, se vuole salvare se stessa e quei “poveri alterati mentalmente”, deve predisporre delle contromisure, introducendo, cioè l’antidoping al potere, per evitare che tali cittadini entrino nella politica e nelle istituzioni, soprattutto se per ricoprire incarichi direttivi, di vertice, o per concorrere nella formazione delle leggi. E’ indispensabile, perciò, che tutti i dirigenti pubblici, sia dello Stato che degli altri Enti territoriali, prima di assumere gli alti incarichi di responsabilità producano certificazioni mediche e di laboratorio (meglio sarebbe eseguire gli accertamenti d’ufficio, presso  centri accreditati, alla presenza di una commissione di rappresentanti del Popolo, per evitare i soliti imbrogli) che facciano assolutamente escludere che abbiano fatto uso, o - peggio ancora - che tuttora ne consumino, droghe (leggere o pesanti, non fa differenza), verificando lo stato attuale dei neuroni e del loro funzionamento. E’ altrettanto necessario che lo stesso controllo avvenga nei confronti di coloro che si propongano  per approdare in Parlamento, nel Governo, negli organi costituzionali, e nelle assemblee legislative, regionali e locali, perché è inconcepibile che i cittadini debbano osservare provvedimenti, sentenze o leggi, approvati sotto l’effetto di droghe, che hanno prodotto danni ai cervelli. E non si dica che tali rimedi sarebbero “discriminatori”, perché quello che è utile per la collettività generale ha sempre un fondamento di giustizia, ed inoltre perché con tali rimedi si tutelerebbero anche gli stessi “politici e dirigenti tossicodipendenti” perché avrebbero più tempo per sé stessi e per uscire dal tunnel della droga, e una volta tanto darebbero prova di avere a cuore l’interesse comune facendo “un passo indietro”. E non si dica neppure che non è provato che delle persone che facciano uso di droghe, o che ne abbiano fatto abbondante uso nel passato, non potrebbero essere all’altezza dei propri ruoli, compiti e responsabilità perché altrimenti non si comprenderebbe come mai l’Italia stia vivendo una così lunga fase di agonia; come mai abbia finora cumulato un debito di oltre 2170 mld.(e che si vorrebbe ancora avere la borsa aperta per poter spendere allegramente altre somme, che dovrebbero essere prese a prestito, visto che non si possiedono, aggravando, così, il debito); come mai si pensi di prelevare un contributo di solidarietà soltanto dai pensionati e non da tutti i cittadini percettori di reddito (stipendiati e non), secondo una visione parziale (ossia di parte) che divide la società tra “amici e nemici”, come già è avvenuto con l’elargizione degli 80 euro in busta paga ad una sola parte dei dipendenti; oppure, come mai è stata propagandata “l’abolizione delle province”, senza, in realtà, ancora abolirle, o di voler ridurre i costi della politica riformando il solo Senato (creando, invece, un cerbero, o un’idra dalle cento teste), anziché eliminarlo e tagliando tutte le spese delle assemblee elettive e dei governi regionali, col dimezzamento dei componenti e delle indennità (e revocando anche tutti i vitalizi, per violazione della Carta costituzionale e della volontà sovrana del Popolo). In altri termini, non avvedersi che il problema della pandemia italiana è derivato dalla classe politica al governo delle comunità nazionali e territoriali e dai burocrati pubblici è sintomo manifesto degli effetti devastanti delle droghe sul cervello. Il rimedio ? L’antidoping obbligatorio per legiferare e dirigere la società politica italiana.