Servitori del Popolo

SOTTO TUTELA I POLITICI SPENDACCIONI


SOTTO TUTELA I POLITICI SPENDACCIONIPoveri tedeschi ! Un popolo che  prende tutto sul serio, che si impegna con costanza e perseveranza nelle cose che fa, ma sceglie sempre pessime compagnie; che sa fare sacrifici, quando è necessario, e spende le proprie risorse con equilibrio, e spirito di comunità solidale, senza mai scialacquarle e dissiparle, evitando di prendere a prestito soldi non necessari per il bene comune ma da dispensare per finalità clientelari, propagandistiche e politiche (indennità folli, vitalizi incostituzionali, rimborsi politici gonfiati, pletora di enti pubblici, dipendenti e aziende fallimentari). Un Popolo che ha fatto rinascere la Germania riunita, che ha risanato le ferite della separazione del muro di Berlino, che gli Stati vincitori della seconda guerra mondiale hanno utilizzato per dividere in due lo stesso popolo, ma anche molte famiglie, e tantissimi giovani hanno perso la vita nel tentativo di ricongiungersi col proprio nucleo familiare. E’ vero che doveva pagare cara la dittatura del nazismo (imitazione del melodramma fascista), dei lager e degli stermini di massa (peraltro graditi a molti altri Stati occidentali, che così risolvevano anche problemi di casa  propria) con l’illusione di selezionare l’Uomo Ariano di stampo tedesco, e che ha dovuto riparare i danni della guerra persa, ma di certo ora la Germania non merita di essere messa nell’angolo dagli “ultimi della classe” che vogliono continuare a dissipare risorse che non possiedono, sostenendo che  hanno bisogno di flessibilità nella gestione del bilancio pubblico per far “crescere un’economia” che, in realtà, non può più crescere perché le spese statali e politiche ormai assorbono circa il 70% delle risorse (del PIL). Non si può escludere che la Germania  per un “senso di colpa” storico e per non essere isolata dalla coalizione di alcuni potenziali “bancarottieri” si faccia piegare dalla logica delle solite cicale italiane, che pare stia coinvolgendo anche i leaders francesi, che rifiutano di accettare la realtà, ossia di non essere più la grandeur che con la rivoluzione del 1789 ha diffuso i principi di libertà, eguaglianza e fratellanza della Repubblica (poi rimessa in discussione restaurando la forma monarchica dell’era Napoleonica, cui, per certi versi, s’ispira l’attuale Repubblica presidenziale). Ma tale resa, però, potrebbe rivelarsi  nefasta per tutta l’U.E. Non vi è dubbio che occorra evitare la “rottura” del giocattolo europeo, ma sarebbe insano affidare la leadership a chi non ha dato prova di meritarsela (equivale ad affidare la conduzione di un TIR a chi non sa guidare e ha già procurato molti “incidenti stradali”): il buon senso, infatti, deve sconsigliare i “primi della classe”  a compiacere “i somari”, smettendola di studiare e di fare i compiti (tanto vale chiudere definitivamente la scuola perché non avrebbe senso tenere in piedi ciò che aspira a diventare un circo dove sono i clown i veri protagonisti). Va riconosciuto (anche se non può far piacere) che la Germania ha finora dato prova di essere “il primo della classe” e se i politici degli altri Stati avessero un minimo di onestà (purtroppo ignota alla categoria) dovrebbero ammettere che le spetta l’onore e l’onere di indicare le soluzioni agli altri compagni, soprattutto quando questi non hanno dimostrato buon senso e continuano a sbagliare le previsioni (il calo dei consumi e del PIL, l’aumento del debito, della disoccupazione, ecc.). E tale potere di  rappresentanza politica  sarebbe in perfetta linea con quanto avviene anche nella vita civile rispetto ai minori e agli interdetti per i quali si nomina il tutore. Certamente, in questi casi, trattasi di una esigenza sociale, ma non vi è dubbio che ciò possa verificarsi anche in ambito politico, nel qual caso, dovrà affidarsi la guida di un’alleanza di popoli a chi se la merita per capacità, serietà ed equilibrio nella gestione delle risorse pubbliche tenendo “sotto tutela” i “capetti” che governano spendendo soldi che non hanno, convinti che i debiti non si debbano pagare, o li scaricano sulle generazioni future.