Servitori del Popolo

EX PIAZZA (O PARCO) CASTELLO


EX PIAZZA (O PARCO) CASTELLO  Durante la guerra in Afghanistan molti telecronisti misero in evidenza, con grande stupore dei cittadini occidentali, che a confine con il territorio del Pakistan vi era un’area molto estesa dove lo Stato non esercitava alcuna sovranità. Era un’area avulsa dal contesto generale, su cui alcune tribù avevano un potere esclusivo e governavano sugli abitanti (per buona parte nomadi). Eppure non è un’eccezione, perché nel mondo esistono tante altre aree e zone grigie, ove lo Stato, ma anche gli altri enti territoriali e locali, appaiono del tutto assenti e così la natura selvaggia si riappropria dell’ambiente. E non è necessario recarsi tanto lontani dalle proprie città per poterlo constatare. Sono molti, infatti, i centri urbani delle città italiane (e non soltanto del sud, anche se prevalenti) ove si riscontrano aree in stato di totale abbandono e di degrado. Una di queste aree è sicuramente Piazza Castello (che ormai si dovrebbe dire ex Piazza castello, o Parco Castello) ad Avellino, che da circa due anni langue in una condizione di assoluto degrado, neppure se fosse la “foresta amazzonica” o un bosco in alta montagna, o un’area nelle periferie più lontane della città (ove gli amministratori si recano soltanto per raccogliere voti). Il cantiere è stato chiuso e abbandonato da oltre due anni e nel recinto stanno crescendo piante selvatiche, erbacce, arbusti vari, e molti cani randagi l’hanno scelto come dimora, in condivisione con grossi ratti e altre specie animali. Da ciò ne è derivata una precaria situazione igienico-sanitaria che mette in pericolo la salute pubblica dei residenti e di quei pochi “eroi” che ancora non hanno chiuso le attività commerciali. Eppure tale ex Piazza è nel “cuore del centro storico” e antistante l’ingresso del tanto celebrato Teatro comunale Gesualdo, che con le sue manifestazioni richiama spettatori anche da fuori città. Appare, pertanto, stupefacente l’assoluto silenzio da parte dei rappresentanti delle istituzioni, che pure trovano il tempo per le conferenze stampa in cui esaltare i notevoli successi degli abbonamenti (anche se non sono ancora consultabili in rete i dati relativi ai posti e ai palchetti gratuiti riservati alle cosiddette “autorità”). Viene, perciò, spontanea la domanda: come è possibile che gli amministratori locali non si rendano conto che non avere in agenda, quotidianamente, la soluzione del problema di tale (ex)Piazza e di dover urgentemente agire in ogni sede affinché sia restituita alla città (senza neppure trascurare  la necessità di portare sui banchi degli imputati e a giudizio dinanzi alla Corte dei conti quegli amministratori cui è imputabile la perdita dei finanziamenti) costituisce “un crimine” contro l’intera comunità e la sua storia ? Non vi è dubbio che le risorse sono ormai diventate insufficienti, e che l’Ente locale ha difficoltà di bilancio (per cui qualche taglio sarebbe anche opportuno), ma il recupero della (ex)Piazza castello non costituisce un’opera nuova ma soltanto la restituzione alla città di uno spiazzo antico che circonda anche lo storico castello dei Caracciolo, che peraltro è stato oggetto di restauro, oltre che di polemiche per le soluzioni architettoniche adottate. In questi giorni i mezzi d’informazione stanno rendendo noto che si è riaperta la discussione su come ristrutturare l’altra Piazza, della Libertà, e di operare alcune modifiche sul Corso cittadino (che qualche amministratore disturbato tempo addietro definì “il salotto buono”, dimostrando di avere un’idea elitaria della città). L’occasione, perciò, potrebbe essere utile anche per portare nel dibattito Piazza Castello. Intanto una soluzione, con minimi effetti economici, potrebbe già essere presa dagli amministratori, cambiando la destinazione della (ex)Piazza in Parco Castello, in orto botanico o villa comunale.