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LA REPUBBLICA DEI PARENTI E AMICI


LA REPUBBLICA DEI PARENTI E AMICI  E’ un’abitudine (o una pessima consuetudine) quella di chiamare a sé, quando si assumano cariche politiche o pubbliche, parenti e amici. Questo modus operandi è ben messo in risalto da Gian Antonio STELLA, L’importanza di essere Toscani. Il Granducato rivive a Roma, Corriere della sera del 31.7.2014, a proposito della “chiamata” di molti Toscani da parte del premier Renzi a ricoprire cariche sensibili nelle istituzioni pubbliche, definito “Giglio magico” renziano, nonché dei precedenti risalenti al Presidente Cossiga, definito “la Brigata Sassari”, e quello di De Mita, detto  “il clan degli Avellinesi”, della “Corte Arcoriana” di Berlusconi, e il “Cerchio magico” leghista dell’era di Bossi. Occorre rilevare, però, che neanche una superpotenza mondiale, come gli USA, ne è immune. Si riporta, infatti, su il Corriere della Sera, di giovedì 6 novembre 2014, p.6, col titolo “I protagonisti e le dinastie”, di M.R. Rodotà, a proposito dei risultati delle elezioni di medio termine che hanno fatto registrare la vittoria dei repubblicani in entrambe le Camere, con la sconfitta dei democratici, il partito di Obama, che “I rampolli, i nipoti, i cugini hanno vinto, hanno perso, soprattutto hanno partecipato. Perché fanno parte del circo da sempre, hanno maggiori entrature, per loro è più semplice ottenere fondi. Soprattutto, perché hanno nomi noti, è più facile conoscerli e riconoscerli, e in un gigantesco Paese di gente spaesata possono essere rassicuranti.»