Servitori del Popolo

ESSERI STRANI VISTI DAL COSMO


ESSERI STRANI VISTI DAL COSMO Ho viaggiato a lungo, mentre ero assorto in un sonno profondo. Non so dire se quella “realtà” in cui ho vissuto fosse la mia dimensione spazio-temporale, ma di certo ivi c’era un clima sereno, una quiete paradisiaca, era “un altro mondo”, dove le istituzioni erano gli stessi cittadini, nel senso che erano questi le istituzioni,  il cosiddetto “Stato”. Posso giurare che non avevo bevuto (sono astemio), né mi ero impasticcato (non conosco prodotti del genere; non ne ho mai fatto uso, e lo consiglio vivamente a tutti i giovani, invitando chi purtroppo è già caduto nella rete ad uscirne subito e a darsi un ruolo civico nella società, anziché rimanere rintanato nel mondo della droga), per cui ero ben presente a me stesso e agli eventi che si svolgevano intorno. E così ho avuto modo di assistere alla scelta diretta e partecipata del rappresentante della comunità stellare, che per sette anni avrebbe assolto il compito di responsabile degli interessi collettivi. Era una cerimonia sobria, senza fronzoli, dove il delegato-presidente si confondeva con gli altri cittadini. Il suo “corredo di lavoro”, che gli veniva ufficialmente consegnato, era una semplice borsa di pelle scura in cui mettere i documenti e qualche biro e un taccuino su cui annotare gli appuntamenti. Il neo cittadino-presidente avrebbe regolarmente osservato l’orario di ufficio, come tutti gli altri cittadini, e avrebbe svolto la funzione in un apposito ufficio assistito da pochissimi collaboratori. Al termine della giornata il cittadino-presidente sarebbe ritornato a casa, dalla sua famiglia - separando nettamente il lavoro istituzionale con quello civico e sociale -, e un incaricato avrebbe chiuso a chiave l’ufficio, che sarebbe stato riaperto il giorno successivo. Mentre, però,  la cerimonia pubblica e all’aperto, a vista di tutti, era in corso per  i cittadini convenuti  si apriva un collegamento interstellare con un altro Paese (forse era l’Italia, ma non ne sono sicuro) e su uno schermo gigante apparivano le immagini di una analoga cerimonia politico-istituzionale  che si stava svolgendo in tale paese per l’insediamento del presidente di quella comunità. Lo scopo della proiezione era pedagogico, sarebbe dovuto servire come ammonimento, affinchè fosse ben chiaro a tutti  i presenti  il grave rischio nel quale può incorrere una comunità quando rimanga legata alle tradizioni secolari e non si proietti verso il futuro, i millenni successi alla preistoria e al medioevo, che perpetui rituali effimeri, ove  la disuguaglianza sostanziale è regina, perché tutti gli uomini sono diseguali, e le cariche pubbliche servono prevalentemente a fare la differenza tra i cittadini. Sullo schermo apparivano anche dei dati numerici: l’ufficio del presidente avrebbe avuto circa 1400 dipendenti  con un costo annuo di oltre settecento milioni di euro, in un paese dove molti cittadini hanno pensioni da fame (o non ne hanno affatto); inoltre, per festeggiare l’evento venivano esplosi anche 21 colpi a salve di cannone, e mentre il corteo con in testa il neo eletto con altri titolari di cariche pubbliche sfilava per le strade cittadine su un’auto d’epoca scoperta, con a seguito un plotone di mitici “guerrieri” a cavallo armati di spade e protetti da elmi e corazze, sorvolavano degli aerei militari che lasciavano nell’etere una scia tricolore, e tutto intorno il traffico cittadino di auto, moto e bus contribuiva a creare un'atmosfera folcloristica.  Per fortuna s’interrompeva il segnale così cessava la diretta, e l’ansia che aveva preso tutti svaniva d’un colpo. Tornava il sereno, e quel paese lontano nel cosmo svaniva nel nulla, perché lì tutto era il nulla. Il sonno riprendeva il sopravvento e il viaggio nel cosmo proseguiva.