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CRISI GRECA E CRISI MORALE E POLITICA . MSG. DEL 5 LUGLIO


CRISI GRECA E CRISI MORALE E POLITICA - MSG. DEL 5 LUGLIOCaro S.,anzitutto sento il dovere di attestare la stima, già peraltro manifestata in diverse occasioni, per la decisione di prendere le distanze da un partito - il P.D. - che pur di vincere ha rotto qualsiasi perimetro culturale, programmatico e ideologico (nel senso del laboratorio delle idee per una società giusta e solidale) e, ciò che è ancor più grave, ha abbandonato (o quasi) il suo elettorato storico, il "popolo di sinistra". Non vi è dubbio che i tempi cambino e che un partito debba necessariamente "governare i processi", ma dimenticare quale è la parte sociale che si rappresenta nella dinamica conflittuale è un grave errore oltre che un tradimento storico. Immagino che la scelta di staccarsi dal P.D. sia stata molto sofferta, e io che l'ho seguita dalle notizie dei mezzi di informazione ho anche ipotizzato che ci sarebbero state delle "rappresaglie" future. Purtroppo così vanno le cose della vita, e anche quando si possano avere delle valide ragioni alla fine è la legge del gruppo che prevale. Mi auguro, tuttavia, che il tempo consenta di ottenere il giusto ristoro dei danni subiti, sia politici che morali.Ciò detto, scrivo per consegnare la mia vicinanza al Popolo Greco, al di là di come andrà il risultato referendario. Su questo sono ormai concentrati tutti, ma è solo per ottusità e assenza di conoscenza. Il dato, invece, più significativo, che è stato trascurato, ma che costituisce l'anima della vicenda è "l'assemblea" (l'ecclesia) che si raduna per decidere su un tema di primaria importanza per il Paese, così come quando il popolo si ritrovava sulla pnice per decidere sulla guerra o sulla pace. Lo so che tutto questo appare strano, ma la vera democrazia si esprimeva così, e se ora l'Europa non la comprende è perchè l'Unione è nata con decisioni prese dall'alto e non ha mai dato uno spazio attivo ai cittadini, oltre ad un Parlamento che non legifera. La fase che stiamo vivendo vede la finanza come protagonista che tiene in ostaggio i cittadini dei vari Stati europei. Non è facile uscirne, senza subire gravi conseguenze, perchè ci siamo infilati nel circolo vizioso "creditori e debitori", dove i primi si sono trasformati in usurai, ma i secondi hanno dissipato risorse non per lo sviluppo ma per soddisfare la propria voluttà epicurea. Bisogna pensare ad un nuovo modello di società, sia italiana che europea, fondato sulla partecipazione dei cittadini, ma occorre che questi abbandonino i demagoghi e le utopie, per perseguire e affermare, come consigliava Socrate, le virtù e non i vizi e i piaceri.E allora, in attesa di un incontro personale, auguro un Buon viaggio in Grecia, la culla dell'umanità e della democrazia.T. R.