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L'UOMO È MISANTROPO ?


L'UOMO È MISANTROPO ?Aristotele sosteneva che "l'uomo è un animale sociale per natura". Da qui ne è derivato che secondo l'opinione comune l'uomo tende a realizzare sempre forme aggregate e istituzioni comuni, la maggiore delle quali è lo Stato. Ma se non fosse così ? cioè, se le costituzioni del gruppo e delle istituzioni avvenissero, invece, secondo ragione, ossia per meglio combattere e difendersi dagli altri, siano questi delle specie diverse siano gli appartenenti alla stessa specie umana ? Non vi è dubbio che in questi casi più che la natura sarebbe la ragione a spingere l'uomo verso forme di "coalizione" e non la natura, come tendenza innata. Ma c'è un modo per poterlo verificare ? Forse si. E allora vediamo. Esistono moltissimi uomini, anche definiti misantropi, che cercano ad ogni costo di  isolarsi dagli altri; che desiderano ardentemente di stare lontani dagli altri, ed avere una propria indipendenza, autonomia, coltivando l'individualismo. Essi stanno volentieri lontani dagli altri, soprattutto dalle masse, verso cui avvertono insofferenza, ostilità e perfino odio; non vogliono assolutamente avere relazioni con quelli della stessa specie, anche perchè si sentono diversi per cultura, ricchezza, blasoni degli antenati, sangue blu. La tendenza "naturale", pertanto, sarebbe quella di vivere isolati e non in comune con altri uomini della stessa specie. Se ne deduce, perciò, che è la ragione a "spingere" gli uomini a coalizzarsi, a costituire le famiglie, i villaggi, le città e lo Stato. Ma la ragione, come si sa, è sempre in perenne conflitto con la natura, con l'istinto, né d'altronde potrebbe esistere l'individualismo senza il "comunismo". L'uno, infatti, implica e giustifica l'esistenza dell'altro, secondo la regola delle coppie in antitesi. Ma che cosa accade se al vertice dello Stato  e delle istituzioni approdino degli uomini che hanno avversione nei confronti delle "comunioni", da cui scaturiscono i principi di eguaglianza, equità e di giustizia sociale ? Succede che i provvedimenti legislativi saranno esclusivamente, o prevalentemente, a tutela degli interessi individuali, o di singoli gruppi di potere, mettendo al bando i principi della solidarietà che stanno a fondamento della comunità. In questi, casi, allora, a tutti i cittadini che hanno un'idea organizzativa comunitaria non rimane altra soluzione che rafforzare il proprio legame in divergenza con gli individualisti che hanno occupato il potere, constatando che questi sono certamente peggiori di loro, perciò devono salvaguardare la propria moralità e la propria coscienza da provvedimenti infetti.