Servitori del Popolo

CRIMEA, di Genuario BELMONTE


CRIMEA, di Genuario BELMONTESono veramente pochi gli scienziati in Italia che amano il proprio lavoro e che sono realmente competenti e che sono dotati di intelligenza non comune. Tra questi rientra a pieno titolo il Professore Genuario Belmonte, ordinario di Biologia marina presso l'Università  degli studi di Lecce. A 24 anni egli aveva già conseguito due lauree col massimo dei voti, che gli hanno consentito di vincere tutti gli ostacoli che intralciano il percorso dei "montanari" (come ama lui definirsi, per le radici Lucane) che non hanno blasoni in famiglia ma umili origini. In questa occasione, però, non sono i suoi numerosi e preziosi lavori scientifici ad essere richiamati bensì il suo recente saggio dal titolo "Crimea", che racconta una sua personale esperienza professionale, che ha avuto inizio alcuni anni addietro (fine anni novanta), quando l'URSS era avvolta da una "cortina di ferro" impenetrabile dall'occidente, il quale, per questo, la dipingeva come "il diavolo rosso" pur non possedendo migliori titoli morali da vantare.Il saggio, col sottotitolo "Un naturalista nella parte nascosta del mondo", edizioni Grifo, apre, attraverso la narrazione dell'Autore, una finestra su un territorio del tutto estraneo alla maggioranza dei cittadini, e risulta ancor più interessante a causa dei recenti fatti della Crimea che mediante referendum ha deciso di staccarsi dall'Ucraina e federarsi con la Russia.La narrazione è avvincente, come soltanto uomini di vera cultura sanno fare, ed è ricca di scenari che affascinano qualsiasi lettore, sia se incline a conoscere il mondo di altri popoli, sia per arricchimento del proprio bagaglio di conoscenze.Consiglio, pertanto, il saggio "Crimea" a tutti coloro che amano leggere opere serie, scritte da Autori seri e culturalmente preparati, ma lo consiglio anche a coloro che amano i "romanzetti" per poter constatare quanto può essere utile, almeno una volta nella vita, attingere le nozioni e i concetti da fonti di alto livello culturale e professionale.Mi piace soltanto chiudere qui questa segnalazione del saggio con una definizione della Fortuna data dall'Autore quasi all'inizio del libro per "interpretare" la sua "buona sorte", che a mio avviso riposa nella non comune intelligenza del Professore Genuario Belmonte: «sapersi abbandonare alle vicende che si propongono e agganciare il meglio che passa, senza forzare la ricerca in alcuna direzione preferenziale. È la vita che propone le strade da percorrere e non bisogna costruirle artificiosamente. Quando questo si riesce a fare accade che, se le cose funzionano, diamo loro la definizione di Fortuna».