Servitori del Popolo

TRA STORIA E LEGGENDA


TRA STORIA E LEGGENDALeggendo l'opera "Tra storia e leggenda" di Gaetano Zingales si coglie prima di tutto il profondo amore dell'Autore per la sua Longi, ma anche per la storia antica e recente della sua Sicilia; un attaccamento ancestrale e millenario, che ha anche visto la gens Zingales spesso avvicendarsi nell'amministrazione locale della cosa pubblica. La storia narrata, nella quale, però, l'Autore incastona  con abile maestria di romanziere avvincenti storie sentimentali e miti e leggende, va ben al di là del "piccolo mondo" di Longi (da Castrum Longum), un Paese della provincia di Messina, perché la sua origine risale ai Lacedemoni che partirono dalla madre Grecia e colonizzarono quel territorio nel lontano VI sec. d.C.. In una prima fase si insediarono nell'altopiano ma poi, a causa della franosità dei monti (fenomeno tuttora presente e ciclicamente ricorrente), scesero lentamente a valle. L'invasione, poi, dei Saraceni lasciò ferite mai rimarginate nel tessuto sociale, così come l'avvicendarsi dei feudatari del periodo normanno e i baroni della successiva epoca degli Aragonesi. Ma i "guai", in verità, non finiscono mai, sia per la "grande storia" dell'Italia sia per le piccole realtà locali come Longi. Questo Paese, infatti, fu, suo malgrado, coinvolto sia nel primo conflitto mondiale, consegnando alla Patria 29 giovani vite, sia nella seconda guerra mondiale, in cui persero la vita 16 cittadini oltre a cinque dispersi, mentre molte donne e cittadini subirono abusi e violenze fisiche e sessuali da parte di molti soldati dell'esercito americano in occasione della cosiddetta "liberazione". Anche la dittatura fascista, con il ruolo formale del Podestà e quello politico del segretario della locale sezione del P.N.F., ha attraversato la storia di Longi. Così come le grandi migrazioni per le Americhe, sia agli inizi del novecento che negli anni sessanta, le quali, aggravate dai problemi economici degli ultimi anni, hanno ridotto il numero degli abitanti da circa 2500 a 1600 circa. Eppure il Paese ha avuto e tuttora alimenta una vivace attività culturale e ricreativa, sia con rappresentazioni teatrali sia con concerti musicali (nei tempi passati aveva anche un complesso bandistico di oltre cinquanta elementi); a ciò si abbinano anche le tradizioni folcloristiche e religiose (la "Vara" con cui portano in processione il Santo protettore, San Leone, la "nuvena" e la "chianata") che contribuiscono ad animare il senso della comunità. Ma l'Autore intende essere anche propositivo e così, con l'opera, formula delle proposte di "rinascita" e di sviluppo del Paese. Si può, perciò, senza alcun dubbio sostenere che l'opera di Zingales costituisce un valido documento storico, culturale ma anche progettuale che travalica i limiti della sua Longi per innestarsi in modo attivo e propositivo nel contesto territoriale, mediante relazioni con le comunità e le istituzioni vicine e siciliane, nonché nel più ampio processo mondiale della globalizzazione. Una sfida difficile, certo, ma da condividere e da emulare.