Servitori del Popolo

ONOREVOLE CONTADINO E OPERATORE SANITARIO EMERITO


Il filosofo Galimberti sostiene che "l'identità è un dono sociale". Nessuno nasce con  una propria identità ma è la società che te l'attribuisce. Forse ha ragione. E perciò tutti coloro che ritengano di essere altro, oppure anche altro, rispetto all'identità che viene loro attribuita dalla società, dovrebbero riflettere e comunque non farsi illusioni. Non dovrebbero pensare, perciò, di essere degli artisti, dei poeti, degli scrittori, se, ad es., sono dei semplici uscieri o addirittura dei disoccupati. Personalmente,in verità, nutro dei forti dubbi al riguardo. So bene con quanta disinvoltura la società attribuisca oggi tanti titoli, come ad ed. quelli di onorevole, di emerito, eccellenza, eminenza e altri ancora. Perciò, anche se fossi controtendenza, penso di poter mettere in dubbio la fondatezza dell'unicità della fonte sociale dell'attribuzione dell'identità personale e dei relativi titoli onorifici. E così mi viene da pensare alla prima fase del lockdown durante la quale grazie ai prodotti agricoli è stato possibile resistere  da reclusi nelle proprie abitazioni. Cosi come grazie all'opera dei sanitari è stato possibile lottare contro la pandemia. E allora, precisato che i titoli e le identificazioni delle persone solo mediante il ruolo o la funzione non hanno alcun senso  credo che oggi sia più che mai doveroso rivolgersoi soprattutto ai contadini e agli operatori sanitari mediante il titolo di onorevole e di attribuire agli stessi il titolo di emerito quando cesseranno di svolgere la loro fondamentale attività sociale e professionale. In attesa, ovviamente,che l'eguaglianza democratica cancelli dall'ordinamento politico tutti i residuati onorifici che Montesquieu definiva come tipici del regime di governo regale e aristocratico.