Pezzi di vetro

Potessi almeno costringere...


Potessi almeno costringerein questo mio ritmo stentoqualche poco del tuo vaneggiamento;dato mi fosse accordarealle tue voci il mio balbo parlare: –io che sognava rapirtile salmastre parolein cui natura ed arte si confondono,per gridar meglio la mia malinconiadi fanciullo invecchiato che non doveva pensare.Ed invece non ho che le lettere frustedei dizionari, e l’oscuravoce che amore detta s’affioca,si fa lamentosa letteratura.Non ho che queste paroleche come donne pubblicates’offrono a chi le richiede;non ho che queste frasi stancateche potranno rubarmi anche domanigli studenti canaglie in versi veri.Ed il tuo rombo cresce, e si dilataazzurra l’ombra nuova.M’abbandonano a prova i miei pensieri.Sensi non ho; né senso. Non ho limite.(Eugenio Montale)