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Post N° 597


Questa mattina mentre mi recavo presso un’azienda per lavoro sono passato nel quartiere dove ho vissuto quando avevo 5-7 anni, era il lontanoccio ’78-’81… ho sempre avuto un bellissimo ricordo di quel quartiere, ai tempi appena costruito, un quartiere giardino, indipendente, di quelli con i palazzi tutti uguali stile anni ’70, si chiama “Fonte Meravigliosa”, sebbene non avesse ancora il verde di oggi (mi ricordo ovunque zolle di terra e fili elettrici, attrezzi da cantiere e strade sterrate) per noi bambini era un vero paradiso! Giocavamo dietro le montagnole di sabbia a cowboy e indiani tirandoci di tutto, avevamo costruito una sorta di zattera con la quale “navigavamo” nelle fondamenta di un enorme supermercato allagate ad ogni temporale, catturavamo le farfalle con il retino (poverine!!!), quelle bianche, quelle che non esistono più… avevamo una casa su un albero costruita con le assi di legno che usano gli operai nei cantieri, giravamo in bicicletta in questo quartiere-isola liberi, senza paure… vi era persino una grotta con tanto di pipistrelli  dietro un canneto con una piccola palude, dove passavamo le ore a rincorrere i girini e torturare le lucertole… Questa mattina non ho resistito ed ho ripercorso la stradina dove abitavo, dal nome quasi impronunciabile (Seismit Doda): d’incanto sono stato letteralmente investito da una serie di ricordi, di quelli belli legati all’innocenza, allo stupore, alla magia dell’infanzia… ho provato molta nostalgia e malinconia, eravamo una famiglia giovane, molto unita, con papà in carriera, mamma dedita alla casa, una sorella appena nata, la prima casa “bella” con il parquet, il giardinetto davanti pieno di belle piante e la terrazzana sul retro, arredamento anni ’70, il giradischi, la TV grande, tante speranze ed illusioni… insomma la favola di Adamo ed Eva!!! Lì ho imparato ad andare in bici: in un pomeriggio assolato mio padre su un piazzale di quelli rossi lucidi, mi lanciava con tutta la bici, sarò caduto una 50-ina di volte, facevo pochi metri e poi booom… la mattina dopo andavo sulla bici spedito, come per magia.  Appena ripreso, sembravo allucinato, mi sono ricordato esattamente quale fosse il portone giusto, ho scrutato il citofono ed ho visto un altro cognome all’interno 1, il nostro, e con sorpresa ho visto che i mitici vicini di allora (avevano due figli, uno coetaneo M, l’altro con 5 anni di più L.) abitano ancora lì… ad un certo punto sono uscite dal portone 3 persone, una signora mi ha chiesto insospettita (per fortuna che ero in giacca  e cravatta…) cosa e chi cercassi. le ho detto molto semplicemente la verità. Allora l’altra signora mi ha chiesto incuriosita dove abitavo nel 1978 e gli ho indicato il giardino che era proprio davanti a noi… lei ha quasi urlato il mio nome e: “come sei cresciuto! Che bel giovanotto”. E’ stato un incontro bellissimo, abbiamo parlato per un bel po’ dei suoi figli, del marito purtroppo scomparso qualche anno fa, del divorzio dei miei e del passato… la cosa che mi ha stupito è che lei mi sembrava avesse la stessa età di allora, perché allora mi sembrava già vecchietta, avevo 5 anni e gli adulti ti sembrano dei vecchi, ora è sui 60 anni,  portati bene…