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Post n°126 pubblicato il 16 Ottobre 2015 da les_mots_de_sable
La sensibilità è la capacità di percepire attraverso i sensi degli stati d'animo particolarmente sottili da non essere così evidenti e quindi visibili a tutti, sia per impreparazione, sia per volontà di escludere questa "pratica" così inutile perché spesso ritenuta forma di debolezza che mal si concilia con la jungla della vita odierna.
Impegnandosi la si potrebbe anche sviluppare, ma difficilmente rientra tra gli obiettivi umani, specialmente se parliamo di uomini, tra i quali è diffusa la leggenda metropolitana che lasciarsi andare alla sensibilità sminuisca lo status di Uomo tutto d'un pezzo, come si suol dire.
Lo sbaglio più evidente è sottovalutare la capacità di saper miscelare sensibilità e determinazione che in fondo non è altro che un'estensione dell'intelligenza, cui tutti pensano di essere superdotati.
Bisognerebbe allora ricordare che l'intelligenza corre sul filo sottile dell'arroganza, della pienezza di sé e quindi ben lontana dalle qualità umane apprezzabili.
Non risulta al momento nessuna sorta di bancarella che può distribuire, neppure "pagando il giusto" quantitativi più o meno grandi di sensibilità, ma l'impegno e la volontà possono determinare la differenza.
La donna che generalmente di sensibilità ne possiede più di altri, riesce a gestirla meglio, certo a volte è un po' troppo evidente e andrebbe celata per non offrire il fianco sul quale affondare la lama, ma questo non fa altro che mettere in evidenza il lato femminile. Quella femminilità che sempre di più viene ad essere sopraffatta dalla tendenza della donna ad eguagliare l'uomo.
La sensibilità non è una malattia infettiva dalla quale proteggersi. Può "colpire" uomini e donne in misura diversa, ma sicuramente nell'uomo non sminuirà il suo essere tutto d'un pezzo e può indubbiamente palesare al meglio quel lato determinato e saldo del proprio carattere, che magari così tanto piace alle donne di un certo tipo. La vera intelligenza sta nel saper leggere tra le righe, tra le pieghe delle persone che si hanno davanti, confondendo fermezza e attenzione a non urtare quella sensibilità che tutti abbiamo e che molti negano di avere.
La sensibilità deve essere un ponte che mette in comunicazione due parti che in fondo si cercano e non deve servire per poter affondare alcuna lama nei momenti in cui l'illusione svanisce nella nebbia dell'ipocrisia. la sensibilité a pétales délicats ne pas ruine
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Accostare l’intelligenza all’arroganza trovo che sia una grande intuizione.
Non rintraccio rabbia in questi scritti, ma la presenza di tanta disillusione e delusione.
Non sono abituato a lasciare complimenti e saluti, se leggo dico la mia, giusta o sbagliata che sia, quindi perdona i miei eventuali errori di valutazione nei confronti dei tuoi scritti e del tuo blog.
Sono passato altre volte da questo luogo con soggezione, ora pare poco frequentato (sarà forse per i contenuti che non possono lasciare indifferenti o infastidiscono la persona che si sente messa sotto pressione?) forse questo, contradditoriamente, mi permette di accostarmi con meno paure.
Aggiungo che è forte e palese anche il tentativo di incidere sul cambiamento dei comportamenti (sempre quello che sento da quaggiù o quassù).
Un po' tosto questo dialogo, alleggerisco con un semplice e scontato :) che la vita già fa piangere per conto suo.