
Negli anni Ottanta, quando il fenomeno AIDS esplose nel mondo, le principali cause di contagio riguardavano i giovani.
Soprattutto tossicodipendenti che, scambiandosi la siringa con la droga iniettabile, diffondevano il contagio all'interno del gruppo e ad occasionali compagni.
Il comportamento a rischio di molti di questi giovani, la cui fascia di età andava dai 24 anni per le donne ai 29 per gli uomini, contribuì anche a diffondere la credenza che l' HIV fosse un rischio solo per drogati ed omosessuali (molto spesso tossicodipendenti che si prostituivano per pagare la droga). Per molto tempo quindi, sul contagio, sui rischi e sui comportamenti pericolosi legati all' AIDS, ci fu confusione e cattiva educazione.
Negli anni Novanta si ebbe uno sconcertante innalzamento di nuovi casi, tendenza che si registrò sia in Italia che nel mondo, fortunatamente contrastata dalla scoperta e dalla messa in uso di farmaci antiretrovirali.
Grazie a questa nuova terapia i decessi sono andati via via diminuendo ma resta il problema, grave e sottovalutato, del comportamento a rischio.Oggi infatti sappiamo bene di non poter inquadrare i casi di HIV all'interno di nuclei sociali definiti, come si fece negli anni Ottanta per tossicodipendenti o omosessuali e prostitute. Oggi dobbiamo inquadrare i casi di contagio all'interno di un sistema di comportamenti a rischio che nonostante 30 anni ed oltre di campagne di prevenzione, vengono costantemente messi in atto intorno a noi.
Se negli anni Ottanta la fascia di età delle persone contagiate era 24 - 29, oggi siamo sui 38 per le donne e 41 anni per gli uomini. Un dato che genera perplessità se si pensa allo status sociale che , almeno in Italia, hanno gran parte delle persone di questa età. Eppure sono proprio gli "adulti" eterosessuali le principali vittime del contagio oggi nel nostro Paese.
Le cause? Il sesso non protetto prima di tutto. Diffusissima tra gli uomini la pratica di fare sesso a pagamento senza protezione; diffuso oggi, nel costume nazionale, l'approccio sessuale di una notte, magari in un locale notturno. Avventure di poche ore che possono costare caro se si aggiungono i dati sull'immigrazione in Italia.
L' incremento dell'afflusso di stranieri ha causato, purtroppo, anche un numero a parte di casi di HIV / AIDS conclamato. Molti degli immigrati arrivano da Paesi colpiti dall'endemia, dove cioè l' HIV è una piaga incontrollabile: dall' Africa arrivano soprattutto casi di madri infette, adolescenti malati e adulti che non hanno mai ricevuto cure adeguate.
Il contagio in questa area del mondo, è soprattutto sessuale. Nell' Europa dell' Est invece il contagio viene causato dall' uso dilagante di droghe iniettabili che inducono il classico comportamento a rischio dello scambio di siringa.
In Italia, il contagio sessuale è quindi facilitato da una combinazione di fattori: l' uomo (ma anche la donna) che cerca un rapporto sessuale occasionale, non protetto.
Il test
Il test dell' HIV sembra generare una sorta di intolleranza negli italiani. Il 50% dei casi riscontrati nel nostro paese rientra in una classifica definita "con ritardo di diagnosi". Questo accade perchè molti dei pazienti si presentano nelle strutture ospedaliere solo ai primi segnali evidenti della malattia, spessissimo ignari del fatto che si tratti proprio del virus.
Sono sempre poche, pochissime, le persone che ogni anno si sottopongono al test, importantissimo per prevenire gli effetti della malattia.
Ad oggi, con i farmaci antiretrovirali, il decorso della malattia viene rallentato notevolmente: le aspettative di vita si allungano, il paziente è in grado di affrontare più serenamente il suo futuro e soprattutto, c'è una presa di coscienza più forte del proprio comportamento verso il prossimo.
Ma cos'è e come funziona il test?
Serve ad accertare se sei stato infettato dal virus dell' HIV. Se il test scopre una reattività al virus, sarai clinicamente definito come sieropositivo. Questo non significa automaticamente che hai sviluppato l' AIDS: avere l' HIV significa avere il sistema immunitario contrastato da particolari antigeni virali.
Contro questi antigeni, il corpo crea degli anticorpi che però non riescono a proteggere il sistema dall' infezione. Questo status è infettivo per gli altri e potrebbe non evolversi mai in AIDS conclamato.
L'AIDS conclamato si ha quando, dopo particolari esami clinici, si riscontra una evoluzione inarrestabile della carica virale che danneggia inesorabilmente il sistema immunitario.
Con le terapie farmacologiche di cui disponiamo oggi, molto spesso l' AIDS non viene sviluppato: questo non significa che se il tuo test è positivo all' HIV tu debba ignorarlo. La prontezza nel supporto clinico e psicologico è una delle armi principali per combattere questa malattia.
Ricorda che dal momento del rapporto a rischio, se sei stato contagiato, possono passare da uno a tre mesi prima che sia possibile evidenziare con il test la presenza di anti-HIV; questo periodo di stallo si chiama "periodo finestra" e il test potrebbe risultare negativo anche se sei infetto. Per questo motivo è sempre consigliato fare almeno 2 test a distanza di un paio di mesi l'uno dall' altro.
La percentuale di esattezza del test, chiamato EIA, è del 99,9% e si legge nel seguente modo:
- risultato negativo: nessuna reattività anticorpale
- risultato positivo: reattività anticorpale alla gp120/160 (HIV)
- indefinito: presenza di qualsiasi altra reattività corpale che non rientra nella categorizzazione di positivo
Sono capitati casi di falsa reattività al test ma oggi le probabilità di errore sono praticamente nulle.
Dove fare il test?
La legge italiana prevede sul territorio la presenza di uffici di testing and counseling HIV. Non è necessaria l'impegnativa del medico curante ma si accede direttamente alla trafila per fare in modo anonimo e gratuito il test. Generalmente questi ambulatori sono presenti nei principali ospedali della provincia, nel reparto di malattie infettive.
Link utili
www.iss.it - Sito dell' Istituto Superiore della Sanità
www.ministerosalute.it
www.unaids.org - Sito in inglese gestito dall' Organizzazione Mondiale della Sanità
Ho voluto trattare l'argomento AIDS, perche' comunque interessa tutti noi, il rischio esiste ancora, purtroppo, ed e' molto alto, anche se, pare se ne parli meno...anche gli organi d'informazione...sembrano nascondersi di fronte alla dilagazione della malattia...i consigli, restano i soliti, che potete leggere anche nel post, ma credo che la cosa importante sia ripetere sino alla noia, che chi fa sesso, con partner occasionali, si protegga...per non dover pentirsi nel dire..."ma senza...l'ho fatto solo una volta" Anche qui troverete link interessanti, per aggiornarvi sul problema o per chiedere aiuto e consigli...Sabrina.
Inviato da: biagiovideoteca
il 31/03/2015 alle 11:37
Inviato da: avvbia
il 31/03/2015 alle 01:25
Inviato da: aldo.giornoa64
il 31/03/2015 alle 00:15
Inviato da: biagiovideoteca
il 05/03/2015 alle 12:10
Inviato da: avvbia
il 04/03/2015 alle 19:54