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SEXSOMNIA


Da qualche tempo gli scienziati hanno tra le mani un nuovo rompicapo in attesa di spiegazione e, soprattutto, di una soluzione. Si tratta di una rara patologia che colpisce gli affetti da sonnambulismo e li porta a chiedere o a fare sesso mentre sono effettivamente addormentati. Questa sindrome si chiama sexsomnia (o sessosonnia, italianizzando il termine) ed è stata portata alla ribalta recentemente da un caso di cronaca che ha visto protagonista, il 19 novembre scorso, un militare britannico della Royal Air Force, Kenneth Ecott, il quale, dopo una festa a base di alcolici per il compleanno di un suo amico presso il Royal British Legion Club di Poole, ha violentato una ragazza di quindici anni che, con la sua famiglia, si era coricata e addormentata sui materassi gonfiabili messi a disposizione del club. Successivamente il giovane ha riferito di non essersi assolutamente accorto dell’accaduto e di essersi ritrovato nudo per la strada senza capire cosa fosse successo. Al processo ha dichiarato: “Sono andato a dormire. Dopo, mi sono ritrovato in mezzo alla strada, nudo. Sono rientrato, e l'ho sentita piangere: tutto mi è tornato in mente. Tutti mi chiedevano: 'Cosa hai fatto?', ma io non sapevo rispondere, non potevo crederci”.Kenneth Ecott era entrato nella Royal Air Force nel 2004 ed era stato in missione in Afghanistan e in Iraq: dopo queste esperienze aveva iniziato a soffrire di insonnia e sonnambulismo. Il giudice ha creduto alle dichiarazioni del ragazzo e lo ha assolto, ma si apre ora il dubbio: accettando la possibilità che Kenneth Ecott soffra realmente di questa patologia, sussiste il rischio che la sexsomnia diventi un alibi per gli stupratori?Gli scienziati stanno studiando solo da pochi anni le caratteristiche e i sintomi di questa sindrome e ancora sono lontani dal darle un volto ben definito: si sa soltanto che la maggior parte delle volte il sesso nel sonno avviene tra persone che sono già partner e che, statisticamente parlando, è molto più frequente di quanto si pensi, tuttavia chi soffre di questo disturbo raramente ne parla col medico, proprio per l’ovvia natura imbarazzante del problema. Per aiutare chi è soggetto a questa patologia, Michael Mangan, psicologo all'Università del New Hampshire (U.S.A.), ha aperto un sito internet, www.sleepsex.org.Roberto Mutani, primario di neurologia all’ospedale Molinette di Torino nonché responsabile del Centro di medicina del sonno, afferma che di sonnambulismo soffre il 5% degli italiani e di sexsomnia un italiano su cento. Secondo uno studio condotto nel 2003 dai ricercatori Saphiro, Trajanovic e Federoff dell’Università di Toronto, questi episodi, che vanno dall’autoerotismo al vero e proprio assalto nei confronti di un’altra persona, hanno luogo durante le fasi del sonno ad onde lente (NREM) e si distinguono dal comune sonnambulismo per tre caratteristiche: 1) risveglio automatico più marcato; 2) attività motorie relativamente ristrette e specifiche; 3) frequente presenza di stati mentali legati al sogno.La differenza di base che separa il sonnambulismo comune dalla sessosonnia sta nel fatto che nel primo caso i comportamenti e le azioni del sonnambulo non sono complesse e questi non interagisce con la realtà che lo circonda, mentre nel secondo caso le azioni compiute dal soggetto sono, in determinati casi, molto più complesse e organizzate, tanto che alcuni soggetti riescono a scegliere che tipo di rapporto sessuale avere. In entrambi i casi, al risveglio la persona non ricorda nulla. Al momento non esiste una terapia mirata per risolvere il problema, tuttavia se ci si accorge di soffrire di tale disturbo è bene rivolgersi a centri specializzati per la cura dei problemi del sonno e del sonnambulismo.