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GENERAZIONE POST-GAY


"I ricercatori hanno trovato scioccante che l'11% delle ragazze americane tra i 15 e i 19 anni dichiari di avere rapporti omosessuali. È chiaro che non hanno mai osservato i rituali sociali dei teenager americani!". Così Alex Morris, giornalista del settimanale USA "New York", presenta l'indagine condotta presso la Stuyvesant High School di New York. Partendo dai risultati di una ricerca sul comportamento sessuale dei giovanissimi condotta dal Centro Nazionale di Statistiche sulla Salute, lo studio si è posto come obiettivo di mettere in evidenza luci ed ombre della sessualità giovanile. Ciò che sorprende ad una prima lettura del resoconto, è la varietà di termini usati dagli studenti per definire la propria identità sessuale e quella dei loro coetanei: etero-flessibili, poli-sessuali, pansessuali, bi-omosex, fluidi, ambisessuali, e il più diffuso "whatever". Proprio quest'ultimo è, infatti, il più adatto ad indicare le principali caratteristiche della sessualità delle nuove generazioni. Whatever, in italiano "qualunque cosa". Termine indefinito come indefinita è la condizione di coloro che non possono, né vogliono, definirsi etero, gay, o bisex.I teenager non ritengono, infatti, che sia la loro sessualità a definirli come persone. Sono, perciò, completamente indifferenti alle proprie ed altrui scelte sessuali. Ciò che li contraddistingue è la totale disponibilità a superare, senza pregiudizi né sensi di colpa, i tradizionali confini di genere. Atteggiamento che dà vita al cosiddetto "cuddle-puddle" (coccole senza frontiere), diffuso non solo tra gli studenti della Stuyvesant. Esso consiste nello scambio di effusioni, più o meno intime, tra ragazze, tra ragazzi o tra ragazze e ragazzi. Il tutto alla piena luce del sole, senza alcun tipo di tabù o vergogna.