theSEXword®

MILITARI GAY TRA SILENZI E VIOLENZE


L'esistenza di militari omosessuali è una realtà troppo spesso taciuta o negata. Ma in molti paesi si fanno passi avanti e se ne comincia a discutere senza ipocrisieMi hanno messo un sacchetto di plastica in testa, mi hanno strappato i vestiti e sono stato costretto a fare sesso con altri due ragazzi. È la prima volta che racconto quanto accaduto quella notte. Mi vergognavo di me stesso”. Con queste parole il modello statunitense Reichen Lehmkuhl ha denunciato in un’intervista Tv la violenza sessuale subita durante gli anni nei quali prestava servizio militare nell’Aviazione statunitense.Rilasciata in occasione dell’uscita della sua autobiografia "Here's What We'll Say: Growing Up, Coming Out, and the U.S. Air Force Academy" (“Ecco cosa vi diremo: crescere, fare ‘outing’ e l’accademia militare nell’Aviazione”), nell’intervista alla rete nazionale ABC Lehmkuhl, famoso per la sua avvenenza fisica ma anche per essere il compagno della popstar americana ex N’Sync Lance Bass e per aver vinto la quarta edizione del reality show “Amazing Race”, ha manifestato la sua intenzione di squarciare il velo di silenzio che copre l’omofobia dilagante nell’esercito statunitense, contro la quale, a giudizio del modello, troppo poco viene ancora fatto dai vertici politici e militari.Come tantissimi altri suoi connazionali omosessuali che scelgono di prestare servizio militare, Lehmkuhl ha dovuto accettare la regola che vige nell’esercito Usa, quella del “Don’t Ask, don’t Tell” (“non chiedere e non dire”) che costringe gli omosessuali a nascondere il proprio orientamento sessuale, ma che non impedisce che le illazioni o le “scoperte” fatte dai commilitoni, si trasformino in pressioni psicologiche e angherie, fino ai casi più drammatici come quello denunciato da Reichen.La politica dell’esercito statunitense prevede infatti il congedo immediato per coloro che manifestino a parole o nei fatti la propria omosessualità, sia essa maschile o femminile, ma non prevede che siano le autorità a chiedere di esplicitare i propri orientamenti sessuali al momento dell’arruolamento o dell’addestramento.Tutto ciò si trasforma in un vero e proprio incubo per tutti coloro che, considerando loro dovere di buoni cittadini americani quello di prestare servizio nell’esercito, pur di non essere scoperti sono costretti a vivere nella menzogna e nel timore, sopportando passivamente un ambiente fortemente omofonico.Tra il 1994, anno dell’entrata in vigore della nuova legislazione militare riguardante l’omosessualità nell’esercito, e il 2001 sono stati oltre 7.800 i militari Usa congedati per manifesta omosessualità, ma il primo caso di congedo per un militare statunitense gay risale al 1778, praticamente nel momento stesso della nascita delle forze armate.Tantissimi altri, come Reichen Lehmkuhl, hanno invece sopportato in silenzio portando a termine il periodo di servizio, congedandosi anche con una menzione d’onore.Tanti paesi occidentali si sono mossi in questi ultimi anni per contrastare l’omofobia che vige nelle forze armate di ogni paese, tra questi Gran Bretagna, Germania e Canada, anche se questi sono ancora lontani dall’”eccellenza” raggiunta da Israele e Spagna, dove l’omosessualità non è solo tollerata ma può essere manifestata apertamente: notizie al riguardo recentemente diffuse dalla stampa ci hanno infatti raccontato del primo matrimonio omosessuale tra due militari spagnoli e del concorso di bellezza, indetto alla luce del sole da un reparto dell’esercito israeliano, le cui iscrizioni erano aperte ai solo militari gay, mettendo in pratica così una forma di goliardia cameratesca decisamente migliore di quelle diffuse in tanti altri eserciti.E anche negli Usa le cose sembrano muoversi positivamente, nonostante le reticenze e ostilità della politica e dei vertici militari: si moltiplicano le manifestazioni di soldati gay contro la politica del “Don’t Ask, don’t Tell”, e ci si augura che le ammissioni di personaggi pubblici come Reichen Lehmkuhl possano contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica, troppe volte schiacciata tra l’ipocrisia e la cattiva informazione.Purtroppo sono da registrare anche le brutte notizie: immediatamente dopo l’intervista rilasciata dal modello Usa sono puntualmente arrivate per lui e il suo compagno le minacce anonime da parte di chi avrebbe preferito che la realtà di violenza subita continuasse a essere taciuta. Ma Lehmkuhl e il suo compagno non hanno intenzione di tirarsi indietro e hanno ribadito la volontà di non tornare a nascondersi.Un esempio che ci si augura venga seguito da sempre più persone, negli Usa e negli altri paesi democratici, e speriamo presto anche in quelli che continuano a vivere sotto dittatura.E anche in Italia, dove la politica del “Don’t Ask, don’t Tell” vige incontrastata da decenni.Per quanto concerne il tema omosessuale...trovo che nel 2007 non si dovrebbe neppure piu' parlarne...purtroppo non solo in USA ma in tutto il mondo, i militari e non solo, subiscono,loro malgrado, tali angherie...ma sono altresi' convinta che se ne potrebbe parlare, ragionare all'infinito ma chi pensa che l'omosessuale sia da ghettizzare, continuera' a farlo ad oltranza!senza curarsi dei sentimenti, anima, cuore, di persone normali che chiedono solo alla societa' di poter vivere la loro "diversita'"senza dover rendere conto a nessuno!Sabrina.