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NELLE CAVERNE


LONDRA – Non è vero che i cavernicoli facevano l'amore solo per riprodursi. Come noi, forse anche più di noi, lo facevano per puro piacere, con l’ausilio di “giocattoli”,Lo ha scoperto un gruppo discienziati dell’università di Bradford, capitanati da Timothy Taylor,uno studioso di archeologia che ha passato la vita a studiare centinaiadi dati relativi alla vita dei nostri antenati. Taylor haraccontato al Sunday Times: «Finora si pensava genericamente che, fra i nostri antenati, fosse esclusivamente ascopi riproduttivi. E si pensava che questo fosse l’atteggiamento“naturale” verso l’interazione. Oggi, grazie a questascoperta, possiamo formulare una nuova teoria».RITROVAMENTI - Una statua della fertilità, studiata nella ricerca, erisalente a più di 30mila anni fa, riporterebbe segni evidenti chedimostrano come i rapporti avessero ben altri scopi oltre a quelli meramentebiologici. Un antico fallo in pietra, ritrovato in una caverna inGermania e studiato attentamente, dimostrerebbe come gli scambi dicoppie e i «giocattoli» fossero normali anche allora. Lateoria, elaborata da Taylor e pubblicata nel «Manuale dell’evoluzionedella sessualità umana», edito da Haworth Press, avanza l’ipotesi chel’atteggiamento verso il piacere, anche nei cavernicoli, rispecchiava unacomplessa rete di emozioni. Il fatto che, a differenza delle scimmie,i nostri antenati (Taylor si riferisce ai primi ominidi cheesistevano dai 300mila ai 100mila anni fa) non fosse così facile dadistinguere, ha fatto diventare importantissime le relazioni nei rapporti sociali tra i diversi clan. «Il rapporto vis-à-vis, ovverofaccia a faccia, diventò la relazione interpersonale più importanteall’interno delle comunità degli uomini delle caverne, fulcro dicomunicazione e di grande inventiva», ha dichiarato Taylor. Loscienziato ha poi aggiunto che anche la monogamia è un concetto«piuttosto recente», che arrivò con la fine della vita nomade el’introduzione dell’agricoltura.Corriere.it