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una coppia su 10 lo pratica


Notizie alquanto interessanti e forse anche un po’ inaspettate arrivano dal Congresso della Federazione Europea della Sessuologia: tra orribili allarmi sui baby stupratori e la pillola di Biancaneve, al Congresso si è tenuto anche un workshop sul BDSM, che ha svelato risultati sorprendenti. Cos’è il BDSM? E’ tante cose, davvero tante. Un acronimo più prolifico di questo non si è mai visto, infatti BDSM sta per Disciplina, insomma c’è di che parlare. Pratiche alternative, che sfiorano la soglia del dolore e a volte la superano, che spolpano fino all’osso la fantasia, che stroncano sul nascere la routine; il BDSM annovera soprattutto oggetti e strumenti per essere praticato (che costano anche molto), che fanno diventare il corpo un tutt’uno con fruste, corde, tutine, ferraglia e quant’altro. Pratiche che quindi hanno anche il loro simbolismo: "Le corde - spiega Alberto Caputo, psichiatra e psicoterapeuta dell'Associazione italiana sessuologia psicologia applicata, nonché coordinatore del famoso workshop sul BDSM - rappresentano il legame orizzontale tra lui e lei, la forte complicità e unione. Le fruste il legame verticale, tra dominatore e dominato". Ma fin qui niente di nuovo, almeno per gli esperti e gli “addetti ai lavori”. La notizia è che in Italia, contrariamente a quanto la falsa pudicizia e il finto perbenismo, nonché alcuni retaggi culturali consistenti e duri a morire fanno credere, ci sono ben 3 città in cui il cosiddetto piacere estremo viene praticato maggiormente: Milano e Roma in primis, subito dopo la controversa Napoli. Il risultato stupefacente è che una coppia su dieci in tutto il territorio nazionale movimenta la vita notturna, sia a casa propria ma soprattutto nei privè e nelle feste organizzate ad hoc, con il BDSM. C’è da preoccuparsi? Secondo l’esperto assolutamente no. "Non siamo nel campo del sadomasochismo patologico – precisa Caputo - perché nel Bdsm non c'è la volontà di fare del male al partner senza il suo consenso, ma di esplorare le sensazioni più estreme. Le coppie che scelgono il Bdsm lo praticano  consensualmente e in sicurezza, perché non si superano i limiti che mettono a rischio l'incolumità - aggiunge Caputo - Si decide insieme una parola d'ordine che basta pronunciare perché l'altro si fermi. Nel sesso estremo il dolore e il piacere si confondono, d'altra parte non dobbiamo dimenticare che anche dal punto di vista neurologico i centri del dolore e del piacere sono l'uno vicino all'altro". Dolore e piacere, avrebbe detto qualcuno tanto tempo fa, si confondono in un binomio dalla storia eterna come l’umanità; e tutto nella consapevolezza e soprattutto nell’accettazione ragionata e convinta di situazione estreme: nessuna violenza, nessuna forzatura, nessun dolore “vero”.E il piacere “tradizionale” dov’è finito? Che cosa ne rimane? Cos’è ormai per chi si è dato a quello estremo? Una quisquilia, anzi loro lo chiamano piacere “alla vaniglia”. "Le coppie che praticano il Bdsm definiscono 'piacere alla vaniglia' quello praticato da chi si ritiene 'normale'. E questo perché il gelato alla vaniglia è il gusto base di tutti i sapori. Ma di gusti di gelato ce ne sono così tanti che, secondo loro - racconta l'esperto - vale la pena assaggiarli tutti". "I praticanti di Bdsm e' più di quanto non si pensi. A Milano e Roma, ma anche a Napoli, gli appuntamenti a feste a tema sono molto frequenti. Siti Internet o riviste specializzate riportano il calendario delle feste. In 50 o 500, in privè grandi come discoteche - assicura dal Congresso romano Ayzad, un esperto di Bdsm, autore di un libro considerato la 'bibbia' italiana del piacere estremo, intervenendo al workshop per raccontare questa realtà ai sessuologi - e' solo un modo per esibirsi o guardare".www.girlpower.it