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Lettera a Peppino Impastato (1978-2018)


 Caro Peppino,                                   sono già passati quarant’anni e non è cambiato nulla, ossia è cambiato tutto e in peggio, ma proprio in quel peggio che si paventava e che si poteva evitare, prevenire. D’altronde si potrebbe dire che ne fu segno premonitore la tua stessa morte, volutamente e mafiosamente catalogata come quella del solito bombarolo furioso, oscurata ancor più dalla concomitante morte di Moro, a sua volta architettata e coordinata dai suoi colleghi gerarchi di partito, ossia Andreotti, Cossiga e Zaccagnini, solo per citare i più infami DC.Tuttavia ciò che ti sorprenderebbe, ciò che ti sconvolgerebbe fin nell’intimo, se tu fossi ora tra noi, è proprio il fatto di sapere che questa Italia, dapprima stuprata dal nazi-fascismo e dalla guerra, poi depredata dall’orda del pentapartito e dal consociativismo tangentista parlamentare, e infine sventrata e squartata dalla realizzazione del Piano di Rinascita Democratica della P2, questa stessa Italia, ti dico, è stata data in pasto al Moloch della Globalizzazione. E a tutto ciò ha contribuito la “creme de la creme”, per non dire il distillato fognario più putrido, dell’attuale sinistra parlamentare. Sì, proprio quei Napolitano, quei Veltroni, quei Bersani, quei D’Alema che si sono impegnati a fondo affinché un vilissimo prestanome come Berlusconi si auto-incoronasse “Re Pappone I d’Italia”, per poi affiancargli un degno aborto di proditoria e prodiana fattura come Renzi, “Peri-patetico Re degli Stronzi”!Sì, Caro Peppino, te lo devo dire: la sinistra parlamentare italiana, alla fine, è morta democristiana! Te lo ricordi quando urlavano fieri in parlamento e nei cortei: “Non moriremo democristiani!”? Invece la kafkiana metamorfosi si è fatalmente compiuta e la carcassa dell’Italia è oramai il lauto e gratuito banchetto per tutti gli avidi scarafaggi di estrazione fascista, democristiana, pseudo-comunista-migliorista, leghista, ciellina, craxiana, situazionista, pressappochista ……Peppino, altro che Rivoluzione! Per tutto questo “fango” neanche l’Ebola e tutte le testate nucleari del mondo basterebbero! Per questo “fango”, al contrario, ci vorrebbero le “teste”, quelle di ciascuno ancora in grado di pensare autonomamente, lontane dai condizionamenti mass-mediatici, lontane dalle sindromi da “connettopatia cronica”. Peppino, cerco di spiegarti brevemente: TVàcomputeràinternetàsmartphone + social networks. Sì, lo so, Peppino, che per te è arabo, ma per noi significa la fine, la fine delle coscienze, la fine della dignità, la fine della Resistenza Quotidiana!Ciao, Peppino, un saluto da un porto lontano, oltre la disperazione, oltre tutti gli idealismi putrefatti, oltre il nichilismo punk-chic dei post-borghesi. Un saluto sincero dall’Italia che sa ancora pensare e lottare!