Nei soggetti di età superiore a 70 anni, un introito calorico giornaliero tra 2100 e 6000 calorie può raddoppiare il rischio di perdita di memoria o di deterioramento cognitivo lieve. Lo studio ha coinvolto 1233 persone di età compresa tra 70 e 89 anni senza sintomi di chiara demenza, tutti residenti nella Contea di Olmsted, nel Minnesota. Di questi, 163 erano affetti da MCI. Ai volontari era richiesto di tenere un diario con il conteggio delle calorie assunte giornalmente con i cibi o le bevande, e sulla base dell’introito calorico sono stati suddivisi in tre gruppi di pari dimensioni. Un terzo dei partecipanti consumava tra 600 e 1526 calorie al giorno; un altro terzo tra 1526 e 2143 mentre l’ultimo consumava tra 2143 e 6000 calorie al giorno. dal consumo medio, per contro, non è stato evidenziato alcun aumento del rischio. |
Le analisi del DNA fossile di alcuni soggetti neanderthaliani della Spagna settentrionale indicano infatti che 50.000 anni fa in Europa la maggior parte degli uomini di Neanderthal era già scomparsa. Successivamente, un piccolo gruppo di uomini di Neanderthal ricolonizzò l'Europa centrale e occidentale, dove sopravvisse per altri 10.000 anni prima che entrasse in scena l'uomo moderno. |
Post n°19 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da saiens
Che il "pensare positivo" sia di aiuto a sentirsi meglio lo capiscono già i bambini della scuola materna, e questo può non stupire. Ciò che è meno ovvio è che a dettare la capacità del bambino di assumere un atteggiamento positivo anche nelle situazioni difficili sia, più che la sua indole, l'atteggiamento verso la vita e la capacità di pensare positivo dei suoi genitori. http://www.lescienze.it/news/2011/12/24/news/pensiero_positivo_bambini_genitori-756571/ |
Quando si considera l'evoluzione dell'uomo moderno, si presuppone solitamente che le forze evolutive che agiscono sulle popolazioni siano innescate quasi esclusivamente da cambiamenti ambientali esterni, come quelli climatici o geografici. Tuttavia, recenti studi antropologici hanno insinuato il sospetto che anche i cambiamenti nelle pratiche culturali possano promuovere in modo significativo l'evoluzione, attraverso i cambiamenti comportamentali e ambientali - fra i quali si possono far rientrare a pieno titolo quelli relativi alla presenza o all'eliminazione di eventuali barriere linguistiche - che determinano. Alla luce dell'enorme complessità di questi studi, i ricercatori hanno ritenuto che, per riuscire a sviluppare un modello dell'effetto della cultura sull'evoluzione biologica, il punto di partenza migliore fosse l'analisi dell'influenza delle pratiche culturali sui parametri demografici e genetici di piccoli gruppi, che sono di particolare interesse anche perché gli esseri umani hanno vissuto in piccoli aggregati per la maggior parte della loro storia evolutiva. di sussistenza. Da "Le Scienze" http://www.lescienze.it/news/2011/12/20/news/evoluzione_cultura_geni_fenotipo_struttura_sociale_xavante_yanomami_selezione_sessuale-749025/ |
Post n°17 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da saiens
Anche se la maggior parte delle persone in questa fine anno è preoccupata più da possibili catastrofi economiche che da quelle cosmiche, con l'avvicinarsi del 2012 - anno fatale secondo la leggenda del "calendario maya" - è previsto un ritorno di fiamma delle stucchevoli fantasie millenaristiche che vorrebbero che con la fine del 2011 si avvicini anche la fine del mondo. E una tra le idee più gettonate dai catastrofisti sia che l'apocalisse possa venire da un evento cosmico distruttivo, come l'esplosione di una supernova proprio dietro casa nostra. |
Inviato da: saiens
il 13/12/2011 alle 15:26
Inviato da: solounsoldo
il 13/12/2011 alle 10:05
Inviato da: saiens
il 06/12/2011 alle 13:10
Inviato da: BaByLiSs.2
il 04/12/2011 alle 23:14
Inviato da: saiens
il 27/11/2011 alle 18:18