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Tempo di favole..

Post n°10 pubblicato il 07 Novembre 2005 da sakura1983

"La piccola fiammiferaia" (H. C. Andersen)

Questa non è un'allegra storiella, ma una favola triste che per anni ha commosso i bimbi di tutto il mondo. Credo che anche voi che vi accingete a leggerla ricorderete a lungo, con affetto e pietà, la triste storia della piccola venditrice di fiammiferi che, tanto tempo fa, morì di freddo alla vigilia di Capodanno, sognando il Paradiso dove i buoni vivono felici.

Tanti anni fa, in una grande città della Danimarca, viveva una fanciulla molto graziosa, ma tanto povera. Abitava in una fredda e sqsoffitta con il padre, un uomo cattivo che si curava poco di lui e spesso la picchiava. La bambina non aveva nessuno al mondo che le volesse bene, perchè aveva perduto la madre da tanti anni ed anche la vecchia nonna, che era stata buona con lei, era morta alcuni mesi prima. Per procurarsi a stento di che vivere, la piccola era costretta a girare ogni giorno per le strade della città vendendo ai passanti scatole di fiammiferi. Una sera..era la vigilia di Capodanno!. Faceva tanto freddo e la neve cadeva a larghe falde. Tutti i bambini se ne stavano al calduccio nelle loro case giocando con i balocchi che avevano ricevuto in dono dai loro genitori ed i rari passanti che si erano avventurati fuori di casa in quella rigida giornata camminavano frettolosi. Solo la piccola venditrice di fiammiferi, intirizzita e tremante per il freddo, vagava da una via all’altra della città affondando nella neve i suoi piedini nudi, rossi e viola per il freddo e tenendo tra le mani una cassettina dentro la quale vi erano scatole di fiammiferi. Quando era uscita di casa, al mattino, calzava un paio di vecchie pantofole, ma erano così larghe che le aveva perdute attraversando di corsa la strada per sfuggire alle lussuose vetture dei ricchi signori. Era una cattiva giornata per la piccola fiammiferaia: la gente era troppo indaffarata quel giorno per fermarsi a comprare i fiammiferi e la piccina non osava rincasare senza denaro perché il padre l’avrebbe certo picchiata. E poi anche a casa faceva tanto freddo, perché abitavano in una soffitta proprio sotto i tetti ed il vento vi soffiava gelido malgrado avessero otturato le fessure con paglia e stracci. Indossava un vestitino tutto rattoppato ed aveva tanto freddo e tanta fame; i fiocchi di neve cadevano tra i lunghi capelli biondi che le si arricciavano graziosamente sul collo. Ma pensava forse ai suoi riccioli biondi?. Le finestre delle case erano tutte illuminate, i bimbi giocavano o cantavano ai piedi dell’albero di Natale, il profumo degli arrosti si spandeva per le strade…era la vigilia di Capodanno: ecco ciò che pensava mentre continuava a camminare pregando ogni passante di comprare almeno una scatola di fiammiferi…ma nessuno badava a lei.

Finalmente si fermò…

Ormai era buio…inutile continuare a camminare!. Sedette e si abbandonò in un angolo tra due case: pensava alla sua mamma, alla sua dolce e buona mammina!. Erano passati tanti anni da quando era morta che ricordava a malapena il suo volto; ma non aveva mai dimenticato tutte le volte che l’aveva presa in braccio per cullarla e raccontarle qualche bella favola…Oh, se fosse stata ancora viva!. Il freddo la prese sempre più, sentiva le manine intirizzite e guardò con gli occhi pieni di lacrime le scatole di fiammiferi che aveva nella cassettina…

All’improvviso le balenò un’idea…

Con un fiammifero acceso forse avrebbe potuto ottenere un po’ di calore per riscaldarsi almeno le dita…

Se avesse osato!…

Certo ne avrebbe acceso soltanto uno ed il padre non se ne sarebbe accorto. Prese un fiammifero da una scatoletta, lo strofinò contro il muro e subito una fiammella luminosa e calda brillò nel buio.

Che strana luce!…

Pareva alla bambina di essere seduta vicino ad una grande stufa di ferro adornata di borchie e sormontata da un coperchio di rame lucente. Il fuoco vi bruciava scoppiettando allegramente…

Che tepore!…

Stava già stendendo le manine per riscaldarle, quando la fiammella si spense, la stufa sparì e la bimba si trovò ancora seduta nella strada con un pezzetto di fiammifero bruciato in mano. Allora si fece coraggio: ne prese un altro e lo strofinò contro il muro. A quella debole luce il muro divenne trasparente come il vetro: alla bambina sembrava di vedere una bella stanza nel mezzo della quale vi era una tavola imbandita riccamente; sulla tovaglia candida brillavano le porcellane e nel bel mezzo vi era un’oca arrostita, farcita di prugne e mele, che spandeva attorno un profumino delizioso. Ad un tratto l’oca saltò giù dal piatto e rotolò fino a lei con la forchetta ed il coltello nel dorso. La bimba stesa una mano…ma il fiammifero si spense e l’oca arrostita sparì…davanti a lei c’era il muro freddo e massiccio!…

In quel momento passò di lì un uccellino per andare a beccare le briciole di pane che una signora metteva ogni giorno sul davanzale della finestra. L’uccellino si impietosì molto quando vide la bimba tremante per il freddo e si chiese COME MAI GLI UOMINI, CHE SPESSO AIUTANO GLI ANIMALI, NON SI CURASSERO AFFATTO DEI BAMBINI POVERI.

Con un rapido volo fece ritorno al nido per raccontare ai suoi fratellini ciò che aveva visto e, tutti insieme, si avvicinarono alla povera bambina, volteggiando lievemente attorno a lei quasi per dimostrarle la loro simpatia. La piccina li ringraziò con un debole sorriso e gli uccellini, felici per averla rallegrata, fecero ritorno al loro nido.

Svelta la bambina accese un terzo fiammifero e subito le parve di essere seduta sotto uno splendido albero di Natale, più alto e ricco di tutti quelli che aveva visto attraverso le finestre dei ricchi signori. Migliaia di candeline bruciavano sui rami verdi e fili d’oro e d’argento, palle e stelline colorate scintillavano a quella luce. Alzò le mani…ma il fiammifero si spense e l’albero sparì mentre le candeline di Natale salivano verso l’alto, sempre più su: erano le stelle che brillavano sfavillanti nella volta nera del cielo.

In quel momento una stellina cadde e tracciò nel buio un solco luminoso.

 – “Qualcuno muore” – pensò la bambina, e ricordò che la sua vecchia nonna, l’unica persona che l’avesse amata e che era stata buona con lei, le ripeteva spesso, quand’era viva:

 - “Se una stella cade, c’è un’anima che sale a Dio” - .

La piccola strofinò ancora un fiammifero contro il muro: Subito si fece un gran chiarore e nel mezzo c’era la nonna che le sorrideva con occhi pieni di affetto.

 - “Nonna!” – esclamò la bimba singhiozzando – “portami con te, ti prego!. So che quando il fiammifero si spegnerà, tu scomparirai come sono spariti la stufa, l’oca ed il grande albero di Natale!. - .

Svelta accese tutti i fiammiferi rimasti nella scatoletta e si sparse attorno una luce radiosa. La nonna sorrideva sempre, grande e bella come non era mai stata; poi si avvicinò alla bambina, le prese dolcemente in braccio ed insieme si alzarono nel gran chiarore…salirono felici in alto, dove non c’è freddo, né fame, né tristezza…dove c’è Dio!.

Il mattino seguente, nell’angolo tra le due case, fu trovata la bambina: le gote rosee, il sorriso sulle labbra…Era morta.

Attorno a lei c’erano tanti fiammiferi bruciati.

 - “Ha voluto riscaldarsi, povera piccina!.” – disse qualcuno.

Nessuno seppe mai le belle cose che la piccola fiammiferaia aveva visto ed in mezzo a quale splendore fosse entrata, insieme alla nonna, nell’Anno Nuovo!.

Commenti al Post:
lorteyuw
lorteyuw il 24/03/09 alle 14:43 via WEB
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Data di creazione: 04/11/2005
 

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