Una Grande Amicizia

recensione


Marika, Deborah, Fabio e gli altri personaggi ci fanno riflettere sul valore dell’amicizia, tessendo un appassionato elogio di tale legame. Gran parte del racconto è dunque dedicata alla definizione di tale valore, che viene a costituire l’elemento naturale che innesca un’amicizia, contrariamente a quanti ritengono che essa sorga dall’indigenza, dalla debolezza o dalla manchevolezza. E’ per questo che tale rapporto può instaurarsi anche tra membri di ceti sociali differenti..., in quanto elemento di unione sono Integrità morale, onestà fedeltà e costanza, requisiti imprescindibili per un’amicizia eterna in quanto non soggetti a mutamento come le vicende e tendenze degli umani. “Ma poiché le cose umane sono fragili e caduche, si deve sempre cercare qualcuno da amare e che ci ami; tolti infatti l’affetto e la simpatia ogni gioia è tolta alla vita”: in modi simili l’amicizia viene pertanto a più riprese esaltata come uno dei più grandi beni della vita umana, pur recando con sé quelle sofferenze e inquietudini che vorrebbero respingere. Ma respingere l’amicizia implica abbracciare la solitudine, la condizione più contraria alla natura e all’animo dell’uomo, che in essa smarrirebbe il senso del vivere. Tornando al racconto mi sono piaciute le ambientazioni (la mia bella Napoli) e soprattutto la descrizione delle scene, dove per dovizie di dettagli, in alcuni casi sembrava che tu fossi li presente mentre accadeva. I dialoghi fra i personaggi è stato come ascoltarli, le parole che si scambiano e il modo in cui si rapportano tra di essi, mostrano la personalità dei personaggi. Mi è piaciuto                Max Chiaramonte.