La vera me stessa

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Al cielo stellato di ieri sera, una cosa ho chiesto. E forse non l'ho chiesta nemmeno a lui. L'ho chiesto a me stessa. Ho chiesto a me stessa la pazienza, la costanza, la forza. Credere ed imparare ancora e di nuovo a sperare. In una speranza che non sia essa stessa una gabbia, una mania. Come qualcuno ha scritto. Mi si è fermato il pensiero. Quando, aprendo la finestra, ho sentito la notte scura e gelata fermarsi sul mio viso, accarezzare per l'ennesima volta il mio corpo, i miei pensieri. Fermarli. E poi le stelle, lassù come brillanti, di nuovo e ancora. Vicine, a parlare, a dirmi di fermare l'angoscia per un momento provare ad essere felice, di quel brilluccichio, VERO. Per un attimo un attimo che ricordo, ancora, che non è un ricordo ma è presente e vero, e fresco a caro, tutto si è fermato. In un attimo. L'attimo in cui, muta, muto il pensiero, ho guardato su. La mia finestra sul cielo scuro, stellato e brillante.E' andato molto male il compleanno di Matteo. Gli anni indietro, compreso quello scorso sono fogli ormai chiusi, in un libro che è inutile sfogliare.Era nervoso, contrariato. E manifestava il suo disagio, rompendo l'ennesimo vetro. Eppure mi ero svegliata bene. Ci eravamo svegliati bene. Nel calore del suo letto, con mille baci, gli comunicavo che sarei andata a prendere la torta. Pioveva a dirotto, mi concedevo una colazione, come premio alla mamma imperfetta che sono, ripensando a lui che tentava di attaccarsi al mio seno adolescente, senza successo. Ai danni che mi hanno fatto, accaniti per un cesareo necessario ma non praticato, alla mia incoscienza per aver mangiato troppo bevuto troppo al limite della gravidanza, quando avrei voluto rimanere incita per sempre. E tutta la pioggia, erano appunto le lacrime di Dio, che piangeva con me. Che piangeva insieme a tutti i genitori come me, alle madri, come me. Perchè anche lui si sorprende della sofferenza sovrumana, senza ritorno, dalla quale nemmeno il limite si può passare ..come cantano ed elaborano, ma sanno davvero cosa è?!E comunque al ritorno, pagavo a caro prezzo una frazione di minuto in più nell'andare al bagno per la mia umanità. Dopo l'ennesimo fragore (lo avevo previsto, avevo chiesto a suo padre, di tenerlo, di gestirlo,solo il tempo di una pipì, io sono velocissima, così,come lo ero durante la gravidanza, quando i miei datori di lavoro, si meravigliavano--- cosa mi va a venire in mente...), una madre, riesce sempre a prevedere, e speravo lo abbracciasse, contenesse- come faccio io- ma un padre, non è una madre, soprattutto un padre schiantato dal dolore, che ha preferito indossare maschere impotenti e ipocrite e non congrue. Dopo l'ennesimo schianto... bestemmie. Urli, ed io, calma e placida. Calmavo lui, per la paura di qualche gesto infantile. Qualcosa mi diceva, che, in quella porta chiusa a chiave, c'era troppo silenzio..Quindi aprivo, la porta, e trovavo parecchio sangue, per terra.. odore di sangue, MA, non perdevo mica la calma, perchè so' muovermi in questa normalità- anomala. La normalità può essere anomala? .- allora, ho preso un asciugamano, ho chiesto aiuto, all'infante più dell'altro, e abbiamo bloccato il sangue. Sarebbe bastato un millimetro, impercettibile, per recidere la vena, mio Dio, non eri voltato dall'altra parte, eh sì, lassù qualcuno ci ama, mi ama. Anche se mamma dice che è tutto frutto della mia fantasia.. ma non è FANTASIA. E' così, e non è solo una caso, no no.In ogni caso, giocando ora con le parole scaldate dal sole splendente di dicembre romano - il suo regalo è stata una ferita che lascera la cicatrice del numero 12.. non voglio avere 13 anni, . ne voglio12. Lo ha detto anche ieri mentre gli tagliavano i capelli. Forse ha ragione... non ha voluto spegnere le candeline, non ha voluto i regali! ha carattere eh?-.. già.Il carattere è una consolazione? o è la manifestazione dell'estate fissa che vorrebbe, io e lui in riva ad un mare sempre calmo, a una marea di gelati, a stagioni che non mutano il loro corso, perchè lui non vuole cambiamenti. Ma la vita è qui, non nei sogni, o forse arriveranno pure loro, o forse la realtà, sarà ancora più bella di qualsiasi sogno, e non è una gabbia mentale, è una convinzione profonda, che a volte mi fa stare male, quando l'angoscia di quello che sono e come sono, mi sembra un'arma a doppio taglio. Come ieri mattina, quando due lacrime corrosive e bollenti si piantavano sulle guance e ferivano le palpebre lasciano segni di questo tempo che passa. Le consapevolezze sono inesorabili. Il disincanto è talmente estremo, che ieri sera poco ci è mancato che cancellassi tutte le mie pagine telematiche. Che chiudessi per sempre la mia stanzetta, che porta il mio nome, già. Poi mi sono detta, che, questo taglio di capelli, sarebbe stato estremo, e non voglio. Magari arriverà anche tutto questo, o forse, mai.Mi sono svegliata tardissimo. E sembra abbia preso tante di quelle bastonate... i postumi del raffreddore, un ciclo anomalo, la temperatura troppo alta, gli ultimi anni, caduti a terra come foglie secche dall'albero, le nuove feroci disamine interiori, pesano, anche se ho già in parte fatto quel che dovevo fare. F. Zappa suona, nel suo hot rats, uniche note calmanti per Lui. Ripenso alle maiuscole, alle mie paranoie, alla mia memoria, al tempo che scorre. Già ieri sera, è venuto in mio soccorso, e insieme all'albino ringrazio, entrambi. E meno male.L'anno ci saluta, con un sole splendente e temperature ancora autunnali, e per fortuna, perchè la finestra rotta in bagno, insomma, ci vorrà il tempo prima di ripararla.. ma è protetta, da un ulteriore vetro nel terrazzino adiacente. Lo avevo detto di mettere quelle di plexiglass, ma non sono stata ascoltata...Domani forse andiamo a mangiare fuori... che il giorno del suo compleanno non è stato possibile.. Il disco suona, e lui, mi dice insieme alle note, che rifiuta tutti i convenevoli, che bimbo riconosceva, forse solo per solarità.. ora stanno uscendo fuori tutti i lati del suo carattere.. ma è troppo difficile. Così come è difficile, quando si rompe una corda, poi prenderne atto. Però mi dico, mentre lo scrivo, che devo smetterla di rimanere imbambolata per questo, e, continuare ad usare tutto l'equlibrio che posso (che finora non è bastato), e fare arrivare il cuore fino alla mente, per aiutarla. Ad andare avanti, per continuare ad andare  avanti.Di seguito, la mia play list.. un pò bislacca, come un pò sono anche io. Ma prima salvo il post, che il sig. libero, ha fame in questi giorni! e si è mangiato tutti gli altri miei post.Lo so' scrivo troppo.. ma insieme alle consapevolezze e al disincanto, arriva anche il tempo della sintesi. anzi, mai è andato via.sono io che ho bisogno di parole, per rimanere in equilibrio..Buona fine anno e incominciate il conto alla rovescia.. imparate ad amare quel poco che avete.. è tanto. Parola di giovane marmotta :-)