La vera me stessa

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Continua a piovere insistentemente.Non sono stata brava a mantenere l'impegno di non tirare più i capelli a Matteo. Glieli ho tirati talmente forte, che mi maledico, altrettanto forte. Sono umana. Mi perdono, pur maledicendomi, ma il perdono deve essere totale, l'autismo, sa essere disumano, quando arriva nelle forme peggiori. Ma il peggio siamo sempre un po' noi, quando tutto sembra sfuggire, la vita piena di sbarre, e l'ottimismo smarrito.Il cielo è il mare capovolto, la terra è sottosopra. Roma non vuole piangere, ma si è stufata, di questa doccia.. infinita. La sua pioggia  è eterna come lei. E forse Dio, vuole lavare via tutta la sporcizia tutto lo smog tutto quello che è entrato senza lei volerlo qui. Roma, che sembri gotica, ma il tuo clima sale. ... Come l'acqua del mare, ma sei dolce, come tutte le pozzanghere e come tutte le mie disfatte. Continue..Momenti di serenità, in cui addosso ad un pianoforte addosso ad un muro vedo un musino affilato, con degli occhioni smarriti e sereni. .. Ma perché dobbiamo inseguire sempre una sorta di normalità che ci è comunque preclusa. Gli uccellini si parlano nel diluvio, e i gabbiani nei cieli più alti anche, vogliono raggiungere il mare? si accontentano del fiume qui nei pressi. Sognano il sole, perché sanno che non brucerà loro le ali.Il mio filo di lana diventa obliquo.. sempre più obliquo.Il cinguettio l'unica spinta - per ora.Stamattina ho tirato giù dal letto Matteo. Sono sola, pur non essendolo. E questa deve diventare il mio life motive... Fare piano e fermamente. Come ieri, dopo la giornata passata a vegetare  trascinarmi senza un bagliore di luce attraverso questo cielo, sono stata capace di improvvisare, tanti piatti buoni... dei funghi trifolati, un minestrone, una pasta e fagioli buonissima, una frittata con le zucchine.. imparerò a metterci meno olio? E sull'asfalto pieno di buche profondissime (tutte le mie anche) in cui sono caduta in tutti i sensi, me ne vado in giro e mi lascio abbracciare dall'eternità di questa città, con le sue braccia perennemente aperte, anche nei suoi quartieri borghesi e un po' lugubri. Insieme al bluesman albino, catapultata in una sorta di anni che non ci sono più, rileggo il classico in giro, sistemo il turbinio interiore, tutti i pezzi del puzzle infinito che è la mia vita. Forse il destino mi distrugge i pezzettini e me li toglie, mentre sto girata dall'altra parte, mentre mi alzo per soffiarmi il naso, e allora mi tocca fare la fatica doppia. Forse sono io che non voglio finirlo? forse è troppo grande per la mia possibilità, e avrei solo bisogno di aiuto. Allora, mentre lo scrivo, mi dico, che posso riposarmi, che poi, piano piano ci riesco a farlo. Sono solo arenata su un pezzetto in cui ci sono troppi colori e i miei occhi sono stanchi. Tutto qui.Piove ancora a dirotto! Piove come non mai, o forse non lo ricordo. Questa pioggia mi  richiama al fatto che non vorrei alzarmi dal letto quando è così.. che il caffè non è bastato, che ho piedi gelati, e che stamattina, ho sudato tanto quanto ha piovuto. Sono riuscita a portare Matteo da sola a scuola, mentre facevamo ciaf ciaf con le scarpe. Lui con le sue scarpe ortopediche ormai piccole, io con le mie galosce troppo basse. Non voleva andare. Il suo assistente aveva un orribile odore di sigaro, ed io, mentre tornavo sulla strada del ritorno pensavo alle sue possibilità precluse, ed anche alle mie.Quanto sei dura, vita. Tanto, troppo.Sono qui, a questo tavolo, cercando di riprendere i miei pensieri carezzevoli, e ne esce invece solo una confusione infinita, un turbinio, il mulinello dal quale mi sento avvolta, come se fossi una ballerina prigioniera della sua stessa avvitazione! mi fermo e mi dico, che è normale, nella mia di situazione. Che il filo non è in testa,  ma a terra, ed anche in testa, certo.. ma non aggrovigliato, ma teso, come la famosa corda ... immaginaria, là dove l'immaginazione è utile.Pensieri cari e felici, dove caspita siete andati? nella doccia? insieme a tutte le goccioline del mio sudore? Sento di nuovo profumo addosso a me, che ieri sera, la mia chioma era solo di cipolla e minestre. Piove ancora, e il rumore dell'acqua si confonde con quello del lavaggio intensivo della lavatrice.Oggi dovrò portare Matteo dal dentista. Spero di riuscire. Mi ero detta di non andarci più, dopo il casino dell'anno scorso. Ma la verità sta sempre nel mezzo, ed è stata anche colpa mia, ho peccato di onnipotenza, e ancora ci pecco, un po'. Vorrei che la maturità arrivasse finalmente, non come un colpo di schiocco di dita, ma arrivasse, a congiungere come la spina che si accende ed incontra la corrente, ..Lo so che per fare questo devo solo sistemare bene la consapevolezza acquisita - che non deve lasciarmi girare come una trottola, poiché non è così. E lo so bene. Devo coniugare questa nuova calma che esce a tratti - la parte bambina forte e sana, le disfatte, e la sistemazione del passato. Anche quello più recente, anche quello non voluto appieno, anche quello più difficile e che vorrei lavare via insieme a tutta questa pioggia! Ecco, pioggia eterna della città eterna! per favore.. portatelo via!.Aprile anticipato, autunno inoltrato, siamo a febbraio e il tempo sembra impazzito più di noi.. La parte razionale, insieme al cuore si dice, e mi dice, che sono solo fasi cicliche, il cinguettio coraggioso di questi uccellini me ne da conferma.Scrivo malissimo e confuso, lo so. Ma il posto  è mio, e ne farò ancora l'uso più utile per me.Dalla città eterna allagata ed umidissima, da una metallara meticcia, buona lettura (spero) e buon ascolto.Si sta per aprire un varco di luce grigia stranissimo... mi perderò nei colori della città che non fanno  male, nella notte mescolata col giorno, in tutte le stagioni presenti, con il mio presente.
Roberta
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