La vera me stessa

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Io le aspetto sempre le vacche grasse. Non - che piovano dal cielo, naturalmente. Le aspetto.Così come spero che ritorni presto l'era del cinghiale bianco. Io, io non ci posso fare niente. E' così.Ho perso i miei pensieri, non le parole.Ho letto un libro bellissimo, breve ma intenso. Sto mangiando un po' disordinata, e stamattina non ho mandato Matteo a scuola. Il ragazzo prima di lui, i suoi genitori hanno chiesto di poter fare un cambio. Ho detto che andava bene, e così ne ho approfittato per fargli saltare un giorno di scuola e farlo riposare. E ho riposato un poco anche io. Sono stati due giorni antecendenti piuttosto concitati, pieni di cose, come al solito. Ora sono in fase decrescente. Stanca. Provata. Sfibrata.Martedì siamo andati allo studio dello psicologo. Là c'era un suo terapista che già faceva terapia con lui, e un'altra. Io e lo psicologo siamo usciti siamo andati al bar. Al bar accanto. Conosco benissimo quel bar. Questo piccolo studio, è esattamente vicino dove sta il centro di riabilitazione che Matteo frequentava, che Matteo ha frequentato per anni. E' tutto così diverso. Non che io pretendessi che fosse uguale.. "mamma perché le cose cambiano?" - anche io- da piccola, non sopportavo caratterialmente i cambiamenti, ed ho sempre, mio malgrado manifestato interiormente una sorta di avversione alle circostanze che si modificavano per casualità, o altro. Ricominciare, ogni volta da capo, sia nel mio passato per carattere appunto, e scarso adattamento, che in questa nuova circostanza, mi fa riflettere sul fatto che tutto questo mi costa doppia fatica. Mi rendo pure conto, del fatto, che anche scriverlo, forse è un incalzare di nuovo alla fatica, ma nel contempo, invece, mi fa bene, esporlo, condividerlo, manifestarlo nell'unico modo condivisibile, che - al momento e nel presente mi è dato di poter fare.Il giorno dopo i terapisti hanno voluto venire da me. Abbiamo parlato per tre ore. Parlare per tre ore di Matteo, della sua vita, equivale ad una fatica immensa. Molti esami insieme, gestione del dolore, rigore, forza, ricordi, prese di coscienza e tanto altro. Ero stremata. Poi la scuola, e il cavallo. Su quelle sedie mi stavo per addormentare. Solo la tramontana gelida mi svegliava, usciti di là. L'appuntato volontario da libro cuore, che ha fatto la tesi su di lui, 2 anni fa,  è cambiato è diventato più severo. I manierismi di Matteo feroci, il suo soliloquio insopportabile. Però cavalca, e so anche che molte volte non coglie i comandi dei terapisti. Ne parlavamo con lo psicologo. Si brancola.. si fa alla bell'è meglio, in un disturbo in cui la precisione è d'obbligo. Ma non c'è preparazione per una cosa così complicata, e la prova di forza più grande è come sempre, come allora, come ora, come un anno fa la mia. Un anno. Sembrano dieci. E non esagero. E' la mia.Oggi in piscina, - uno dei ragazzi della piscina, mentre lui era con il suo istruttore, mi ha guardato stupito, mentre senza un filo di trucco, con la tuta, i calzini le scarpe da ginnastica e i capelli modello deep purlpe - bob Marley mangiavo una stozza di pizza bianca. Parlava del sole che non c'era, se fossi stanca, ed io gli dicevo di passare alle domande di riserva. Ormai vado talmente in automatico, che la stanchezza, cammina con me, camminiamo insieme, è la mia compagna di viaggio. Si vede in quello che non riesco a fare, mi sono mangiata tutte le unghie non avevo avuto il tempo di limarle! di tagliarle. Ho fatto un viaggio nel tempo, quando ragazza, le mangiavo di continuo. Ci siamo parlati, ed io vedevo che mi osservava sotto una luce differente. Sono molto alla mano, di più, che quando sono vestita carina. Con la tuta, mi ha guardata le gambe non nell'insieme, anche se non si vedeva niente. Mi osservava  mi diceva che sono impagabile, la sua presunta stima nei miei confronti, mista all'osservazione della mia figura, era come una sorpresa per lui, ma ci teneva a dirmelo, e ne percepivo la genuinità. Mi piace questa forma di dialogo con gli altri, non formale. Mi ha detto che devo nuotare, o quantomeno tornare a correre, e che - la prossima volta, me lo chiederà. Inoltre ha detto di eliminare le due sigarette al giorno. Ho fatto un calcolo oggi con la calcolatrice, e sono troppe. In un anno assommate, sono veramente troppe. E sinceramente di farmi intossicare dalla nicotina e dal catrame non ne voglio sapere più. Due non fanno nulla, ma nessuna  è anche meglio. Domattina, porto mamma a ritirare la tac. Un po' di paura c'è. E dormirei per due giorni, quando tutto è finito, quando questo periodo, è cessato, e chissà che accadrebbe al mio risveglio.Oggi l'albero dalla finestra mi sembrava un vecchio di tanti secoli, con le braccia cadenti, ma senza allucinazioni. Matteo mi ha permesso di leggere. Mentre il libro mi aiutava a raccimolare i miei pensieri. Ha dormito. E' stanco anche lui. La Vita stanca tanto. Troppo.La nostra. Oppure è solo questa primavera ennesima che spinge - spinge forte e l'inverno la fa entrare, con i suoi pollini e i suoi brillanti del sole nel cielo. Lui l'accarezza forte con l'ultimo stralcio di vento gelido, che conferisce alle nuvole e all'imbrunire che arriva molto più tardi, dei toni di azzurro meravigliosi - che mentre li guardi, poi pensi, che se li guardi intensamente i tuoi occhi per magia diventeranno di quella tonalità di blu, di cui tu, mai hai visto gli occhi di nessuno così.Stasera la luna non l'ho vista. Non sono uscita e da qua non si è vista. Le stelle sì. Come una dell'altra sera, che ho scorto da lassù sola soletta. Come a dirmi, .. io ci sono sempre stata e ti ho sempre protetta. Eri tu, che non volevi guardarmi quassù. Una sera fredda e nera, con una stella, più splendente di tutte. Ce la devi fare, mi ha detto Francesco, ricordo questo nome. Devi farcela da sola, prendere la forza dentro di te. Leva dal corpo tutto quello che ti intossica, tutto quello che di tossico c'è. E trova la forza dentro di te. Ieri le consapevolezze erano come lance, come pugni di ferro nel mio povero stomaco. Tutti i caffè e la nicotina e il mangiare frenetico e disordinato, chiedevano il dazio, e solo la luna lassù in un cielo azzurro prima del preludio sopra descritto, mi consolavano. .. Le consapevolezze si aiutavano con il tramonto spoglio e il vento romano di tramontana. Non devo più analizzare niente, ora è tutto abbastanza chiaro, anche se io lo sento confuso. E' difficile vivere con noi stessi.La prova più difficile della vita, il gioco della vita, è il più grande e importante, non possiamo sbagliare.Mai.Io spero nella mia via mediana. Tra seta e metallo, ... come sempre.Serena notte.http://youtu.be/kU_pF3q59Q4