La vera me stessa

Post N° 968


Se l'angoscia passa dal mio stomaco (e poi dall'anima) raggiunge le dita, e lentamente con le parole, si incollano i miei pensieri, nel circolo del corpo, allora la posso lasciare, qui. Anche.L'aria è frizzante, piacevole. La piccola fila di alberelli, sulla strada, forma tanti archetti, come tante porticine, che devo passare, verdi, volte. Il sole non si decide ad  uscire, ma è lei, "l'aria", che accarezza gradevole.Ho il piumino addosso, aspetto che mamma mi chiami. La piccola belva feroce stamattina era più feroce del solito. Lasciarlo con la solita pantomima, e senza nulla in corpo, io, ammutolisce il mio cuore. Sembra io non l'abbia più. Allora mi dirigo, sulla mia strada, e la vedo lunghissima, e gli alberelli - appunto - me la indicano, come fossero tante porticine. Prima di arrivare dal signore su una "t" particolare, T, che coniuga il tutto. Al quale chiedo il punto e la fermezza.Perché la scrittura sento è la strada che mi aiuterà. La mia scrittura il mio procedere attraverso essa, attraverso essa, consolido i miei pensieri, tornano a galla, come un sub, sebbene, io ad andare sotto acqua non sia bravissima. Attendo che il telefono squilli, mentre la musica degli uccellini si confonde con il linguaggio straniero di operai e rumori di lavaggio strade, da lontano. Il venticello freddino, ancora, è mescolato con una primavera prorompente che rende il cinguettio più potente dei clacson delle automobili. Hanno avuto coraggio, gli uccellini a resistere alla pioggia. Hanno ali più grandi di me. Anche se non sembrerebbe. Ma non sono soli, nel sole che non c'è. Hanno un coraggio che porta insita la potenza della natura. E annunciano ciò che di nuovo torna. Io attraverso la scrittura faccio come loro, forse.Mi sembra di procedere, di andare. Penso, non fuggo. Penso a Matteo, talmente intensamente, da non sapere più dove finisce la simbiosi, e dove comincia il distacco naturale, che per forza di sopravvivenza deve avvenire.Non importa se agli occhi dei più (e anche dei meno) tutto questo potrà sembrare contorto. Le contorsioni fanno parte di questa macchina perfetta che siamo, di queste cellule misteriose che ancora non abbiamo bene scoperto, di questo meccanismo collegato a questo muscolo e ad altri. Di noi.Vorrei che i miei pensieri, quando scorgano dal cuore e dalla mente - lenissero poi l'anima, si fissassero sul mio corpo, sulle dita. E li inserisco .. qui.http://youtu.be/q2QjxWtN3vg