La vera me stessa

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Ho passato la notte insonne. Succede.  Però poi, nel buio fittissimo di una notte silenziosa, interrotta solo dal ticchettio delle lancette, finalmente il sonno mi ha rapita e mi ha portato nella profondità di un riposo salutare.La notte, più che portarmi consiglio, mi ha portato consapevolezze nuove. Vorrei intrecciarle, come una treccia salda, ancora, a i miei sogni possibili, insieme alle speranze, che ricerco ancora, e fare in modo, che tutta questa nuova consapevolezza, appunto, formi un 'ulteriore corda  - a sostegno del filo di lana dove cammino e procedo.Prima nel letto ci pensavo. Si può da ciò che capiamo, da ciò che non ha più nessuna scusante, procedere con costanza in una soluzione possibile? Attraverso le nostre complicazioni, si può - dicevo intrecciare una sorta di possibilità, e far diventare, la debolezza forza? Sì, credo di sì. E' difficile per me, riprendere quel pensiero che prima era forte e saldo nel mio letto. Nel mio lettino.   C'è un punto, tra gli occhi e il cuore, un sentiero sottile, sottile, di emotività, forse, che torna bambino, quel sentiero, ma forse è da là, che c'è la forza più grande, quando abbiamo la possibilità di trasformare, una cosa che sembra fragile, in un punto di forza. C'è un punto, un piccolo sentiero tra il cuore e gli occhi, tra il nostro spirito, e il punto di congiunzione tra il nostro corpo e sentire, che diventa qualcosa di potente, di grande, ed è da là che bisogna partire, e nonostante tutto sorridere.   Anche quando il cielo è così scuro. Fa freddissimo in questa fine aprile, insomma, quasi fine aprile.. il tempo sembra prendere una rincorsa forsennata, o forse sono solo io che lo percepisco così.    Stanotte, c'era un silenzio misterioso a tenermi compagnia. Non amo non dormire la notte. Perché quell'ovatta scura e tenera, mi serve per accarezzare il punto di congiunzione del mio sonno. Perché è da là che io, ogni volta rinasco, con la consapevolezza che il sonno appunto, mi porta. So che poi, me ne vado da qualche parte a sognare, tutto ciò che desidero, anche se poi non lo ricordo. Ma è il mio impasto, lo è sempre stato. Le nuvole portano con se, qualche mia piccola lacrima, salata. Come a capovolgere questo cielo, in mare.     C'è un vento freddissimo che non invoglia ad uscire. Sembra tornato l'inverno, forse - lui è stato mite, per dimostrare, che anche e un po' la primavera sa essere crudele, ma ogni stagione racchiude in se crudeltà e bontà, e il punto di congiunzione, sta nella nostra superiorità di saper percepire cosa davvero è importante per quello che conta sul serio, noi stessi. Vorrei che anche i mie pensieri intrecciati, si rinsaldassero a mo' di treccia-corda, per sostenere questo filo. Che le pallottole della vita che hanno crivellato il mio corpo, ormai fossero ricordi di cicatrici. Mi dicevo nel mio lettino, con il mio unico compagno (sorrido), che arriverà anche quel tempo là... il tempo delle cicatrici, quando il mio sorriso sarà rinsaldato, quando questo piccolo doloretto accanto al cuore, soffierà via come un vento dolce.Nel frattempo questo vento gelido, muto, in tema con il giorno e il periodo, lega consapevolemente in una sorta di avviluppo ordinato, il mio presente appunto a ciò che comprendo.C'è ancora tantissima strada, da fare, e mi devo preparare a riprendere tutte le forze e tutte le energie. Ma proprio tutte! E' un proposti pasquale?  direi proprio di sì.Passo e chiudo."nella Vita non devi fermarti mai"...
http://youtu.be/G-42yA68JHc