La vera me stessa

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Mi sono svegliata stamattina con il sole che - sembrava stesse emergendo dalle colline. Invece faceva capolino dai palazzi. Dal letto dove sto dormendo in questi giorni, dove sto riposando come non mai, lui si spalmava e come per magia, trasformava quei palazzi in collinette, in piccole montagnole. Come poi se dietro ci fosse una grande enorme lente di ingrandimento. Un alone giallo che lo faceva spuntare, rendendo la sua stella la più splendente e scintillante. Mi sono nascosta, poi, dietro il parapetto. Se così si può chiamare, del comodo letto dove sto dormendo in questi giorni. Erano secoli che non dormivo così bene! Il letto di Matteo è di una comodità assoluta. I sogni mi hanno cullata il risveglio fantastico, - l'interruttore della mia testa, ieri sera sembrava essere tornato un interruttore appunto. Che non rimane acceso anche la notte. E sembra poi di giorno, costantemente doversi fulminare...Non mi manchi altra stella scintillante. Sì, lo so che questo dolore nauseabondo che sento, è il tuo distacco... lo so.  Ma non mi manchi nemmeno un pochino, perché avevo assolutamente bisogno di riposare, di stare sola con me. Certo, non sentire la tua voce mi destabilizza. Non averti qui, mi fa come non connettere con le cose da fare, e il tempo sembra avere una dilatazione differente, per la prima volta da quando sei nato sono sola!Il mio Matteo è nel Cilento. Sta bene ed è buonissimo. Il suo operatore mi ha chiamato. Mi ha detto che sembra uno di quei signori snob. ... Poi appena ha sentito la mia voce, ha cominciato la sua ecolalia, la sua routine verbale ripetitiva. Lo so. L'adolescenza è così. Il fatto che Patrizia mi riporti alla memoria taluni miei comportamenti alla sua età, mi fa stare male. Insomma, ce l'abbiamo con i genitori durante l'adolescenza (non sempre e non tutti naturalmente), - ma lui non è esente (come lo fui io), seppur autistico.La dirigente ha detto che se continua così, l'anno prossimo lo porterà con i casi più lievi.Lieve...Dovrebbe vedere casa. Ma- in un certo senso, sono contenta. Così dirà "a quella cima", di neuropsichiatra, che forse non è il caso di introdurre farmaci ancora. E che non si può rispondere con i farmaci alla carenza e approssimazione della riabilitazione comportamentale. Si perché, per mantenere certi carrozzoni statali fuori controllo, e pagare questi inetti (mi viene il vomito), - non pagano CHI, la specializzazione ce l'ha veramente.. Ma perché non sono predisposta per lo svedese? come lingua dico.Respiro. C'è un vento freschissimo che viene dal nord. Forte, da fare starnutire! Ci voleva, dopo la giornata di ieri. Il calore irreale si appiccicava alla pelle rendendo la mente vacillante. Si lo so che potevo accendere l'aria condizionata. Come nello studio medico ieri mattina, nell'isola sul tevere.. In una sorta di museo. Mia Roma. Nessuno come te. Nessuno!Sono fortunata. Molto. Sono nata qui. QUI. Nella città eterna. Dico grazie per essere nata qua. Ti fa capire le cose essere nati qui.Dico grazie alla mia città. Dico grazie alla mia memoria. Ferrea. Più di qualsiasi corona. Alla mia memoria fotografica. Alle mie predisposizioni. Al mio intuito. Ai miei errori, (anche a quelli!) ed anche alle mie paranoie. Alla mia cocciutaggine. E ai mie dischi. Al mio amore per la Musica appunto ed inoltre anche a quel che imparai a scuola. Anche se non ho studiato il latino (per colpa mia); ripenso agli occhi azzurri del nonno. Celesti. Celestissimi. Ha avuto un senso, nonno il celeste dei tuoi occhi, è dentro di me. Nel mio cuore. Nei miei ricordi. Un celeste acquoso. Anche se eri malato, nonno. Ne ho scritto tante volte. Mi tornano TUTTI attraverso.. nelle mie particelle di cui sono composta. Mi tornate tutti. Insieme. Nella mia intelligenza che si muove. E nei miei errori anche. Ma il sangue non mente, il corpo nemmeno. Le paranoie pure. L'ho scritto tante volte. L'ho trasformato il veleno in medicina anche qui dentro. Accarezzo ogni paranoia, affinché non diventi ossessione. Un bel giorno, accadrà, dopo tanto lavoro e sudore che non sentirò più quel dolore, mai più. Saranno giorni di risveglio come questo. Dormirò in un altro letto ancora. Non avrò più paura. E saprò accompagnare il mio destino. Riuscirò a lasciare gli ultimi sensi di colpa della giovane che fui. E non avrò paura. Anche se adesso ne ho tanta. Perché non so a cosa andrò incontro.So che nella strada intrapresa - dovrò fare fronte ad una serie di cose. Che porto un bagaglio pesantissimo. Che avrei bisogno di aiuto e riposo. Che non mi bastano pochi giorni.Che ora sì, mi siedo alla mia tavola.. Ma c'è sempre qualcuno che bussa alla porta, ed io vado ad aprire - e mi porta un cibo che so che mi farà male. Semplicemente so che  non devo aprire, non rispondere come quando quelli del folletto suonano. Lo so.Tutto viene da se, perché si arriva a capire. Senza se e senza ma. Ed è allora, che quando tutto viene da se.. la consapevolezza non può essere malattia, ma guarigione. Quando - siamo in grado con la consapevolezza - appunto - di cambiare proprio il sistema di approccio verso noi stessi. Superando anche noi stessi in un abbraccio talmente forte e sicuro, da farci andare "Oltre".oltre quello che capiamo, oltre i sensi di colpa, oltre il nostro destino, il nostro passato, le vendette i rancori, il senso di disgusto e nausea (dico grazie al Sig. R.- perché tutto serve nella vita.. così come ha un senso rimettermi in paro con le letture che sono solo mie, sono state solo mie, e mi ritornano, proprio nell'abbraccio con me, a mio sostegno).I miei occhi tante ne hanno viste. Molteplici. E si vede che tutto quello che ho visto e sentito, dovevo vedere e sentire. Anche qui dentro, nel web. Dove ci stanno pur sempre le persone dietro ai monitor di questa macchina da scrivere/telefono collegato con tutto il mondo. Mondiale. Che è uguale a quello ora per la strada.  Finestre dell'anima. Già. Ma anche finestre sulle ferite delle anime altrui. In cui si cerca di camuffare le ferite o le ossessioni o i propri limiti grandi o le proprie disfatte - ma volendo - si può superare tutto questo. Con i nostri occhi si può. Con il nostro sentire, anche. L'unica vera possibilità che possiamo/dobbiamo darci è questa. Riuscire a superare ciò che vediamo. Anche se fa male.. e poi dolcemente incamerarlo, accarezzarlo, succhiarlo anche - come se fosse una caramella che non ci piace, ma che poi, se l'avremo fatto, renderà più buone anche le altre caramelle.Lo so, scrivo sempre peggio! e a nulla servono tutte le mie letture in senso stilistico (o si?).Ma mi riapproprio dell'unica cosa che so non volere abbandonare. SCRIVERE. Perché è l'unica cosa che mi hanno riconosciuto.. l'unica cosa che mi fa sentire importante. L'unica cosa per cui - io sono ancora - qui. Adesso. Attraverso la mia scrittura, io mi riprenderò ogni parte di me. MI RIPRENDO OGNI PARTE DI ME, dolori e sconfitte compresi. La scrittura è il mio giardino. La possibilità di trasformare il corpo e il cuore in qualcosa che scorra dentro, e insieme. Che arrivi al mare. Così come il mio fiume luna. Che arriverà al mio mare, purificato della melma, nello scorrere del fiume. appunto.Sono diventata bravina a fare le fotografie. I miei scatti sono la pittura sul mondo che metto qui. La mia memoria, la fotografia del mondo meraviglioso che ha ancora qualcosa di bello.. la natura delle cose, un po' di ingegneria non inquietante, che sa fare pace anche con la storia più becera.Ora non ho tempo di mettere le foto. Nonostante sia fresca l'aria, e il vento del nord battente, voglio andare al mare. Il vento porterà consapevolezza.. già la porta. Anche se non è un vento caldo dell'estate, né un vento - che sa fermare il tempo  - innamorato.E' un vento consapevole. Che spettina violentemente - riportando me stessa alla vera ME.Annessi e connessi.Il mio piccolo canguro è uscito dal marsupio. Ho poco tempo per realizzare la mia normalità, la mia vita. Ma è l'unica mia strada. E i sogni mi piacciono e me li tengo stretti, ma posso arrivare dove è giusto che arrivi. La scrittura li conserverà, verranno fuori, sotto la sua forma. Io ora guardo gli alberi accarezzati dal sole. Fra poco metto il costume. Porterò i libri. Mi rimetterò in paro. E poi avverrà piano piano, che rimetterò tutto a posto, anche nella libreria. Dentro E fuori. Sarà tutto in ordine, come piace a me. La scrittura mi aiuterà ancora a trovare la pace, la serenità, quella vera.A combattere in senso buono con le mie paranoie, a ridarmi quell'equilibrio - che fa parte della vita - per andare avanti. Custodendo tutto nello scrigno dei miei ricordi. E' tutto prezioso, anche quello che io penso (pensavo) non lo fosse.:)Mi hanno regalato un bellissima pianta per il mio compleanno.. Sì, qualcosa è successo, qualcosa dolcemente cambia. Qualcosa nella mente gira come deve, come nel più prezioso meccanismo creato dal migliore orologiaio. Come la più semplice delle cose semplici.Devo vincere la pigrizia, non con l'ossessione e con la compulsione e farle implodere dentro me.. Ma vestendole a festa.. lavarle, pulirle, accudirle, come avrei fatto con le mie figlie, perché sono opera mia, la registrazione di quel che sono stata, la registrazione di quello che la vita mi aveva riservato. Ma ora devo andare avanti. Diversamente. Aiutando me stessa. Senza continuare a scarnificare la ferita, e accogliendomi per quella che sono, tutti gli errori e le paranoie comprese.Di seguito la mia play list vintage, che era sul mio profilo, prima che libero togliesse la funzione per poi rimetterla. La metto qui. ci aggiungo sopra altri brani, e brindo alla mia tavola. Per ora, dalla città Eterna, è tutto.Ho scelto forse la via più difficile. Certo. E ho scelto, alla mia tavola, di non buttare nulla. Di togliere il marcio - e salvare il buono. Questa sono io.
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