La vera me stessa

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Devo riuscire a tirarlo fuori, questo senso di nausea, profondo. Scrivendo. Riuscendo a liberare le parole. Mute. Rendere vero questo silenzio. Attraverso i lavori in corso di sistemazione dell'asfalto, qua fuori, il canto degli uccellini felici, un soffio del vento, che mi chiama. Leggero.Sembra arrivata la signora, fattasi altera. La signora estate. Ieri mattina, non era autunno, ma proprio inverno. Se non fosse stato per la mise estiva, il pagliaccetto a rotazione a  pois, e il vento fresco e dolce che accarezzava le mie spalle, poteva essere un inverno mite. Misto alla pioggia scrosciante, a un'uggio che non appartiene alla signora con le spighe di grano, ai ricordi di mille estati di salsedine e di sole. Sole con cui ho fatto l'amore mille volte. Sole che riportava i miei connotati al posto giusto.Lieve si è fatto sul mio corpo, insieme all'anticiclone pigro, sempre più pigro, che oggi sembra esplodere finalmente. Mi porterà nel tirreno vicino. Apparirà come un piccolo paradiso antico, dopo l'interno dell'asfalto di nuovo, dal quale vorrei fuggire, da RomaMia, che sorniona segue il corso delle stagioni, e, la sua posizione geografica, la tiene sospesa a metà, tra il sud e il nord.Centro del mondo, ombelico del mondo, centro del mondo.Abbraccio il mio tempo e i miei altrove. So che arriverà il tempo di nuovo di un mare placido e perfetto. Della serenità. Guadagnata e sofferta. Perché per me, nulla fu facile. e tutto ho pagato, (e pago) a prezzo caro.Sono giorni trascorsi tra il verde e le bellezze delle ville di Roma. Con musica Jazz mista ad un imbrunire che si fa sfumatura tra il verde intenso autunnale - troppo verde per essere estate, e i fiori, ancora splendidi - in una primavera che si è protratta fin qui, ad abbracciare l'inverno al contrario. Un'unione delle stagioni, con un vento a tratti freschissimo, che contrasta con il sudore di un'umidità a rivendicare l'estate che si mostra ora in un sud scintillante, lontano, da qua. Nel pianto del nord che arriva fino alla città eterna, che accoglie, e poi sa trasformarsi di nuovo nella piena estate di una capitale, eterna.Abbraccio tutti i miei pensieri, che dall'anima salgono su, attraverso il cuore e poi alla mente, e poi alle dita.Porterò il mio tesoro al mare.La nausea vorrebbe trasformarsi in pianto liberatorio, ma si ferma. Perché la consapevolezza è sana. Quando si fa equilibrio.Intreccio i miei pensieri, a mandar via il male di ciò che potrebbe trasformare appunto la consapevolezza estrema in un male che arriverebbe ad uccidere. In quel pianto malsano, che si potrebbe trasformare in pugnale ed annientare il respiro.Ed ecco che giunge la luce del sole, ed ecco che arriva l'ennesima stagione ad abbracciare.Sono stati giorni duri, come al solito. Giorni in cui, non ce la faccio proprio a raccontare la mia cronaca. Estrema. Perché le brutture del mondo le voglio mutilare, non voglio che loro mutilino mè.Non ho saputo difendere il mio tesoro dall'ennesimo attacco incrociato di barbari di questa città. Insomma, mentre camminavo nel bosco fatato e al contempo reale, della mia vita, in una delle ville su, descritte, ho reclamato una piccola legge. Cani al guinzaglio e con museruola. Una piccola nota, di una cittadina, sola e fiera, - ed anche rassegnata, non - violenta. Ne ho avuto in cambio, una reazione violenta ed estrema che mi ha colpita, - pericolosa, violenta, orrenda; in cui il cuore che batteva all'impazzata si scollava da tutto il resto, solo il mio diritto contava..., e il branco di cani, superavano pure la paura, e il mio passato ad un angolo apparso, improbabile e imprevisto, si faceva cavaliere.. ma è stato un bene? - forse.. non lo so.Già il telefono rispondeva, ad una forza, di un ordine che decide a tavolini scollati dalla realtà più semplice. E il mio cucciolone, innocente e sognante, ma senza nessuna bra di paura, pagava per le invettive dei nuovi barbari. E il mio passato, guardava - registrava - come colla nel presente, le mie crepe. Forse è una prova del tempo, forse è l'ennesimo banco. Forse  è un insegnamento anche questo.Così come, il buon viso al gioco crudele, di uno Stato che latita, che non corrisponde alla realtà, incapace, e di protocolli diversi.Intreccio le parole, a mandar via il senso di nausea, di impotenza, e di senso di colpa, per aver fatto macchiare la bellezza del mio tesoro, e non aver tenuto saldi i nervi.. Imparerò a muovermi tra questo far west e le stelle. Imparerò dalla vita.Trasformo in fiore e bellezza, l'orrendo mondo barbaro senza midollo e vile. E c'è una chiave per leggere il tutto, affinché suoni, come musica bellissima.Rimetto tutto a posto con le parole.E le immagini, che a breve rimetterò.Grazie agli occhi che si fermeranno qui, che si poseranno, qui. Su queste lettere e sulla mia anima.In questo momentodelicatissimoper me,per lei.http://www.youtube.com/watch?v=9zACEJdFOpA