La vera me stessa

Post N° 1038


Fedele alla linea. La mia. Quella di non cadere dal filo di lana. Che pare ondeggiare.Il sole fa capolino. Fra nuvole pressanti. Rumori di lavorìo che sono più forti dei cinguettii. Gli uccellini, forse stanno già "ragionando" di partire. Ma poi resteranno, impazziti come il tempo. Un bacile con dei panni, giace, che nemmeno mi chiama. Mi lascio trasportare da questa onda improvvisa di tristezza. Perché se la faccio fluire e confluire è come se la trasformo, poi. Faccio sempre così, lo so da me, lo sa chi mi legge. In questa sorta di diario squinternato a volte pubblico e troppo spurdorato, ci sono io.Ci sono io davvero in tutto e per tutto.La tristezza muta di ciò che arrivo a comprendere completamente arriva su alle labbra, mute. Nemmeno il comando di esse anima labbra mani, riesce ad uscire. Ma non è affatto una paralisi. Mi sono sempre alzata, sempre ho camminato. Sempre. Mai recitato. I miei blocchi sono di altra natura. Non paralisi. Consapevolezze, che ho sempre cercato di virare, così come, quando il pianto arriva, si muta subito in sorriso, non - in una sorta di bipolarismo, ma proprio come a volercela fare, a scacciare via quella tristezza, che ora, si muove con me, con le dita ed il martello degli operai. Fanno sempre i lavori qui! c'è un richiamo ai rumori che si muovono con me. Un lettore ha sempre scritto "ti fa bene scrivere". Anche se poi, la mia "musica", se ne va sempre da un'altra parte, come se la commissione interna, poi - nell'uscire facesse di testa sua.Sorriso accennato appena appena. A penna telematica.Stralci di pensieri confusi, che non lo sono alla fine, ma aggiustamenti e fatica, tanta, per proseguire con le consapevolezze acquisite. Il mio Matteo dorme sereno. Ma devo alzarlo. Assolutamente. La vitalità fuoriesce insieme al sole che fa capolino, ora.Il mio Matteo, lunedì ricomincerà il suo ciclo scolastico. La cooperativa che lo segue dalla quarta elementare, non è ancora dato di sapere, ad oggi se verrà riconfermata. Uno dei suoi due insegnanti ha chiesto il trasferimento. L'altra non si sa come spalmerà la sua cattedra e le ore. In tutto questo, la mia calma che non c'è cerco di costruirla, qui. Non ho altri bagagli a sostegno mio. Non ci sono sostegni per noi. Anche noi, dobbiamo attaccarci al kaiser per usare un vecchio e comico eufemismo divenuto ormai di linguaggio comune. Anche superato. Vorrei essere più trash.  Un ragazzo come lui, che dovrebbe essere accompagnato per mano. Per superare le sue chiusure. Le sue insicurezze e non ultima la sua patologia che non gli permette di poter procedere nello stesso percorso. Paradosso! in questo "E" come gli altri.. abbandonato a se.Ad oggi, quindi, non so chi lo accompagnerà nel suo ultimo anno di medie.Che lavoro fa lei? mi chiedeva ieri l'ecografista. .. Mi occupo di lui. Ragazzo ormai grande su quella sedia "voglio venire con te".Sembra ormai tutto lontano. Il bimbo, la libertà degli ultimi giorni. Ne ho avuto un altro assaggio... ho assaggiato il silenzio, il riposo, una giornata tutta per me, con un'amica, la mia solitudine, i tramonti da sola,  la musica. E' stato bello. Sto lavorando anche per questo ma all'ecografista, non potevo dirlo, sebbene, appena pronunciata la parola una parola, quella aveva già capito tutto! adesso si che mi viene da sorridere.Un anno esatto mi sembra di essere un'altra persona, le nuove consapevolezze ti fanno proprio rimettere tutto in ordine. Se così si può dire. E le parole non arrivano come le vorrei ...La libertà  è una stella sola nel cielo, verticale sdraiata sul lettone. Una stella che ti sorride notturna lassù. Sono io che sorrido a lei. La connessione con tutto l'universo e quello che sul serio ora so. Ma mi dico, che l'ho sempre saputo da quando ero piccola. Quella stella è apparsa nell'istante stesso in cui ho aperto gli occhi ed ho sorriso abbracciando il cuscino. Il mio alter ego una piccola stella sola lassù nel cielo? eh si!Ieri sera la luna gigante abbracciava il mio presente. Talmente gigante da non ricordarne una uguale in un altro settembre. Lei è il mio pianeta, lei ad accarezzare questa sua figlia inquieta e fibrillante, che cerca e vuole solo la pace interiore, una calma risolutiva, un'accettazione che diventi la forza dell'equilibrio.Non ce la faccio ad essere asciutta e stringata, i panni aspettano, il caffè idem. Ieri sono anche andata a fare una visita di controllo con la mamma. Per la sua pensione. Hanno detto che sta bene... uno squarcio a vita, una deambulazione compromessa per sempre, un rischio continuo, una capacità della vita ridotta.. però sta bene. Dire a me, con Matteo presente: "ma sa che cosa vediamo noi?"....  Ah certo, voi. Ho visto cose che voi umani.. richiami. Una burocrazia che mi vorrebbe "francese" e battagliera, in una rivoluzione fuori tempo massimo. Sìì sta bene, finchè non crepa. Pensione minima, volete risparmiare, eccerto. Così fanno. Levano e mettono, l'antico gioco delle tre carte, ma non c'è nessun castello in questi destini, e quelle due scartoffie a quel tavolo, sarebbero state da filmare, per far provare il disgusto ributtante, a chi dovrebbe tutelare e controllare. Ma quelle fanno parte del carrozzone e no, questo spettacolo non mi diverte, mi da il vomito.Faremo il ricorso nella denegata ipotesi; tanto mi ripeto, così fanno. Levano. Intanto risparmiano, si vive sul presente dei numeri del resto. (senza resti).Tutto questo, mi chiude lo stomaco, mi fa vivere in una sorta di piumaggio.. come se fossi una piuma pesante, un ossimoro di costrizione.Le mie funzioni vitali sostenute dai nervi, altre volte da una calma nuova, che ha paura forse, e non si manifesta perché non vuole diventare pessimismo, né depressione, né tantomeno rassegnazione.Cerco indietro con gli occhi le belle cose che ho visto ultimamente, le riacchiappo proprio, le inseguo, come a volerle fissare nella memoria. Ma già fanno parte di me, non c'è bisogno di inseguirle.Il mio tesoro, potrà fare la comunione domenica prossima, nella splendida basilica di san giovanni. Sarà un vescovo sensibile, che porta il suo stesso nome a dargliela. Ci hanno dato anche le ostie per fare le prove. Era tanto che non andavo a San Giovanni : è meravigliosa. Bellissima. Quando ci andai .. era buia, questa volta, c'era una luce diversa, splendente. Saranno in una cappella tutta per loro, questi angeli imperfetti.. che non possono volare. Saranno là. Il mio diario si ferma qui, per adesso. Provo a stendere i panni. Provo fare il caffè. E' tardi. E devo portare i soldi alle ecografiste. La prestazione non ho potuto pagarla, nessun mezzo telematico nei bar e tabacchi funzionava, tanto perché siamo nell'era telematica, ed io mi ero ridotta all'ultimo per evitare le file canoniche. E quindi devo pure fare un giro in più - ragionare (e non voglio) su quel che dovremo mangiare.. Lo so che il crepuscolo ennesimo sta per arrivare, e non è il settembre dei desideri che si riabbracciano... forse solo un po' si rintorcinano, e tutto mentre arriva a bomba, semplicemente lo accolgo come un bambino che ti tira un piccolo foglio di carta tutto acciaffrato. Così come lascio scivolare via questi pensieri, e mi muovo di stanza in stanza.Una sorta di strana calma, vuole equilibrarsi con me. Ed io l'accolgo. Le immagini della mia estate immersa nelle bellezze della toscana si faranno ancora attendere, così come il campo di papaveri bellissimo della scorsa primavera. C'è tempo per tutto.  Piano piano.La vita con i suoi mutamenti e i nostri cambi si abbraccia.. e si ricongiunge anche a ciò che fummo.