La vera me stessa

§


Penultima domenica di questo anno.Benvenuto inverno.  Nel suo splendore. Un cielo terso, stamattina, un sole abbagliante, faceva ridere dentro me, i miei occhi, pieni di natura spettacolare. Incantata ancora una volta. Bevevano il cielo i miei occhi. Dopo il trampolino di ieri.. nuvole azzurre, cariche di pioggia, frastagliate nel cielo, compagne nella stanchezza. Mia. La sera di nuovoun cielo stellato splendente, stelle più luminose di quelle artificiali.. nessun artificio eguaglia tali connessioni. Benvenuto inverno.. l'autunno ha ceduto il suo passo, solo qualche giorno fa a ridosso della mia quotidianità, sembrava fermarsi per sempre il tempo, ma procede e prosegue. E ieri nuvolette tristi a lasciare l'ennesima altra stagione, in cui il tempo, davvero fermo stava. sospeso per me. Cristallizzato autunno, - che lascia il passo ad una notte nebbiosa. Una notte terribile. Insonne e dolorosa. Le uniche tracce di sonno sono arrivate insieme ad incubi indicibili, sempre più indicibili. L'autunno, caro, e la sua nebbiolina in cui si danno la mano, signori fascinosi e galanti, portano via, miei cavalieri, tutto il vomito scaturito dai miei incubi atroci, su cui ho pattinato nel sonno. Mai ne avevo fatti di così, in tutta la mia vita... Svegliata da una notte del genere, il sole ha chiamato i miei occhi, il cuore si  è connesso con il verde. Il cielo supremo a dirmi, che è meglio dello scorso anno.Sono stonatissima. L'operazione di Matteo, il suo intervento è andato bene. Certo. Ma non ce la faccio a riprendermi ancora. Non riesco a riposarmi, e, se l'operazione è andata bene, - i postumi sono orrendi.  L'anestesia ha lasciato tracce che non vogliono andarsene, e l'antibiotico fa il resto: costretti in un claustrofobia, la natura un drive inn dalle finestre linde. Un mal di testa, una stanchezza infinita. Gli occhi certo felici ancora del cielo.. dopo certi reparti di ospedale. Non se ne dovrebbe scrivere in un blog?.  Reparto oncologia pediatrica. Hai un momento sig. padreEterno.. per dire agli occhi del mio cuore, quanto ancora debbono vedere. Certo che sono stata fredda. Freddissima.Ho accompagnato questo giovane uomo, giovanissimo uomo alla soglia dei suoi 14 anni, non in una prova di agonismo sportivo; non in una prova con il suo strumento preferito, NON al suo primo appuntamento galante con una ragazza.. non da quache amico un pò teppistello e scafato. No.Siamo scesi giù nei labirinti dell'ospedale più grande d'Europa?. Mi pare. Abbiamo optato per la mascherina, si inventava un sacco di parole, e ridevamo insieme, non volevo esser altrove,  esattamente come in piscina, - io stavo là, noi stavamo là. Negli ultimi e nei primi, a sistemare le piccole imperfezioni di routine. Tagli cuciture anestesie. Le mani nelle orecchie perfino con la mascherina e te la tenevi con i mignoli. Piccolo grande uomo sei stato perfetto.. tranne che prima di addormentarti, io il tuo "muro", su cui sfogare la tua rabbia incompresa. Ma poi, sei stato bravissimo . C'è una zona "pulita", in cui funzioni.. Mi guardo.. io che guardo Te. Sdraiato in una sala chirurgica, non mi soffermo, devo andare avanti. Non c'è il tempo, per il libro gotico. Non c'è il tempo per la lettura, devo prendermi cura di me, non devo nè impazzire, nè crollare, nè barcollare, nemmeno oscillare. Ripercorro il labirinto dei mie anni, trovo la strada, esco in una giornata di crepuscolo ultimo autunnale, e rivedo nella mente le foto dei miei occhi e dei mie tempi tutti, prima della colazione, e della telefonata di Gloria. Nemmeno gli orecchi a 5 euro degli indiani, che, avrei benissimo spacciato per veri rubini, e mi sorrido, - mentre tutto è già finito. E questa è, la mia vita.e c'è una zona pulita in cui funzioni..e - che - porta il nome del mio coraggio, della scelta del mio coraggio, che però ora si fa più difficile.. non ce la faccio più. Sono stremata. L'autismo è una battaglia senza tregua.Il risveglio e la notte sono andati bene, tutto il vitto ha mangiato questo antroccolone gigante, questo ragazzo pazzoide.. ma non voleva andare a dormire.. i giochi, i cartoni, tutto lontano anni luce, sofferenze nelle testine pelate, io che fredda restavo. Una cucina, donata. Mi faccio da mangiare come posso. Come posso oltrepassare ciò che non avrei pensato mai di dovere vedere? ancora?. Mi faccio forte. E' un ospedale, non è un albergo di villeggiatura. Notte insonne, su una branda, accanto.. dormire con altri. Piccola stanza, senza sogni. Stanno tutti dentro ai disegni del mare, sul muro donazione ecc ecc.L'indomani prima della dimissione arrivano le lacrime a fontana.. dalla mia fontana personale miracolosa, esce dagli occhi il  mio stato di grazia - possibilità di uscire altrove e armonioso e scrosciante  mare interno.. flusso, di me. Calci e botte, e, l'impotenza dei medici. Le scuse del personale .. care infermiere, che, a detta mia, posso sedermi accanto a voi per la colazione... ?  già, sono stata invitata fuori, perchè - perchè quella stanza era solo per cucinare. Non mi importa mica più nulla. Di tutto quello che ho visto.C'è il crollo di una maternità negata, e vissuta in maniera sempre più strana--- esclusa, da me, dal mio cuore. Ma il mio ragazzo. Lotta a suo modo. Tornata a casa, vado dalla dirigente comunale.. qualcuno lassù più il alto del cielo e di tutte le nuvole, più altrove di tutti i cosmi, intercede per me: il frutto di tutto il mio lavoro. Assistenza domiciliare assegnata! - Sono brava? forse. Poi alla fonte, e poi di nuovo a casa, senza un minuto di riposo mai. Eroina io di questi tempi imperfetti. più imperfetti, di me.Senza sosta mai. Ieri la faccia peggiore dell'autismo, esce fuori, come se si volesse stampare addosso una gravità estrema, che invece ti far ritrovare una calma ed una forza che credevi di non possedere più. Spiace per tutto il resto.. riesco poco a razionalizzare pensieri, perdo le staffe in cali e toni di voce, mi curo con il paracetamolo ancora, carica come un mulo - mi aiutano a portare su le borse i vicini di casa.. Bello come il sole, e sappiamo amore mio, che - arriveranno tempi migliori. Rannicchiati per ora, nella crepe di questa grotta, in cui questo inverno che arriva ci ricorda la tua, Venuta al mondo. Piccolo fagotto troppo grande per il mio esile corpo, accanimento a farti venire fuori, quando volevi solo ancora dormire.Tutto appare stranamente e realmente, nella sala operatoria, abbraccia i ricordi, forse ho la vista del cuore offuscata, oppure il Tempo quello galante mi sta dicendo mandando segnali, che, piano piano, qualcosa mi ritorna degli sbagli innocenti che ho fatto! sono stati innocenti.La macchina del quotidiano procede. Cucino, stendo, mi prendo cura di me. Mi sono regalata una ceretta! ieri. Ho fatto il mio presepe naif, arricchito ancora di surplus naif.. angioletti rossi che circondano il tavolino tutto intorno al presepe con il muschio più grande delle statuine. Tende nuove di lusso, chiudono gli spiragli, ma durerà ancora poco.. ancora.lascio così gli anni, solo gli ultimi trenta.. in una strada che non conosco.. che non ho mai fatto, che non so dove mi porta mica.Domani devo chiamare la cooperativa. Prendere già i primi accordi. Fra poco esco - il mio ragazzo, adora il gelato anche d'inverno. Fra pochi giorni le gelaterie chiuderanno, gli faccio questo piccolo regalo, lui è felice così un vassoietto con due coppettine.Tanto altro vorrei scrivere, ancora. Non riesco a legare bene i pensieri e tutto quello che ho dentro. Ho bisogno di tranquillità.. che è ancora molto e troppo lontana.. mi viene pure da ridere, perchè in tutto il bailamme come sempre,  ci si è messa la ciliegina sulla torna, si è rotta la lavastoviglie... e certo, che ne ho già ripresa un'altra, ieri. Pure quello ho fatto! un lampo... sono stata che la sera, non ho avuto nemmeno la forza di mangiare.. e si sà e me lo dico, lo so, è così, quando si è troppo stanchi il sonno, non arriva. E quando si  è troppo stanchi, i pensieri si arruffano.. troppo. E non si sbrogliano, come quando devo pettinare i capelli, sotto la doccia, con la crema. Per ora, le mie parole, sono la mia crema ed il mio balsamo anche.. pettinare pensieri arruffati, di questi miei tempi nuovi, stemperare tutta l'angoscia naturale, che corrisponde alle nuove scelte dell'immediato futuro. https://www.youtube.com/watch?v=lcs2iVbNcMc