La vera me stessa

h. 14.09


Per quanto io cerchi di 'sistemare' devo comunque anche accettare il piccolo caos, un po' di piccolo caos interiore; del resto, anche dal caos nasce l'ordine. L'ordine buono di cui ho bisogno. Mi sto concedendo una sorta di ozio puro. ... Che mentre lo pratico, - il disordine che sento dentro è un caos che non mi piace, perchè fa scattare, da questo ozio mio, un senso di colpa che non ha modo di esistere e che sviscero, qui. Mi concedo una sorta di ozio, che poi ozio non è ma vera sistemazione, presa di coscienza, condizione del se'.    Sono parecchi giorni che ho voglia di rimettermi qui davanti a scrivere. Ma è scomoda la questione, vorrei una tecnologia che in tempo reale, trasferisse i pensieri e il mio sentire direttamente qui, per poterli condividere: solo così sarebbero completi. Questo sento, e l'ho scritto tante e tante volte!, - sebbene - ci si stia arrivando, ma io in questo ci leggo una distorsione; la mia condivisione non è un moto a chiudersi dietro un pc, anzi, ad usare il pc proprio come apertura. Credo di essermi spiegata. Così come l'ala della scrittura è un'ala si ferita, ma che guarirà, e spiccherà di nuovo il volo..Questo io sento. E vorrei tanto scriverli i miei buoni propositi,ma mi dico, che anche la scrittura può essere,come tutte le cose, un'arma a doppio taglio, una sorta di immobilismo a non fare, ed invece, io voglio un binario parallelo che si unisca.. ed arrivi insieme alla stazione, della vita, la mia.Scrivo di getto senza un'apparente capo che invece c'è - e senza la coda, quella non c'è, anche se di paglia, - a volte tutti l'abbiamo... piccoli esseri che a volte ci crediamo così potenti... ma di paglia non mi piace nulla.. non i fuochi, di paglia appunto,nè quelli fatui, ancor peggio quelli amici e le vendette incrociate.La vita, mi ha freddata più volte, anche se sembra contraddittorio. Ha sferragliato pallottole che mi hanno vista soccombere parecchie volte, . arrivarci davvero vicina alla morte, ma poi sempre rialzarmi. L'autismo è un peso sul cuore inverosimile. Impossibile spiegarlo. Toglie l'aria. Esso stesso è uno sferragliare di spifferi gelidi, come quel 24 gennaio del 2004... una broncopolmonite acuta senza febbre dopo la diagnosi... li ricordo quegli spifferi nell'ospedale lillipuziano.. ricordo quell'ascensore, non per il patibolo ma per un fondo senza fondo, e lacrime bollenti che lasciarono nell'ustione quella che fui. Un ricciolino con un biscottino, mia madre muta, mio ex marito abbattuto e dissolto insieme alla sua ombra. Scomparsi tutto e tutti. Non tutte le famiglie sono preparate, ed ancora io sono qui a scriverne, perchè mi fa bene.Molte volte, quando il soliloquio ossessivo di Matteo, diventa provocazione a colpire la mia sopportazione umana, - ed infati la colpisce, si crea dentro di mè un'esplosione deflagrante che  mi fa esplodere il cuore nello stomaco, contrarre il corpo al contrario, uscire fuori di mè, sparire.Come si fa a descrivere? Ci ho provato l'altro giorno in maniera asettica, a dirlo al nuovo medico del servizio 'ASL'.. dove ci hanno preso in carico.   'Matteo ha molte potenzialità, - nonostante tutto".   - "ciao Matteo, chi è quello?" -  ""TOTTI"", - """ ah! e di che squadra sei? - """"" della Roma""""" - benissimo, - ---- si. Potenzialità, che il mio senso di colpa sadico - usa la frusta per dirmi, che non ho fatto abbastanza, e la parte vigliacca di me, si dice, ah certo usi il senso di colpa, per oziare e darti per vinta. Complimenti.  Ebbene, nero su bianco, la mia ala dispiega, tutto questo e lo accetta, in tutte e due i sensi. sono umana, fragile e impreparata, ma al contempo, accetto con la sciabola della signora che ho tolto dal profilo. Si. Con quella sciabola là, accetto tutto questo, e lo getto dietro, lo taglio e zac. Mi hanno detto che con la spada sono un po' una pippa. Ok, ottima incassatrice, collega di Rocky balboa , ma un po' pippa con la spada. Non importa, lo so', e magari è solo una questione di lame più leggere.. tutto qui. sorrido da sola,mentre lo scrivere è la mia guida in questo giorno trasfigurato.Il mio corpo indolenzito e la mia anima cosciente, si incollano - e scollano . nelle pieghe dei miei nervi, dei blocchi scheletrici, dovuti alle contrazioni alla fatica.. immane.. ammazata di fatica, mi sono.. già.Ulteriore accetta, e scriverò di getto se leggerete, ... ok.Quindi, ho ritolto quella immagine dal profilo... non ho pace, così come i mobili di casa, ma non faccio male a nessuno e cerco solo un benessere interiore fatto sì anche di piccole cose possibili. Ricordo con estremo amore e piacere, quella gita a Siena, anche se è stata una fatica immane, ma gli anni erano ancora 49 pesavo 52 kg, e Matteo che si affacciava alla sua adolescenza, non aveva ancora lasciato le sue adorate lentiggini e il suo musetto che ricordava il sogno di bimbo che non c'era già più... ero ancora piena di sogni ricamati col platino di illusioni buone (che erano buone solo per me), ma ero già delusa - se solo avessi mantenuto fede diggià a quella mia delusione, ma si sà che non tutte le parti combaciavano, ed io, purtroppo nel bene e nel male, il capello lo devo sempre spaccare ...già. Però mentre accetto tutto, anche il passato dietro di mè, lascio e faccio tesoro dei passi belli e della divina bellezza che incontrai... è come un modo di , mescolare quei passi leggeri ai passi di oggi, - di una nuova solitudine che è si pesante, - ma buona e fa bene. Come questo corpo indolenzito che si risveglia, anche se, - contraddizione del tempo, - non può come presuntuosamente volevo fare io, fargli riabbracciare tutti i tempi, - ma non importa: ottimisticamente mi dico che la vita potrà e sapra' essere regalo ancora, in mezzo a tanta paccottiglia, perchè quella paccottiglia gettata nel mio fiume tevere saprà restituirmi in modo altro il mio karma.Scrivo alla rinfusa, pensieri che sembrano discordanti tra di loro, mi faccio guidare dal pilota automatico del mio spirito anima mia unendolo al cuore e alla mente, per poter combinare qualcosa e chiedere al mio corpo e all'anima ancora di farcela nella pace. ... Di chiedere bene,e fare bene, nel mio tempo. Di non andare in escalation ansiosa più e mai.. di sopportare tutto l'orrido che mi circonda..fare ed imparare da questi uccellini che cantano solo perchè come me sono sopravvissuti con le loro piumine e con quelle zampettine alle botte di freddo e a tutta l'acqua del mondo che pioveva e non sembrava avere fine più.Voglio perdonare cupido per avere sbagliato più volte la mira, e me stessa, per avere strappato quella freccia facendo finta che non c'erano ferite, quando lo squarcio invece diventava sempre più profondo, perchè - ciò ch'io sognavo, - la totale immediata guarigione d'amore di quella ferita profondissima riconosciuta in un attimo di medesimo dolore, - invece di sanarsi - sprofondava in una voragine.. dalla quale ho imparato, che per malfunzionamento distorto , 'forziamo' - e ci immettiamo al contrario come per andare a ripetere coativamente in una sorta di agonismo sbagliato e improduttivo, gli antichi errori perchè solo in quelli ci riconosciamo. Forse perchè abbiamo bisogno di sbagliare talmente tanto per capirci e dirci quanto e quanto siamo incapaci, quanto e quanto ci è mancato quanto e quanto non siamo stati capiti, ed allora, siccome non ci capivano, solo l'incomprensione, e la rinuncia a più parti di noi, era la chiave giusta, perchè quell'altra, avevamo deciso che siccome non la volevano, l'abbiamo gettata anche noi...con la speranza assurda ed ingannatrice, che poi qualcun altro l'avrebbe trovata.Mi correggo...non si tratta di inganni... e che non siamo capaci, e ci aspettiamo che lo facciano gli altri ...forse.   Ma è una questione anche di fortuna, di geografia, di sincronismo, di leatà.. tutte da mettere in conto, in questa vita. Ora mi rileggerò...faccio mille carezze alla roberta bambina, alla roberta nascosta, che un'amica cara qui ha visto ed ha riconosciuto, alla roberta che a siena sognava ancora la luna e le stelle e la sua parte tenebrosa voleva tingere di rosa anche lei, in un mistero segreto da svolgersi solo nella liberazione fra lenzuola magiche appese al cielo..forse accadrà, forse - se non accadrà, accadrà che conviverò con questa mia beata solitudine dalla quale prenderò la forza per accettare e cauterizzare quello squarcio feroce nel petto e nell'anima, e nella mente le cose che tutta me comprende ora,  ed allora come ora, respirerò bene e non avrò paura più di niente, tantomeno di essermi sbagliata e non mi adombrerò ... non resterò muta, dirò che si chiama vita, che ciò che di meglio possiamo fare, e' esserci fedeli e provare a decifrarla decifrandoci senza avere paura di ciò che siamo, - anche quando ci pare di non essere abbastanza.Per ora, passo e chiudo. E buona domenica! https://youtu.be/1ppC7xAbFJ4