La vera me stessa

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Non ero più capace di riconoscere i miei campanelli di 'allarme'. Li ho travisati, travisando me stessa, o forse ed anche o soprattutto più forte e feroce il bisogno profondissimo che guarire finalmente quella ferita l'antica ferita la più profonda narcisistica e poi tutte le altre incardinatesi a seguire, - poteva essere il riconoscimento - o il sentirla attraverso qualcun altro, questo risveglio non potesse essere che l'avamposto dell'agognata guarigione. Mi rendo conto di essere stata presuntuosa, in questo. O meglio. L'istinto e il sesto senso mescolati alla ragione si sono scollati da questo bisogno e di conseguenza da questo scollamento, non potevo ogni volta reincollare tutto. Non stava in piedi la cosa. Semplicemente come ho scritto in premessa.Ma non rinnego nulla. Mi rendo conto ora di tutto. Tutto si appalesa. Anche nel fatto di non riuscire a scrivere e a rendere giustizia ai fatti di cronaca, perchè paradossalmente diabolicamente, o solo divinamente nel computo della sistemazione delle cose, - tutto questo avviene, perchè la vita è una ed è in stretto contatto con tutto. Anche con gli incidenti (chiamiamoli così) di una vita, della mia vita.Se fossi davvero brava (e non voglio darmi addosso, mi sono riletta in questo blog, lo sono stata e molto, sono andata indietro, parecchio, ho davvero scritto bene, e notevole, sì...) mi sono raccontata anche a me stessa in questa testimonianza di rilettura, e autolettura, terapeutica, ma per dire, davvero brava, avere la capacità di raccontare la mia storia. Certamente, io che sono abbastanza  spontanea ho dei pudori, nel narrare vicende familiari e dolorose. Ho cercato di tesserle con i sogni e con la speranza prima fra tutte, che attraverso il leggere (e non era premeditata la questione), la lettura la scrittura io potessi trovare dei referenti animici con cui ricucire i miei strappi. A vari livelli, li ho trovati.Non faccio i nomi. Loro lo sanno, e fanno parte della mia vita. Anche se la frequentazione è limitata, - e la mia vita piuttosto complessa.Però mi accolgo anche in questo. Sono evoluzioni e cambiamenti. Ora sono così. Con le mie introspezioni. Con quello che riesce ad uscire da questa piccola vendemmia fuori stagione... la mia. La mia 'vite' - vite le mie - La mia Vita. Pensieri sparsi, come piccoli punti. Qualche perlina del mio passato. Cose solo mie, che faccio respirare  ... mia sorella con un vestitino la sua mascherina faceva presupporre un futuro buono e dolce, mio padre ancora vivo, la periferia variegata e multicolore, i canti comunisti e i miei genitori allibiti ma non intervenivano sui canti tra bambini, - perplessi dalle nuove didattiche. Poi gli schiaffi e calci di un destino a tratti troppo crudele spietato aberrante. Così come aberrante si manifestava il mondo fuori, insieme alle conquieste che si andavano muovendo, da là a poco.Poi. indietro..Mio padre preoccupato, e io che sognavo su quella trave un futuro di farfalla volante, di bambina con un corpo snodato che cercava un futuro in un mondo possibile, poi mi piegavo alla morte senza capire.Poi altri schiaffi da quello stesso destino becero. Pugni per una preadolescente in anni pieni di piombo, che a mè sarebbe toccato diversamente. alla fine di quegli anni. L'ammirazione per una parente proclamata beata, - mi arriverà poi, in un moto di ingenuità una mezza specie di esorcismo (becero anche quello, quando la presunzione cattiva di una presunta intelligenza comica), ma fu colpa mia in quel caso, i campanelli distorti , io non li so poi rimettere a posto. Anni dopo, appunto voler rimettere a posto, i fili di questo destino, - con me, per cercare di capire, che appunto volevo ritrovare attraverso quella intelligenza mia e il mio sentire veramente me stessa. E' un piccolo frammento. Non posso continuare, non mi riesce,e probabilmente a tratti non si capirà. Io sono felice lo stesso. Felice per trovare il coraggio di aprire la porta profonda del mio cuore, - per vedere oggi, proprio oggi illuminarsi il sole ed uscire fuori tutto per me.. ed io con lui, in un'esplosione di ricordo buono di un'istantanea a colori piena di luci in un settimo piano di una periferia (ma nemmeno tanto) variegata e oggi dipinta e piena di male, non estrema, affatto, ma semicentrale (maledetti giornalisti che male raccontano), - e di un male profondo mio che mi toccherà in eredità come ad altri toccano ben altre eredità. Non rinnego la mia vita, la rivendico. Vorrei avere avuto oggi stesso, la capacità di poterla raccontare diversa.... mi dicevo inghiottita oggi dal traffico tra altri ricordi, ai parioli, che mi ci hanno vista intrisa, l'avvocato per cui ho lavorato, le mie amicizie, le mie conoscenze, i miei percorsi. Mio padre, mio ex marito (l'origine pariolina è più la sua - rido - che certamente la mia (siamo di periferia entrambi così facciamo prima..), mi dicevo, mentre abbracciavo tutto il mezzo secolo che mi pesa fra la schiena i muscoli e i nervi, lo stomaco il cuore l'anima e le braccia, le gambe, il sesso, tutto, - mi dicevo che - dipanare come vorrei è un condizionale che non mi appartiene non riuscirei a scriverne nemmeno con una laurea in lettere certamente perchè emotivamente troppo coinvolta e perchè c'è un pudore solo mio, che ognuno ha nella scelta del proprio sentire di manifestare o meno anche nei moti di verità più manifesta e di migliore intenzione spontanea.Tornando al campanello appunto... e a questo filo ingarbugliato,  mi dicevo nella mente, tra il traffico le domade reiterate del mio Matteo AMORE PIU' GRANDE ED IMMENSO, - che mentre lui mi domandava i suoi assilli io dipanavo il filo, come si fa con una catenina tutta intrecciata fina e la mente non mentiva, la dipanava. E non perdevo la pazienza, e il sole mi scaldava, e non perdevo la pazienza, - Roma - strangolata - violata - imbarbarita fino al cielo lassu' sapevo che stava da qualche parte negli squarci dei miei ricordi sotto i miei passi e nelle mie ossa. Facevo pace anche con le altre mie origini del sangue, a dirmi che Roma (che ho anche rifiutato a volte, ma non lei i suoi imbarbarimenti atroci e imbastardimenti dei più feroci e fuori controllo da sempre), - ha saputo e saprà farcela, come me.  Mi sono venuti in mente i miei nonni lombardi, ma ormai romani eterni, il loro essere sospesi a metà, in un piccolo posto in una città che li aveva accolti per cercare il loro posto nel mondo, a cavallo di due guerre, in mezzo a tante privazioni, e facevo pace anche con la loro ignoranza, non colpevole, colpevole i tempi che condanneranno una famiglia normalissima a qualcosa che in una vita più succedere e di cui non si può scrivere.Eppure il sole di Roma, quello squarcio fra le nuvole. I colpi di sole improvvisati e decisi dal parrucchiere (maurizio hai fatto di testa tua, colpi di sole ad hoc) hanno squarciato insieme  - un profilo basso - di cirri neri in un lampo di pacificazione e rasserenazione, che ho bisogno di mettere nero su bianco qui. Non mi piace che al maneggio, insistano con Matteo se non vuole trattenersi di più - e quando le urla sono intolleranti per lui. Il sole mi scaldava, dopo la tecnica della chimica del professionista parrucchiere, la dolcezza di una mamma più grande di mè, che mi ascoltava - ascoltava la mia solitudine per far fronte ad una patologia più grande di mè.Ieri sono stata in inps... non devo solo ricucire i miei strappi e guarire le mie ferite, antiche e pregresse e più nuove e traumi ultimi. Mi tocca anche di sopportare la burocrazia ormai allo sfascio. Chiamo debosciati gli ultimi governanti e il loro immondo teatro , - andate in inps una qualsiasi della capitale in questi giorni.   La dirigente era stordita... era la quarta volta che la vedevo? ebbene non si ricordava, e mi ha di nuovo cambiato le carte in tavola. Devo andare in direzione generale, deciderò stanotte, se andare domani.Voglio stare calma.  Ricucire tutto, con questo contorno la fuori potrà da tutto il male che viene fuori dalle tv dall'aria schizofrenica cattiva e corto circuitale di questi tempi che mai avrei pensato di vedere così - inimagginabile, mi duore dirlo ma la realtà la supera sempre la fantasia... mi ha fatto brutto vedere la sindaca scortata dalla digos (era la digos no?), e tanto altro di cui non ho voglia di scrivere. Dilettanti allo sbaraglio hanno fatto ammalare ancora di più la mia città... condannata allo spolpamento dai nuovi maiali di turno (l'offesa è per i maiali animali che rispetto in quanto creature di questa natura e di Dio).  Fai gola bellissima Roma mia, splendido amore, unica eternità possibile.. fai gola. Ma voglio sorridere ad un ottimismo che illuminerà le menti anche delle persone meno colte, anche delle persone più semplici. Voglio pensare credere ancora a possibilità, Roma mi appare ancora con le sue magnifiche rose in ogni piazzola , con il suo sole caldo a contrastare la sua austerità quando improvvisa gioca la primavera qui a fare l'inverno, e a trovarmi immersa poi, nei suoi quartieri storici ed eleganti. A ricordare la preferenza della mia periferia bambina e alla mia mescolanza alla mescolanza di allora, che era molto diversa, e a questa di adesso, feroce cattiva, con cui faccio il conto (e il contro) anche con me stessa e le mie contraddizioni cercando di fare pace con tutto, portandomi appresso me stessa, cercando una sorta di leggerezza, e dirmi, che sistemo tutto come mi viene. Parlando col parrucchiere - che è meglio che parlare con qualcuno colto che parla e nulla dice. .. E con la dolcezza infinita del mio Ragazzo che mi fa dimenticare i suoi tilt comportamentali, non autocercati, non calcolati, - che in un mondo diverso avrei aiuto per poterli gestire.Eppure essere felice, ed essere riuscita a scrivere.Non credo che rileggerò.Per ora, passo e chiudo.buonanotte. Grazie a chi leggerà. E , Grazie a mè, alla vera me stessa, che finalmente capisce e capisco, tutto. Mi è rivenuto in mente un sms.. mi è rivenuto in mente il sesto senso di averlo ricevuto per sbaglio, non averci badato, mi sono rivenuti in mente dei biscotti (inadeguati per l'ora del the, facile per un te prendere qualsiasi tipo di biscotto), ma anche un cibo sa dire la Verità che si appalesa, anche se tu, poi, divorata dal coraggio mal speso del momento, non sei ancora pronta - non per vedere - ma perchè virando ancora speravi in qualcosa che di speranza aveva ben poco ma era - racchiudeva altro.Ebbene, sono felice per questo. Non credevo (senza raccontarmela), - che la felicità si poteva manifestare anche così.   E ' una felicità di essere consapevole di quello che comprendo, - sempre con beneficio del dubbio e di smentita, che mai arriva, anzi, arrivano conferme a pioggia e a grappolo. Sì, se questo monitor è uno specchio e io mi sorrido davanti.Non ho la pretesa che si possa comprendere tutto... sarei davvero una grande scrittrice ! (mi basterebbe essere una scrittrice che vive della sua opera ... seeeeeeeeeeeeeee), ma se già si capirà qualcosa sarò felice, - e sono già felice per avere scritto, cioè che era un peso...ora sono più leggera.passo e chiudo, sento rumori e sento Matteo che sente...  i tasti. serena notte.RobertaPS: per dovere sincero e vero (che si può esser sinceri anche nella menzogna), HO riletto.. e ringrazio mia madre per avermi dato trasmesso la capacità di discernimento nel senso più profondo del termine, ossia me lo ha donato ed insegnato con il suo esempio e il suo comportamento e credo sia quanto di più prezioso possa avere una Persona dal propro genitore. Grazie mamma... te lo devo dire, e te lo dirò. Inoltre ho capito anche altre cose, con le quali mi addormenterò, perchè credo che faccia parte della ruota della vita,in questo mese di maggio, perchè se sono qui è perchè sono una mamma, una donna, una Persona, un'essere pensante che sceglie ancora di farcela. Soprattutto per mio figlio, - e - per me stessa...piano piano.Ce la voglio fare, e come dice Matteo 'gliela devi fare'. serena notte. e sogni d'oro!  aggiunta per l'AmicoMax :-)e ... non c'è due senza tre .. la musica sì è il meglio,ti permette di fare pace damblè con quanto tu manco ti immaginavi...si.  e di andare, oltre.passo e chiudo.