La vera me stessa

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Caro Di.ar.io andata e ritorno :) in questa raccomandata virtuale, mi raccomando di non bruciarmi il post! ieri sera, ne avevo fatto uno bellissimo. Ma del resto, ciò che perdiamo non so perchè ci risulta sempre più bello, forse proprio perchè lo perdiamo. Vabbeh, dai, l'acqua calda di sto periodo, fa pure bene :-) fa piacere.Caro diario mio. E caro 2020. Fra poco finisce. Fra poco arriva Natale, il compleanno del mio Matteo il 26 e l'anno adesso, caro 2020 ci mancano solo 8 giorni, circa, e finirà un decennio..Per me, questo 2020 non è stato funesto. L'ho già scritto, non si può imputare la colpa ad un anno. Comunque, per me, questo anno, che è durato pochissimo ed è passato troppo in fretta, mi ha fatto dei grandi regali. Mia madre è ancora viva. Il mio Matteo ha fatto passi da gigante. Ed anche per me, è stato importante, essermi superata ed avere superato prove, che ancora supero nel quotidiano.La casa è troppo calda , il freddo già si mitiga. Qui, arriva superbo, e severo, gelido ed umido , ma poi, pare assopirsi nel volere fare stanziare ancora le ultime gocce d'oro dell'autunno cantate dagli uccellini nonostante i 3 gradi della mattina presto, che già saliranno complici le nuvole, e un inverno, che qui, anche quando decidesse di nevicare ancora (non sia mai!!) non è mai troppo rigido. Le sue tracce di tramontana insistente perdute nel tempo, - ripeto - saranno sempre mitigate dalle tracce di un autunno che resterà disegnato nel tempo... lasciando tracce pure nelle estati successive, quando la primavera sboccerà e fiorirà e il tripudio estivo, ci farà di nuovo sudare, e scaldare la pelle. Coi nuovi sogni e possibilità estive.Stagioni che corrono, e in questo periodo, complice anche il sole meraviglioso e un cielo turchino, hanno davvero lasciato tracce di meraviglia di questa natura che riesce sempre a regalare esempi di struggente bellezza.  Le stelle la sera, sembrano pulsare di vita nuova. Ai miei occhi non fanno rimpiangere e fanno anzi dimenticare anche quelle estive. E' una ri.nascita di questo affetto dell'universo di un bambino venuto per salvare il mondo, in questa ricorrenza, che evidentemente non ci si stanca di festeggiare. Ogni anno, mi ammalavo in questo periodo. Il carico emotivo che ne conseguiva non lo reggevo. Ora sono un po' di anni, che non mi ammalo, ho avuto incidenti di percorso, e problemi familiari gravi, con le malattie. Ma la nascita di Matteo, il suo festeggiamento non sono più motivi di dolore, nascosto come spada nel cuore.  Questo per me, è il regalo più grande che l'Universo e Dio potessero farmi, un vero miracolo, che accolgo, perchè manifesto. E che mi spinge, e mi da forza, per affrontare tutto quello che devo. La mia stanchezza, il momento storico che sto vivendo, le mie paure, la mia mancanza di una persona di riferimento altra ed esterna a me. Ma mi da forza anche la speranza. quella di conoscermi attraverso gli eventi e rinsaldare finalmente le mie convinzioni, che sbocciano come queste rose, invernali, nascoste e che ti appaiono, nei posti più impensati.Ieri avevo fatto un post bellissimo, in cui ogni lettera ogni sillaba era intrisa di calma ovattata. DI serenità. Di cose semplici scritte benissimo. Dopo il maneggio, in cui ero morta di freddo! a dirmi e ricordarmi tutti gli anni e anni e anni, in cui ora Matteo è un giovane Uomo. Ed io stare ferma nel presente sopportare quella umidità vedere la sua attività, senza ansie, senza aspettative impossibili, senza stress che mi divora, ma solo con la umidità gelata dei maneggi, che me li sono girati tutti. Dal circolo del polo, da quello della lazio, a quello della farnesina ora. E poi scaldarmi a casa, con lui, occhi negli occhi, il cibo e ringraziare per ciò che si ha. Dicevo il post scritto benissimo.. uno dei miei migliori. Anzi il migliore :-) mentre lo rileggevano gli occhi soddisfatti. Scritto in un baleno, insieme parole e corpo.Ed invece... è saltato!  §§§ Era sabato, che avevo scritto, ed è già mercoledì. Giorni che passano velocissimi, l'anno vuole andarsene. E a me, succede, come ogni anno, che nella fretta delle feste, nel passaggio all'inverno, riesca a scovare ancora, le tracce di autunno che si porta via l'anno restituendolo tutto, comprese le sue gocce di oro, all'inverno, per farne concime per la terra. Si sente l'odore. GLi uccellini non avranno paura del freddo, e tutto si porta in un circolo infinito.Ho percepito gli odori dell'inverno che stava per arrivare, nel suo datario cronologico, sabato quando ho finito di scrivere, sono andata a finire  di fare la spesa, e poi abbiamo corso un'ora. Ho respirato l'aria fredda. Siamo tornati a casa, e poi non siamo usciti. Ho dovuto preparare e poi farmi la tinta. Non l'ho fatta quando lo avevo scritto, l'ho fatta sabato,e mi  è venuta bene. Mi centro meglio il colore e sono soddisfatta. Ero stanca della corsa, stanca della spesa, non ho potuto accontentare Matteo per uscire. Mi sono goduta il calore della casa, le lucine del mio albero, la musica.Domenica succesiva, il20 siamo andati da mamma. La sto aiutando e voleva ripagarmi con un invito a pranzo, che sono sempre più diradati; preferisco rimanere a casa mia, dilatare il mio tempo, oziare, leggiucchiare, scrivere.  In tv le vie dello shopping apparivano stracolme e cariche. Allora, ho accontentato Matteo in altro modo, siamo andati, in altro percorso. Un centro meno battuto ma lo stesso affascinante e bellissimo, tra il viminale e l'esquilino, si stagliava s.maria maggiore. Bellissima. Che ormai sono due anni, che ci andiamo, come l'anno scorso alla messa di mezzanotte, e due anni, fa idem. CI sono legata, e non potendoci andare il 24 notte, come ogni notte di Natale, ormai da tre anni, l'ho fatto domenica 20. Già dalla mattina quindi, e forse anche nel sogno notturno che sistemava la memoria anche se non lo ricordavo al risveglio, qualcosa di fatato e misterioso, mi faceva rivedere le fotografie di un anno e mezzo fa. La via del pasticciaccio, la mia foto autoscatto con Matteo, non avevo ancora lo smartphone, - le vie del romanzo che avevo appena letto, noi due sorridenti.  Lo stesso cielo, notturno rimetteva a posto quella memoria. Quella chiesta, anche. La stessa madonnina che ad agosto mi appariva tra i monti del sublacense, io che ero sempre andata al sacro speco in macchina, non l'avevo vista. Ma quella volta ero andata con la corriera,avevo percorso la via francigena, e al ritorno, avevo visto questa madonnina sospesa nel cielo. dare la mano ogni frammento al presente.  l'illuminazione era spettacolare. Non so' se avevano pulito a fondo la chiesa se l'avevano illuminata a giorno, se i miei occhi erano più sgranati e ricettivi. Sembrava ogni passo, sistemarsi nel presente. Nella restituzione di una memoria trasfigurata e pulita in una sorta di altro miracolo, che io non so bene descrivere. Ci ero riuscita ieri con semplicità. Ma si vede, che doveva dissolversi nell'etere come polvere di stella, magica, come le stelle del cielo, che in una bella poesia, letta qui, si traformano in stelle 'marine'. Che ne trovai una nel 2017. mi riprometto sempre di farci un ciondolo. Stringerla tra due piccole lamine ovali di vetro, con un cordonetto. Una stella me la sono anche regalata, bellissima e particolare, in argento. La sera guardo ogni sera, lassù e ogni stella pulsando a suo modo, mi regala una comprensione. pare specchiarsi nel mio ciondolo al collo attraverso gli occhi, anche quando è chiusa nella sua scatolina. Unire il giorno e la notte. Le stagioni, il tempo. Affido le mie parole, a biglietti volanti in casa, quando non ho possibilità di scrivere.Li riporterò qui.  §§Mi sono liberata di un vecchio piumino blu, ci erano attaccate, tutte le disfatte di quella che ero, durante le elementari di Matteo (e poi le medie), le mie messe in piega perfette, tutta l'ipocrisia che dovevo sopportare, e che male sopportavo, in una sorta di squilibrio tra un'eleganza impeccabile, e un integralismo grunge, in cui chiedevo aiuto al vino, per poter sopportare ogni giorno, tutta l'ipocrisia del mondo. E guardarmi invece oggi, più equilibrata, molto più equilibrata e centrata, Unita. Non divisa nè separata nei due estremismi: mi do la mano abbracciandomi e curandomi, insegnandomi imparando nei miei stessi passi. A volte il peso è estremo. Come l'altro ieri,  lunedì, quando nel pomeriggio sono andata a comprare le prime cose per il compleanno di Matteo, con un carrello carico da scoppiare, una spesa gigantesca, mi sentivo portare ogni peso, nel sudore del giacchetto leggero che quando vado a fare la spesa sudo da morire, il velluto umido della sera, e il mio raccoglimento a farmi dire, ma perchè non ho preso la macchina! ma non c'entra il carrello, insomma.. e dopo avere speso tantissimo, avere sforato i buoni, e la imprecazione che fa ridere di gusto la cassiera.e non pensarci, perchè il carico  è grande, e vorresti essere più leggera, almeno allegerire i pensieri. Nella mia via, incontro Valentina e Giulia, ed il peso fisico (e non solo ), allora sì,  diventa improvvisamente leggero. Valentina e Giulia fuori da un mondo, che non sa aiutare tutti. Giulia, gravissima averbale autistica, mi si stringe il cuore, Valentina, giovane donna fine e sincera, le nostre strade si incontrano, ci incontriamo negli occhi non possiamo parlare, ci ripromettiamo di incontrarci, ancora. Da sole.  Il divino, si fa uomo, si fa umano, si fa passo nel mio passo, il carico diventa leggero, mi stringo ancora di più nel giacchetto leggero e nel sudore. Metto a posto la spesa, cerco di non farmi confondere dalle letture di una legge scritta in fretta e furia che alimenta ancora di più la confusione in cui invece questi tempi chiamano alla ricerca di una calma spirituale tra gli occhi e l'inverno, tra il cuore e la pace, tra il miracolo e una serenità che sa fondersi con la passione più bella e calda e vera.  Cerco di non farmi inondare dai tarlipensieri, che a proposito di legge, mi vedranno fra poco entro febbraio prossimo, presentare il nuovo piano di riparto per la gestione patrimoniale di mio figlio. Ero così preoccupata lo scorso anno. Una cara amica, mi diceva che ce l'avrei fatta. Che non dovevo preoccuparmi. Ed infatti, avevo stilato uno scritto che a rileggerlo oggi, pare l'abbia fatto una ragioniera provetta professoressa di italiano delle scuole medie. :-) Ma l'ho fatto io? mi sono superata col mio pilota automatico che ha lavorato egregiamente per l'obbligo dello stato. Ora non ci voglio pensare. Sarà un lavoro di un pomeriggio. E sarà la seconda volta, quindi a maggior ragione, non voglio preoccuparmene.  Mi manca moltissimo lo shatsu. Il mio corpo reclama quei massaggi . Ho ricontattato S. che già due mesi fa mi ha detto che posso farli con lui, dietro compenso di un 'obolo' minimo. Non mi sono potuta ancora organizzare, ma col nuovo anno, sarà la prima cosa che farò. Gli manderò auguri registrati, e la promessa a me stessa, anche, di riprendere questa cosa che mi fa bene. Un anno sano di rendita, ho vissuto, un anno in questi giorni, che ho dovuto interrompere questa cosa benefica.  Le tracce per riallacciare ci sono, devo sfruttarle.Vorrei comprare un pc nuovo. Forse la mia collega befanuccia, mi aiuterà a decidermi a prenderlo. La chitarra a Matteo dovrò rimandarla. Ma conto di farlo. Assolutamente. anzi, oggi pomeriggio, ce lo faccio un giretto al centro musicale. Qui vicino. Un negozio gigantesco ora rimpicciolito, in cui, mi sento come alice nel paese delle meraviglie, piena di stupore e come una bambina piccola piccola amichetta di pinocchio nel paese dei balocchi. ora il negozio è più piccolo, ha cambiato sede, ha rischiato un fallimento. Molti musicisti importanti si servivano là. La scrittura mi ha traghettata altrove, i pensieri belli di ieri non sono più quelli di oggi, qualcuno sono riuscita a riprenderlo, qualcun altro è volato via. Non c'è lo stesso tepore della sera in questa mattina, umida ma onesta, - il sole tirata via la tenda spunta regale, tra un cielo diviso in due,  terso da una parte, turchino grigio dall'altra. Il tramestio della città, sembra avere inghiottito il canto degli uccellini. La temperatura ambiente del mio pigiama senza vestaglia, nello scrivere, mi aveva fatto sentire qualche brivido. Devo spegnere i caloriferi, lavare il viso, fare una commissione, alzare Matteo, tornare e poi la corsa. Oggi lui sarà con il suo assistente ed io ultimerò le mie incombenze per il suo rinfresco. Domani è la vigilia di Natale! saremo io e lui. Pranzetto dopo la corsa come oggi, e poi domani sera piccolo cenone semplice. Il giorno di natale, inviterò la mamma e il padre di Matteo. Menù già definito. Il 26 piccolo rinfresco. Sforiamo solo di una persona. ... Nella semplicità di questi strani giorni, c'è la magia diversa e vera di queste feste, che vorrei trattenere. Vorrei potere dilatare il tempo fermarlo. E difatti , provo a farlo scrivendo, provo a cogliere la magia, che ho colto domenica in chiesa, e l'ho davvero avuto un miracolo che i miracoli non sono come li pensiamo noi,e questi giorni, nuovi, in cui ci si stacca dal passato per entrare in un nuovo presente. In cui le congiunzioni astrali, bellissime, lasciano anche loro, ognuno come può e sa interpretarlo, il loro segno. Io non so' scrivere nella mia ignoranza consapevole, di questa congiunzione che non appariva da 4 secoli... Giove, che è il mio pianeta in esaltazione nel mio segno (cancro) , che si congiunge con Saturno. Questa cosa magica, io la leggo, a mio modo. Io ho giove pianeta in esaltazione nel mio segno natale (cancro), nel segno dei gemelli. E di questo segno erano entrambe le mie nonne. Maria la materna, ed Elisabetta la paterna. (e i nomi?) :)) Entrambe dei gemelli, appunto. (segno dove ho giove, che è esaltato dal mio segno natale e quindi rafforzato dalla luna), e Saturno, che ho nei pesci (insieme all'ascendente, regalo del nonno materno, che era di questo segno).colgo tutto questo come un segno, come un riaggiustamento, come un raccordamento, come una cosa di una magia buona. Come una introspezione personale che trova espressione in queste pagine, in cui cammino insieme in questi giorni, natalizi, in cui l'aria frizzante di un inverno giovanissimo, da la mano all'autunno che ha lasciato l'oro e l'esaltazione dei colori della terra. Tutto il mio passato si mescola col presente, nei segni più aspri delle rughe intorno agli occhi, che mitigo con un sorriso, e l'insicurezza che sa trasformarsi anche lei. La consapevolezza non consola nè vendica, libera.E la luce del sole di questi giorni mi fa bene sperare che ci sarà anche per me una bellissima penombra. in cui, la luce e l'ombra di un buio dolce si fonderanno, e sapranno creare nuova luce, altra luce, diversa. La libertà vera del corpo e dello spirito, insieme.Riuscirò a fare ordine in ciò che oggi appare estremamente confuso. Seguendo questa via, non mi smarrirò Per ora passo e chiudo. Non so' se domani scriverò,ma conto di farlo in tempo reale, per gli auguri di buon Natale proprio alla Vigilia, nel frattempo, li faccio anche adesso .Buon Natale a tutti!Roberta nel video l'ultimo concerto al teatro brancaccio che sta sulla via fra l'esquilino e il viminale https://youtu.be/qXEAvoKd6hk    ... guidato da Dio.