Salus Vitae

Considerazioni e detti simbolico/affettivi sul cibo


Come aggiunta al mio precedente articolo "Alimentazione e vita emotiva: iniziamo dai neonati" pubblico queste nuove considerazioni:durante la crescita  sin da bambino l’individuo assegna al cibo significati e valori differenti condizionati e influenzati anche dall’ambiente in cui si vive, atteggiamenti e comportamenti verso i cibi e l’alimentazione che poi si ripercuotono e si stabilizzano nell’età adulta influendo sulle scelte alimentari e sul modo di vivere dell’individuo in questione, dando luogo spesso a compensazioni non proprio salutari.Fattori influenzanti, oltre a quelli ambientali come condizionamenti dovuti a pratiche religiose, a tradizioni proprie di quei luoghi in cui si vive, alla disponibilità dei cibi geograficamente intesa, alla pubblicità e alle mode stesse e all’ambiente ed educazione scolastica e familiare impartita, sono anche valori che individualmente attribuiamo ai cibi attraverso propri nostri gusti personali, il proprio vissuto e le proprie esperienze.Ciascun individuo ha come propria consapevolezza che il cibo possiede la qualità intrinseca di placare la fame, o meglio l’appetito, ma il più delle volte egli non sa che tale specifico cibo nella vita ha la capacità di rivelare anche i suoi più intimi bisogni psicologici e le risposte agli stress della  propria vita: in alcune situazioni di tensione, di ansietà,  emergono desideri e golosità varie come tentativo di riempire quella sensazione di vuoto che l’ansietà stessa ci causa e ci produce.Molte volte rispondiamo a un’emozione a una situazione di vita mangiando quel determinato cibo che “pensiamo” o sentiamo adatto a quel momento, oppure al contrario manifestiamo un’avversione verso un cibo che invece usualmente consumiamo e ci piace.Nell’essere umano, a differenza di tutte le altre specie di animali si concretizza dunque una speciale neofobia e neofilia nell’alimentazione che a volte ci rende difficile il compito di gestire le scelte per la nostra alimentazione specie se inserito in un più ampio quadro di riferimento: il cosiddetto “dilemma dell’onnivoro” descritto da Rozin e Pollan.Aldilà delle scelte più o meno razionalistiche che poi ogni individuo compie rispetto alla propria alimentazione, alcuni studiosi hanno cercato di fare una classificazione emotiva tra i vari cibi e li hanno distinti in categorie che grossolanamente cito e che comunque riguardano più che altro il mondo Occidentale: ·    Cibi che provocano effetti di sicurezza e rassicurazione emotiva: soprattutto il latte, i suoi derivati e pane e cereali;·    Cibi che danno sensazioni di potere, di forza, di vigore, energizzanti e con ancestrali virtù magico-feticistiche: soprattutto carne cruda o cotta al sangue come bistecche e cacciagione;·    Cibi collegati a sensazioni di ricompensa e/o di svago: cioccolata, caramelle e dolciumi in genere, ma anche stuzzichini e patatine;·    Cibi associati a rituali e convivialità: caffè, the, ma anche il bere assieme vino e liquori;·    Cibi dotati di qualità di status symbol, esibizionistici: caviale, tartufi, ostriche e preparazioni esotiche e ricercate;·    Cibi a cui specie da bambini si iniziano a dare significati di disgusto e/o di non piacevolezza e comodità nell’assunzione: verdure, insalata, ma anche la pellicola del latte, le carote,  il pesce per la difficoltà e la paura degli “spini” o l’odore;·    Cibi che vengono intesi come purificanti, non di uso comune: quelli di gusto amaro in generale e tisane varie. Per concludere questo approfondimento sulle proprietà che psicologicamente vengono attribuite al cibo e attraverso il cibo a situazioni tipiche di vita, o anche a qualità riscontrabili empiricamente nei vari cibi, riporterò ora alcune frasi di uso comune e popolare che son simbolicamente attinenti al cibo ed al rapporto con esso, invitando i lettori di questo articolo ad aggiungerne altre di loro conoscenza e/o a commentare quelle qui menzionate:buono come il pane; non mi va giù; avere sale in zucca; è il sale della vita; poca carne e molti frutti mandan via malanni e lutti; riso e fagioli fan crescere i figlioli; dolce come il miele; mi resta sullo stomaco; è una peperina; una mela al giorno toglie il medico di torno( anche la mela di Biancaneve…!); ti mangerei di baci; latte e datteri fan cibo completo; un uovo appena nato vale un ducato; è  una notizia ghiotta; tutto fa brodo; il vino fa buon sangue; salvare capre e cavoli; c’entra come il cavolo a merenda; mangia aglio che non è uno sbaglio; le arance al mattino son oro in bocca, argento a mezzogiorno e piombo la sera; mangiare di mattino facilita il cammino; mangia come un re al mattino e come un mendicante la sera; gallina vecchia fa buon brodo; se non è zuppa è pan bagnato; omo de panza, omo de sostanza; tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino; l’appetito vien mangiando;…e per  finire…… defecatio matutina bona tamquam medicina; defecatio meridiana neque bona neque sana; defecatio vespertina ducit hominem ad ruinam; ma io dico: defecatio matutina bona est quam serotina soprattutto se agognata…!