SALUTARE E SAPORITO

TORRONE ALLE NOCI SENZA ZUCCHERO (BIMBY)


INGREDIENTI:400 gr. di miele1 albume d’uovo200 gr. di noci secche di sorrentoPREPARAZIONE:Inserire la farfalla nelle lame del bimby e mettere nel boccale l’albume dell’uovo, far girare pochi secondi a vel. 2 per mescolare un po’ l’albume. Aggiungere il miele e cuocere 60 min. a 100° vel. 2.A questo punto togliere la farfalla e aggiungere le noci secche, rimescolare manualmente con la spatola senza far girare il motore.Il torrone è quasi pronto, versarlo sulla carta forno e dargli una forma che possa adattarsi alle ostie. Lasciatelo avvolto nella carta forno per una notte al buio.Il giorno dopo togliere la carta da forno prima da un lato e poi dall’altro e mentre si toglie la carta mettete l’ostia.LA STORIA DEL TORRONEIl vero e proprio torrone moderno avrebbe avuto origine da un dolce, servito il 25 ottobre 1441 al banchetto che si tenne dopo le nozze, celebrate a Cremona, fra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Tale dolce consisteva in un composto di mandorle, miele e bianco d'uovo molto compatto, modellato in modo da riprodurre la forma del campanile del duomo, il noto Torrazzo, che allora veniva chiamato Torrione. In quell'occasione e per iniziativa di un cuoco sarebbe nato tutt'a un tratto il dolce con già la forma e il nome definitivo. Gli ingredienti base del torrone, cioè le mandorle e il miele, sono abbondantemente disponibili in tutto il bacino del Mediterraneo, fin dai tempi più remoti sono stati utilizzati per creare alcuni dolciumi citati da autori antichi e compare anche tra i dolci arabi il "turun".Infatti, gli ingredienti usati rendevano il prodotto facilmente conservabile, adatto ad essere portato con sé dai legionari romani e dai viaggiatori arabi, senza contare che si presentava particolarmente indicato nel clima caldo. Anche se il torrone non fu inventato in quell'occasione, a Cremona il prodotto doveva essere già ben conosciuto e "collaudato". A partire da quell'epoca Cremona comincia a figurare come produttrice di torrone e a legare il suo nome a questo prodotto che fin da allora diventò uno dei simboli della città ed il mezzo più efficace per pubblicizzare il nome della città nel mondo.