Nucleare

Fukushima e Salute


Salute Umana e Incidente Nucleare a Fukushima  Non è possibile ascoltare da programmi televisivi che vengono visti da un ampio numero di persone delle inesatezze come quella detta giovedì sera ad Annozero dal professor Battaglia di Modena sull’assenza di morti a seguito degli incidenti nucleari a Fukushima! Ricordo che l’incidente nucleare a seconda della sua gravità e delle radiazioni emesse (quantità e tipo) causano danni gravi ed evidenti alla salute umana: tali danni possono sopraggiungere nell’immediato (come le varie sindromi da radiazioni che a seconda della dose assorbita sono, in progressione, neurologici, cardiovascolari, gastrointestinali e ematopoietiche in cui la morte può avvenire da alcune ore ad alcuni mesi) oppure  dopo diversi decenni, come nei casi di tumori e di difetti genetici trasmissibili, casi non necessariamente fatali, ma che rendono la vita dolorosa e difficile. Tutto questo è successo e sta tuttora succedendo a seguito del disastro nucleare di Chernobyl.  Nei casi di sindromi ematopoietiche, in cui generalmente gli effetti letali si manifestano dopo alcuni mesi, si possono attuare terapie di supporto che possono evitare la morte.  A tal proposito  vorrei informare che il Governo Giapponese ha richiesto al nostro Dipartimento dell’Università di Roma “La Sapienza” di poter ospitare nel nostro centro di criopreservazione almeno una cinquantina di campioni di cellule staminali ematopoietiche provenienti dagli operatori della centrale nucleare di Fukushima. Come l’hanno chiesto a noi lo stanno chiedendo a molti altri centri sparsi nel mondo. Questo perché temono che i continui black out della corrente elettrica che avvengono ora in Giappone possano danneggiare le cellule nei loro centri di stoccaggio.  Queste cellule staminali, prelevate agli individui prima delle esposizioni alle radiazioni, saranno reinfuse successivamente nei singoli proprietari - è un trapianto autologo che ha l’enorme vantaggio di essere compatibile e quindi di non essere rigettato - al fine di poter ricostituire l’integrità del loro sistema ematopoietico, dopo il danneggiamento subito a seguito delle radiazioni. Questo per evitare le sindromi ematopoietiche e/o le varie forme di leucemie che possono sopraggiungere nel tempo. Il fatto che il Governo Giapponese si stia dando da fare in modo corretto chiedendo aiuto al mondo intero in questo settore fa senz’altro onore alla sua capacità preventiva e organizzativa, ma dimostra anche in modo evidente la gravità del danno subito alla salute umana a seguito delle radiazioni provenienti dalla centrale di Fukushima! E questo solo dopo appena un mese e mezzo dall’incidente.......! Prof. Cristina RinaldiAssociato di ImmunologiaUniversità La Sapienza Roma