antonio sammaritano

Ultime volontà di meretrice...


Storie s'intrecciano come vene congeste affiorano al sollievo d'una lama: penetra il sangue e non lo lavo. Lo succhio con voluttà dalla tua voglia che a sodomia mi spinge; se avessi tempo, se avessi quelle voglie, per poter offrire un tè ad ogni moglie e spiegare che non fa tanto male. Si stringe come invito e lo scacchiere rosso si fonde con il mio scialle nero. Capisco che se il mare è calmo oppure è mosso l’ultime volontà di me,puttana, saranno a giacere sul suo fondo con bronzi e tane di culture, per le future figlie del mestiere che sognano un cavaliere di nascosto. Piango di rabbia, piango per amore perchè questo dolore non mi è più concesso… Bevo le tue lacrime con te ai miei piedi, con te ai tuoi piedi… Invoco ancora e ancora il tuo perdono con l’unica collana di puttana che indosso ora sul morbido capestro. Chiamo il sopito estro, di farlo con amore di farlo anche senza… Decenza di bigotti, tornate a vostre stalle datemi le immonde spalle che mariti dissero e anche tanto. Lasciatemi morire, state tranquille: non ho un diario, non ho avuto tempo neanche per mio figlio in seminario.