UNA DONNA AMBIGUA

TERAPIA D'URTO


Dopo la perdita di mia madre sono entrata in un periodo buio più difficile a superare di quanto non credessi, sicuramente peggiore di quello che seguì alla scomparsa di mio padre avvenuta alcuni anni fa. Non voglio stare a deprimervi con tutti i brutti pensieri che mi hanno martellato la testa in queste settimane ma sta di fatto che mi ero chiusa in me stessa e non riuscivo a reagire, non mi riconoscevo neanche più. Mi sono detta che per uscirne sarebbe servita una terapia d'urto, non sarebbe bastata come ho scritto nel precedente post una serata di svago in discoteca con la mia amica di scorribande notturne. Con il viso ancora rigato dalle lacrime ho preso il cellulare e ho chiamato Riccardo, il più focoso ma anche il più bastardo dei miei amanti. Non lo risentivo dallo scorso maggio quando pensavo di avere rotto con lui in modo definitivo. Riccardo è stato piacevolmente stupito di sentirmi, lui che dopo la rottura aveva cercato inutilmente di riallacciare. Gli ho chiesto di vederci allo stesso lussuoso albergo dove avevamo consumato il nostro primo rapporto e lui ha accettato senza esitazioni. Una volta in camera non ho perso molto tempo in discorsi e spiegazioni, gli ho strappato i vestiti di dosso e ho praticamente abusato di lui che è apparso sorpreso ma non certo dispiaciuto. Abbiamo fatto sesso in modo selvaggio e sfrenato, come due animali. Avevo disperatamente bisogno di sentirmi ancora viva e il mio amante mi ha assecondato alla perfezione. Stavolta non è stata questione di un mezzo pomeriggio, siamo rimasti in albergo tutta la notte ed ho voluto essere io a pagare il conto. Riccardo mi ha chiesto se ci saremmo rivisti, senza troppi giri di parole gli ho risposto che se avessi avuto ancora bisogno di lui mi sarei rifatta viva io.La mattina successiva mio marito vedendomi rincasare mi ha guardato in faccia ma non mi ha fatto domande. Credo che abbia capito.