Laura Picchi

é morto il papà di emanuele scieri 8 giorni fa: non lo dimenticheremo mai!


Al papà di Emanuele Scieri morto 8 giorni fa: io ti vorrò sempre bene e non ti dimenticherò mai. Te lo prometto: fino a che avrò vita chiederò verità e giustizia per tuo figlio Emanuele ucciso nel 1999. Grazie perchè nonostante il fortissimo dolore per la perdita di un figlio hai voluto chiedere insieme a noi la riapertura del caso Marcucci. Laura Picchi  17/06/11 08:29 | autore: redazione PisanotizieAddio a Corrado Scieri. Una vita dedicata alla ricerca di verità e giustizia per la morte del figlio Il figlio Emanuele Scieri morì in circostanze sospette nella caserma 'Gamerra' di Pisa, dove svolgeva il servizio di leva
Morire senza aver avuto quella verità e quella giustizia per cui per dodici anni, da quel maledetto 13 agosto del 1999, si è combattuto ogni giorno della propria vita.E' questa la storia di Corrado Scieri, 70 anni, padre di Emanuele Scieri, il giovane parà siracusano, morto nella caserma 'Gamerra' di Pisa dove svolgeva il servizio di leva, in circostanze mai chiarite nonostante i quattro diversi procedimenti avviati sia dalla procura di Pisa, che da quella militare di La Spezia e da ultimo dal Tribunale civile di Catania.Corrado Scieri, funzionario della Dogana di Siracusa, è infatti morto nella giornata di ieri al termine di una grave malattiaDal giorno della morte del figlio non ha mai smesso, almeno finché le forze glielo hanno consentito, di battersi per richiedere a gran voce verità e giustizia sull'oscura vicenda che ha coinvolto il figlio. In tutti questi anni assieme alla moglie Isabella Guarino, insegnante di lettere adesso a riposo, ha partecipato a numerose iniziative, anche pubbliche, per sollecitare l'accertamento di quelle che riteneva fossero precise responsabilità nella morte del figlio, avvenuta nella caserma pisana della "Folgore" a poche ore di distanza dal suo arrivo.Il corpo di Emanuele fu trovato, infatti, senza vita ai piedi della torre di "asciugamento", quella che - lo dice la parola - serve ad asciugare il paracadute. Le prime ipotesi degli inquirenti furono la morte accidentale, per una caduta, o addirittura il suicidio. Eppure, sin dall'inizio qualcosa non tornava.Il corpo fu trovato seminascosto, in un punto molto isolato della caserma, e in mezzo a vecchi tavoli rovesciati: come se qualcuno avesse voluto occultarlo. Nei registri militari della "Gamerra", Scieri risultava non rientrato dalla libera uscita della sera: eppure, alcuni commilitoni lo videro tornare.Ulteriori indagini portarono a nuove scoperte, via via più inquietanti. Per esempio, Emanuele aveva delle ferite ad una mano che - secondo i tecnici incaricati dell'autopsia - non potevano derivare dalla caduta: erano invece il frutto di un colpo secco sul dorso di una mano. Come se qualcuno avesse "calpestato" le mani di Emanuele, mentre si trovava in cima alla torre, per di più - altro particolare strano - con le scarpe slacciate.Proprio questi elementi portarono una parte degli investigatori, e soprattutto la famiglia di Emanuele, alla più tragica delle verità possibili. Il giovane soldato già durante il CAR - il periodo di addestramento, che aveva svolto a Scandicci - si era distinto per essersi battuto contro le angherie e le prepotenze dei "nonni". E qualcuno, alla "Gamerra" di Pisa, voleva fargliela pagare. La notte del 13 Agosto, Emanuele viene costretto da un gruppo di "nonni" a salire sulla torre: una "prova" più volte imposta alle reclute. In cima, ad attendere la vittima c'è qualcuno che lo colpisce con un "pestone" sulla mano: Emanuele cade, e il volo di dieci metri gli è fatale.Questa la verità, avvalorata anche - sia pure senza prove ultimative, e soprattutto senza i nomi dei responsabili - dalla Procura Militare di La Spezia. "Sono emersi elementi", si leggeva nel decreto di archiviazione del caso, cinque anni dopo, "per affermare che la morte dello Scieri possa essere ricondotta nella forma dell'omicidio doloso o preterintenzionale alla responsabilità personale di determinati soggetti, dei quali comunque non è stata possibile l'identificazione".Nessun colpevole, nessun mandante, nessuna prova certa. E per questo in tutti questi anni Isabella Guarino e Corrado Scierisi si sono battuti a lungo per accertare la dinamica dei fatti e per individuare i responsabili, denunciando a più riprese il clima di omertà all'interno della caserma "Gamerra"."Nostro figlio Emanuele Scieri", scrivevano i genitori in un libro-denuncia pubblicato da Kaos edizioni nel 2007, "è tornato a casa chiuso in una bara. Non è morto per una fatalità o per una disgrazia: è stato ammazzato. Ma non si sa da chi. Perché la supercaserma pisana della "Folgore", dopo essersi trasformata in un mattatoio, è diventata una centrale di omertà da fare impallidire 'Cosa nostra'"."Ancora una volta - si legge ancora nel libro - la giustizia italiana ha dimostrato di essere una pseudogiustizia: delitti senza colpevoli, casi irrisolti, archiviazioni invece di verità, fantasmi al posto di imputati, generiche ipotesi invece di accertamenti".I funerali di Corrado Scieri si svolgeranno nella giornata di oggi alle 16 nella chiesa dell'Ecce Homo a Noto, città della quale era originario e dove verrà seppellito nello stesso cimitero dove si trova il figlio Emanuele.