Laura Picchi

il tirreno «Viene fatto adesso quello che dovevano fare nel 1999»


«Viene fatto adesso quello che dovevano fare nel 1999»pisa. «Ora sta succedendo quello che doveva essere fatto venti anni fa».Francesco Scieri, medico, è il fratello di Emanuele. Con la mamma Isabella Guarino non ha mai smesso di lottare per chiedere una nuova indagine. Un'inchiesta che sollevasse quella coltre di omertà che per vent'anni ha impedito di conoscere la fine di un 26enne entrato alla Gamerra per diventare un parà e uscito cadavere.«In ritardo, ma siamo sulla strada giusta» aggiunge il medico. La mamma tempo addietro aveva dichiarato: «È assurdo che Emanuele abbia perso la vita in un luogo dove doveva invece essere protetto. Da queste nuove indagini, finalmente riusciamo a conoscere come sono andate le cose».Sul fronte delle indagini la consulente medico legale Cristina Cattaneo ha chiesto una proroga per consegnare la sua relazione. La scadenza è per metà settembre.Nell'inchiesta per omicidio volontario in concorso la Procura ha indagato tre ex commilitoni del 26enne siracusano: Alessandro Panella, di Cerveteri; Andrea Antico di Rimini; Luigi Zabara di Frosinone.Secondo l'accusa i tre indagati la sera del 13 agosto 1999 dopo aver fatto spogliare e picchiato Scieri, 26 anni, neo laureato in Giurisprudenza, lo avrebbero obbligato a salire sulla torre di asciugatura e poi fatto pressione con gli scarponi sulle nocche delle dita. La caduta da cinque, sei metri provocò lesioni che ora la nuova autopsia, con la rilettura degli atti da parte della professoressa Cattaneo e delle sue collaboratrici cercherà di chiarire se capaci o meno di causare un decesso istantaneo. --IP.B.