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« Caso Marcucci e Lorenzin...Conferenza stampa 1993 p... »

Marcucci Ciancarella Ustica: le agenzie Ansa 1992-1993 per non dimenticare‏

Post n°709 pubblicato il 15 Maggio 2012 da laura561

Marcucci Ciancarella Ustica agenzie Ansa 1992 1993: per non dimenticare quando l'avvocato Galasso attuale avvocato dei familiari delle vittime della strage di Ustica diceva nel 1993 che il caso Marcucci e Lorenzini frettolosamente liquidato andava riaperto... Per non dimenticare e per chiedere a chi era nel movimento La Rete di Leoluca Orlando e a lui stesso: ma se nel 1993 il caso Marcucci e lorenzini andava riaperto oggi perchè tacete? Le prove per far riaprire il caso:

http://www.ritaatria.it/ArchivioNews/tabid/159/EntryId/177/Caso-Marcucci-e-Lorenzini-Secondo-noi-queste-sono-le-Prove-per-Riaprire-il-caso.aspx

 

ROMA, 15 APRILE 1992 – USTICA: LA TESTIMONIANZA DI UN ADDETTO AI RADAR



La convinzione di uno dei radaristi dell’ aereonautica, Mario Alberto Dettori, che l’arma azzurra fosse responsabile del disastro di Ustica, è raccontata in un servizio che sarà pubblicato sul prossimo numero del settimanale “avvenimenti” e di cui è stato anticipato il testo. Il DC9 dell’Itavia “l’abbiamo tirato giù noi” , avrebbe confidato Dettori, che la sera del disastro era in servizio a Poggio Ballone, parlando al telefono il giorno dopo con un collega, il capitano Mario Ciancarella. Il settimanale precisa che le preoccupazioni manifestate al collega ed in famiglia, il maresciallo Dettori non le esternò ai suoi superiori a Poggio Ballone, nè ai magistrati. Ma un mese dopo telefonò di nuovo al capitano Ciancarella, suggerendo di controllare “bene gli orari di atterraggio del 27 giugno”. Lo stesso controllo fatto recentemente dal giudice Priore, da due anni nuovo titolare dell’inchiesta, al quale Ciancarella, dopo la morte di Dettori e di altri testimoni del “caso Ustica” , ha raccontato le convinzioni dell’amico. “Avvenimenti” afferma che il controllo di quegli orari rivela che ventidue minuti dopo la strage due F104 atterrarono a Grosseto “di ritorno da una missione di cui non si è mai saputo niente”. Li pilotavano due uomini che sono morti, nell”88, nell’incidente di Ramstein, in Germania durante una esibizionedelle Frecce Tricolori. (ANSA)

LUCCA, 22 MAGGIO 1993 – USTICA: ESPOSTO SU INCIDENTE AEREO SU ALPI APUANE


La morte del tenente colonnello Sandro Marcucci, precipitato il 2 febbraio 1992 sulle Alpi Apuane con il Piper antincendio che stava pilotando in un volo di esercitazione, non fu un incidente, ma un attentato da mettere in relazione alla strage di Ustica: e’ quanto sostiene, in un esposto inviato a Rosario Priore, il magistrato che indaga su Ustica, Mario Ciancarella, ex capitano dell’ aeronautica, amico di Marcucci, esponente della Rete, che attualmente gestisce una libreria a Lucca. Secondo Ciancarella, Marcucci era a conoscenza di alcuni particolari sulla vicenda di Ustica e, soprattutto, sul Mig libico i cui resti furono trovati sulla Sila ed aveva deciso di parlare. Tre giorni dopo questa sua decisione, pero’, mori’ nell’ incidente aereo. Mario Ciancarella ha deciso di inviare l’ esposto a Priore dopo che l’ inchiesta sulla morte di Marcucci e’ stata archiviata dalla magistratura di Massa secondo la quale il Piper sarebbe caduto ”per il probabile sovrapporsi di un errore umano a condizioni metereologiche sfavorevoli”. Un’ archiviazione che l’ex capitano dell’aeronautica contesta con una serie di rilievi che lunedi’ prossimo saranno spiegati nel dettaglio nel corso di una conferenza stampa che la Rete terra’ a Pisa e durante la quale saranno anche proiettate diapositive inedite sull’ incidente aereo. (ANSA)

PISA, 24 MAGGIO 1993 – USTICA: EX CAPITANO AERONAUTICA SU “ABBATTIMENTO DC9″


Ad abbattere il Dc9 dell’ Itavia la sera del 27 giugno 1980 sarebbe stato un missile partito da un caccia dell’ aeronautica militare italiana: lo ha detto l’ ex capitano dell’ aeronautica, Mario Ciancarella, nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche l’ onorevole Galasso, deputato della Rete. Questa “verità”, secondo l’ ex ufficiale, anche lui esponente della Rete, sarebbe stata scoperta dal tenente colonnello Sandro Marcucci “ucciso – ha detto Ciancarella – perché sapeva troppo su Ustica”. Marcucci perse la vita in un volo di esercitazione con un Piper antincendio sulle Alpi Apuane il 2 febbraio del ’92, ma secondo Ciancarella non sarebbe caduto per un incidente, come risulta dall’ inchiesta della magistratura di Massa, ma “qualcuno gli avrebbe tappato la bocca per sempre, forse con una bomba al fosforo”. Marcucci avrebbe quindi avuto le prove che il Dc9 era stato abbattuto da un nostro caccia “secondo un piano stabilito dagli Usa e da settori dei servizi segreti italiani”. La responsabilità dell’ incidente doveva essere attribuita alla Libia, secondo Ciancarella (“Marcucci aveva scoperto che il Mig era partito da Pratica di Mare e non da Tripoli”), per mettere in moto una ritorsione nei confronti di Gheddafi e favorire l’installazione dei missili a Comiso. “Vogliamo – ha detto Galasso – che il caso Marcucci, frettolosamente liquidato, sia riaperto”. (ANSA)

ANDALO (TRENTO), 21 GENNAIO 1994 – USTICA: EX CAPITANO AERONAUTICA SU ABBATTIMENTO DC 9


Mario Ciancarella, ex capitano dell’ Aeronautica militare italiana, in servizio ai tempi della strage di Ustica e già testimone davanti al giudice istruttore Priore che indaga sulla vicenda, ha ribadito in un dibattito alla Festa de L’ Unità sulla neve, in corso ad Andalo, la sua tesi che “ad abbattere il Dc 9 dell’ Alitalia il 27 giugno 1980 fu un aereo italiano”. Ciancarella, che è intervenuto nell’ ambito della presentazione del libro “Ustica: 50 lire per la verità”, di Roberto Superchi, ha aggiunto che l’ aereo “fu mandato intenzionalmente da alti vertici dell’Aeronautica ad uccidere in volo 81 persone allo scopo di incolpare Gheddafi, che quella sera doveva transitare sopra l’Italia diretto a Varsavia, e di creare così le premesse per una rappresaglia Usa contro la Libia”. “La portaerei Saratoga era nei paraggi, pronta ad attaccare Tripoli”, ha detto Ciancarella e “il Mig libico trovato schiantato pochi giorni dopo la strage doveva servire ad incolpare la Libia, se non fosse stato che un settore dei servizi segreti, quello di fede andreottiana, avvisò Gheddafi di non transitare sopra quei cieli, mandando così all’ aria il piano”. In precedenza Ciancarella aveva affermato che il colonnello Marcucci, col quale aveva condotto indagini sulla strage e che è morto due anni fa in un incidente di volo, in realtà sarebbe “stato ucciso da una bomba al fosforo fattagli esplodere in faccia mentre volava”. (ANSA)

 
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